giovedì, Aprile 18, 2024

Conferenza stampa GP Brasile: La commedia buffa. Che non fa ridere.

La grande (si fa per dire) sceneggiata è stata, immagino, preparata con cura. Ma non è stato uno spettacolo epico, ne passabilmente interessante. La narrativa andata in scena durante la prima conferenza stampa del Gran Premio del Brasile, tutt’al più può essere assimilata ad una telenovela, genere molto famoso nel paese di Senna, con attori non molto a loro agio nella scenetta.
Il segnale doveva essere: qui comandiamo noi. Charlie Withing, eccezionalmente presente fra i piloti, doveva essere il paterno direttore del carrozzone che perdona Vettel, il quale davanti a tutti doveva fare (e almeno in parte ha fatto), un bel mea culpa da bambino sboccato e nervoso che ha sbagliato. E cosi è andata, più o meno. Il canovaccio è stato preparato con attenzione, ma non siamo nella commedia dell’arte, dove gli autori erano professionisti a seguire il filo, una volta deciso il sugo della vicenda. Qui c’era il succo, ma non c’erano gli attori. D’altronde i piloti non devono saper necessariamente recitare. E così lo spettacolo, con domande rigorosamente, quelle si, pilotate, è parso quello della memorabile parodia che, delle telenovela sudamericane, facevano i mitici Solenghi, Marchesini e Lopez.
Un siparietto triste, che mette il capello in un mondo che sembra sempre più distante dalle sue origini, con piloti diventati comparse, quasi telecomandate.
Lo stesso Withing ha ammesso candidamente che i piloti devono guidare pensando soprattutto alla sicurezza. Peccato si parlasse di Formula 1, dove il rischio (seppur in condizioni di massima sicurezza di vetture e circuiti) deve essere il pane quotidiano.
Che dire? Che il giocattolo è davvero brutto, triste, patetico. E che, forse, la Ferrari s’è stancata un pochino.
La richiesta fatta dal team di Maranello, di rivedere, all’ombra di nuove “prove”, la penalizzazione di Vettel (i famigerati 10 secondi che gridano vendetta, soprattutto se commisurati con i ridicoli 5 secondi a Mad Max), sembra quasi un piccolo, timido, forse tardivo ma non inutile segnale. Che sia.

Certo che aggiungere ad un podio con Vettel terzo, un altro fasullo e ridicolo con Ricchiardo e Verstappen simil messicani a Gp concluso da ore, e poi magari un terzo posto restituito infine a Vettel sarebbe davvero un finale da telenovela.
Ma ormai questa F1 non ci stupisce più. Nel senso che spesso, quando si pensa di aver toccato il fondo, si può scavare ancora un bel pò.
Auguri.
Mariano Froldi

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