giovedì, Aprile 25, 2024

Hamilton-Rosberg: storia di una guerra infinita

In una Formula 1 sempre più noiosa a causa del dominio Mercedes, il vero “sale” lo dà la rivalità tra Nico Rosberg e Lewis Hamilton. Era dai tempi di Prost e Senna che non si vedeva una rivalità tanto accesa tra compagni di squadra. Tra il 1988 e il 1989, i due furono compagni alla McLaren e volarono scintille. Ora la storia si ripete tra l’inglese e il tedesco.

L’ultimo episodio che ha visto i due coinvolti è avvenuto in Spagna, quando Hamilton, subito dopo il via, ha attaccato il compagno di squadra, causando l’incidente che ha mandato entrambi fuori pista. Quello di Barcellona, è solo l’ennesimo capitolo di una saga iniziata nel 2014 e che non accenna a placarsi.

La colpa è anche della Mercedes che ha alimentato negli anni la polemica tra i due, senza voler stabilire precise direttive e tenendo i due galli nello stesso pollaio, nonostante la tensione crescente. La scuderia tedesca ha deciso di puntare su due primi piloti, lasciando alla pista la decisione su chi debba primeggiare. La “scelta di non scegliere” si è rivelata controproducente in più di un Gran Premio e ha creato una delle rivalità più accese nella storia dello sport.
Il primo scontro tra i due è avvenuto in Bahrain, nel 2014. Da quel momento in poi è stata tutta una sfida. Di fatto, la Mercedes si è fatta concorrenza da sola. Il primo incidente tra i due avviene, sempre in quell’anno, a Spa. Al secondo giro arriva il contatto tra i due. L’alettone del tedesco viene danneggiato, mentre il copertone dell’inglese si squarcia. 

Risultato: Rosberg riesce a finire secondo, perdendo però la possibilità di un facile successo, mentre Hamilton, subisce un ritiro “pilotato” dopo essere finito in coda, senza mai riuscire ad inserirsi nella lotta per le prime posizioni.


F1 Hamilton vs Rosberg Bahrain GP 2014 from Liver Stoner on Vimeo.

In Giappone, nel 2015, si rischiò un altro autoscontro. Hamilton, alla seconda curva, “accompagnò” Rosberg sull’erba, prendendo così il volo verso il successo, con il compagno di scuderia che non riuscì a recuperare, chiudendo dietro. 
Anche in Germania, quello stesso anno, i due non se le mandarono a dire. Al termine della gara vinta da Hamilton, in sala stampa volarono gli stracci. 
L’inglese parlò per primo e affermò: “Ho fatto il mio ritmo senza preoccuparmi del resto e tutto è andato per il meglio”. Il compagno parlò per secondo e replicò: “Interessante sentire questo, che non si è preoccupato di chi era dietro. Peccato che avessi chiamato via radio il box e segnalato che Lewis dovesse aumentare l’andatura altrimenti le mie gomme si rovinavano e rischiavo pure di essere sorpassato da Vettel”.

La verità è che Lewis e Nico sono profondamente diversi. Il primo, figlio di una coppia mista, non ha avuto un’infanzia facile e ha dovuto lottare per imporsi, acquisendo quella “cattiveria” che, solo chi deve affrontare mille ostacoli possiede.
Il tedesco, invece, è figlio d’arte. Suo padre, Keke, è stato campione del mondo di formula uno del 1982. Nico è cresciuto a Montecarlo, tra mille agi, ha avuto a strada spianata, anche se nessuno nega che abbia talento. 
L’incidente in Spagna non sarà, quindi l’ultimo. La differenza rispetto agli altri due anni è che le gerarchie di sono ribaltate. Ora è Rosberg a comandare con 43 punti di vantaggio su Hamilton, sopravanzato anche da Raikkonen, secondo. 
Con questo scenario il rischio che i due continuino nella loro “guerra personale” esiste, come esiste la possibilità che, a forza di dispetti, tra i due litiganti, sia il terzo a vincere. Per questo la Mercedes è chiamata a fare chiarezza: la scuderia tedesca è la più forte, ma la guerra intestina rischia di minarne le fondamenta.

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