venerdì, Aprile 19, 2024

GP CANADA: l’analisi del Gran Premio

Nel Gran Premio del Canada, disputatosi nella giornata di ieri sul circuito Gilles Villenueve, abbiamo finalmente rivisto la Ferrari di Sebastian Vettel in lotta per la vittoria contro una super Mercedes di Lewis Hamilton. 

Già dalla partenza la gara per il team di Maranello si era messa nel migliore dei modi visto il fenomenale scatto del pilota tedesco dove è riuscito a scavalcare entrambe le Mercedes (per Hamilton importante problema alla frizione, l’ennesimo). Vetture tedesche che appena prima della seconda curva del tracciato canadese si sono anche toccate grazie ad una manovra da campione del mondo di Lewis Hamilton, con Rosberg che ha avuto la peggio perdendo molte posizioni.
La gara è iniziata per tutti i big su compound UltraSoft, e con questa mescola il passo di Vettel è stato molto buono anche se purtroppo non è riuscito ad allungare molto su un Lewis Hamilton in pieno controllo e gestione delle mescola. Al giro 11 succede l’impensabile (per molti, non per il muretto “rosso” che aveva studiato a tavolino la mossa): durante il regime di Virtual Safety Car per un grave problema alla Power Unit Honda di Button, il muretto Ferrari ha deciso di richiamare ai box entrambi i propri piloti con un distacco tra Vettel e Hamilton che in momento era di soli 1,3 secondi. La scelta effettuato dal Team italiano è risultata per molti sorprendente poiché era chiaro in quel momento che la Ferrari stesse optando per una strategia a due soste. Tale strategia era considerata da Pirelli come la più veloce sulla carta con circa 5 secondi di vantaggio su quella a singola sosta; ma in quel momento per molti tifosi della rossa e appassionati in generale non c’era il bisogno di perdere la posizione ai danni di Hamilton poiché solitamente è sempre chi è dietro che deve fare la prima mossa, mentre chi sta in prima posizione si regola di conseguenza cercando la marcatura. Questa dovrebbe essere la normalità se chi sta davanti sente la possibilità di poter vincere la gara a parità di strategia con il suo principale concorrente.

Nel momento in cui il box ha richiamato ai box Sebastian Vettel le sue UltraSoft non stavano accusando un grosso degrado e quindi si poteva tranquillamente allungare lo stint di altri giri. I tanto criticati strateghi della Ferrari, pur essendo in testa alla gara, hanno chiaramente cercato di variare la strategia e puntare su una gara a due soste sfruttando il regime di Virtual Safety Car (il piano A a inizio gara anche a prima posizione acquisita) per effettuare il primo stop con entrambi i piloti. Qui c’è stato subito un colpo di scena piuttosto importante per i sogni di gloria di Sebastian e che magari in molti non hanno colto: appena Vettel è rientrato in corsia box è stato tolto il regime di Virtual Safety Car andando così a far guadagnare molto meno rispetto a quello che gli strateghi della Ferrari si aspettavano. I “soli” 7 secondi (di circa 20) recuperati grazie ad una velocità meno importante delle vetture in pista in quel momento potevano diventare molti di più se la Virtual fosse durata anche solo 10 secondi in più (e staremmo parlando di un’altra gara, forse…).
Perchè la Ferrari ha optato per una strategia a due soste anche essendo in prima posizione?
Questa è una domanda che ci poniamo da ieri sera: con i dati a disposizione mescolati alle informazioni ricavate nelle ultime ore, cerchiamo ora di dare una risposta a questo quesito.

Primo punto fermo riguardante Ferrari è che il Team italiano temeva moltissimo la durata delle loro gomme Soft poiché si era accorto durante i long run di venerdì che la SF16-H era una monoposto molto aggressiva sugli pneumatici. La contromisura pensata per questo “problema” è stato quello di studiare una strategia, indipendentemente dalla posizione, di due soste. Gli ingegneri Ferrari temevano che le soft sul finire di gara potessero accusare un clif, quel clif che ne 2012 fece sfumare negli ultimi giri la vittoria di Fernando Alonso.

Con il senno di poi è ovvio dire che la strategia pensata da Rueda & Co, avvallata anche da Jock Clear (cacciamo pure lui quindi?) è stata completamente sbagliata e che forse “copiando” la strategia Mercedes la gara la si poteva anche vincere. Ma non disponendo della sfera di cristallo questo non possiamo affermarlo con certezza ed anzi il Team di FUnoAnalisiTecnica, vista la velocità di Hamilton con le gomme Soft, ha parecchi dubbi a riguardo. 


Per noi l’errore più grosso della strategia Ferrari, considerando obbligata la strategia a due soste anta dall’analisi dei dati sui long run di venerdì nella stessa sera, riguarda la scelta delle gomme montate nel primo pit stop. Per noi sarebbe stato più opportuno utilizzare nella seconda parte di gara il compound soft (l’unico treno “nuovo” a disposizione dal Team italiano) per cercare di capire come le gialle si comportavano con quelle temperature ambientali e della pista. Compound Soft che era l’obbligatorio scelto da Pirelli per il Gran Premio del Canada. Per come l’avremmo pensata noi la strategia quindi all’undicesimo giro ci saremmo già smarcati dalla stupida (nel Gran Premio del Canada che senso ha obbligare i Team ad utilizzare un set di Soft?) regola imposta dal costruttore di pneumatici italo cinese. Successivamente in base al degrado del treno di gomme montato nel primo pit si poteva effettuare una seconda sosta utilizzando nelle fasi finali della gara o un treno nuovo di SuperSoft o un treno di UltraSoft usate
Che la gomma Soft fosse performante in termini prestazionali lo aveva mostrato per i primi undici giri Checo Perez, partito con quella tipologia di pneumatico a differenza di Hulkenberg (classificato nono in qualifica) che era su UltraSoft usate.
Se andiamo ad analizzare i tempi di questi due piloti nei primi undici giri possiamo notare che Perez aveva girato solo mezzo secondo al giro più lento del compagno di squadra. Se andiamo ad analizzare invece l’intero stint, ma questo a Ferrari serviva ben poco purtroppo, si può notare come Perez pur effettuando uno stint più lungo rispetto al compagno di squadra e disponendo di una gomma meno prestazionale soprattutto all’inizio dello stint ha girato con un passo molto simile.

L’usura su Soft non è stata elevata come ci si poteva aspettare (la Soft è un high working range e le temperature della pista in teoria non dovevano favorirla troppo) tanto che addirittura Alonso, con una McLaren MP4-31 che tanto gentile sulle gomme non lo è, è riuscito ad effettuare uno stint lunghissimo di ben 52 giri (personal best al 49esimo giro)
Ritornando a parlare della gara, Sebastian Vettel con pneumatici super soft nuovi non è riuscito a fare una grossissima differenza su Hamilton che disponeva di UltraSoft usate da portare più in la possibile. Sommando i tempi di Vettel dal giro 13 al 23 e confrontandoli con quelli del pilota campione del mondo in carica possiamo notare che il guadagno del pilota della Rossa è stato di 5.5 secondi il che equivale a mezzo secondo al giro (gap meno importante del previsto anche per via dei sorpassi di Ricciardo e Verstappen che pur poco che sia ma hanno fatto perdere del tempo al pilota tedesco).

Mentre Vettel cercava di superare il duo RedBull, Hamilton trattava con una dolcezza estrema le proprie Pirelli purple, e seguendo alla lettera le indicazioni della Pirelli ha effettuato il suo primo e unico pit stop al giro 24 montando le gomme Soft. La strategia della Mercedes era impostata fin dall’inizio della gara su una singola sosta (fonte certa) nonostante Hamilton, a fine gara, abbia ammesso che anche loro pensavano a due stop (ci ha trollati tutti il buon Lewis).

Con le soft nuove Hamilton ha iniziato a guadagnare terreno su Vettel riuscendo in 11 giri a recuperare un gap di circa 3 secondi (3 decimi al giro). Va detto che Hamilton in quel momento della gara intelligentemente non ha spinto al massimo con le nuove coperture in quanto doveva gestirle per portarle a fine gara e quindi non ha espresso il massimo potenziale dell’intero pacchetto a disposizione. Ciò si può ben capire osservando i giri di Lewis dopo il suo pit stop e confrontandoli con quelli del compagno di squadra Rosberg che è riuscito anche a scendere sotto il muro del 1:17 mentre il pilota britannico ha girato con molta più prudenza.

Vettel ha effettuato l’ultima sosta al giro 37 montando le Soft tentando il tutto per tutto, ma purtroppo, pur mantenendo un ritmo incredibile, non è mai riuscito ad impensierire Hamilton. Il pilota inglese sembrava sempre in pieno controllo della gara e molto meno al limite del pilota tedesco sintomo che almeno con il compound Soft il pacchetto Mercedes – Pirelli – Hamilton era il migliore in pista. Da notare come i due piloti che hanno dominato questo settimo appuntamento della stagione abbiano fatto segnare i loro best lap a tre giri dalla fine (Hamilton) e nell’ultimo giro nel caso di Vettel. Segno che la Soft era la gomma da gara e che forse anche per Ferrari l’unica sosta era possibile pur fermandosi molto presto. Chissà…

Passando ai due compagni di squadra di Hamilton e Vettel, c’è subito da far notare la pessima gara di Kimi Raikkonen che non è mai riuscito a dimostrare di essere un pilota Ferrari in questo fine settimana. I problemi che hanno colpito il pilota finlandese sono ancora da ricondurre all’adattamento agli pneumatici Pirelli nelle particolari condizioni ambientali presenti durante il Gran Premio del Canada. Raikkonen è andato in difficoltà soprattutto nei momenti in cui serviva fare “fuel saving” (fondamentale in Canada) dove per risparmiare carburante si va più piano, e dove quindi gli pneumatici tendono a raffreddarsi e a uscire dalla corretta finestra di funzionamento..

La gara di Rosberg è stata invece molto altalenante e meno pessima di quella di Raikkonen. In alcuni momenti sembrava molto veloce mentre in altri, come ad inizio gara, aveva un ritmo molto inferiore rispetto ad Hamilton. A differenza del compagno di squadra ha dovuto effettuare due pit stop a causa di una foratura al giro 50. Da notare come per il pilota tedesco c’è stata addirittura la possibilità di non finire la gara per problemi di consumo; cercare continuamente di attaccare chi stava davanti, sfruttando l’ormai conosciuto OverBoost, è risultato parecchio esoso per la parte endotermica della Power Unit Mercedes. Per quanto riguarda l’errore in staccata, pensiamo sia dovuto ad una errata ripartizione di frenata sulla monoposto di Nico Rosberg.

Molto positiva la gara di Bottas che su un tracciato in qui la Power Unit è molto importante è riuscito a portare a casa un insperato podio frutto della costanza della FW38 e della ottima strategia del proprio box. In Williams anche grazie all’ottimo lavoro di Valtteri sono riusciti a contenere il degrado degli pneumatici e a realizzare un solo stop ai box contro i due anche di RedBull. Il ritmo seppur buono è stato molto distante da Hamilton e Vettel, infatti, il pilota finlandese a fine gara ha accusato un distacco di oltre 46 secondi dal vincitore.

Tra le delusioni della giornata, insieme a Raikkonen e Rosberg, è giusto inserire la Red Bull che dopo le super prestazioni avute in qualifica, è crollata in gara. La RB12 ha dimostrato di non avere il passo gara del duo Mercedes e Ferrari sui tracciati da medio-basso carico nonostante i miglioramenti della Power Unit Renault. Ma il più importante problema avutosi nel Gran Premio di ieri è relativo all’alto degrado degli pneumatici tanto che al box sono stati costretti ad impostare una gara su due soste (Ferrari aveva paura di fare la stessa fine?). Molto bello il duello a fine gara tra Verstappen e Rosberg che nel tentativo di sorpasso sul giovane pilota olandese ha osato un po perdendo il controllo della propria Mercedes. C’è da dire che il pilota olandese ha dimostrato di essere molto intelligente nel resistere all’interno di Rosberg nonostante quest’ultimo avesse degli pneumatici molto più “freschi” e una maggior velocità sul dritto.

Riepilogo dei giri:

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