GP MESSICO – ANALISI PROVE LIBERE: quali sono i “segreti” che hanno permesso alle RB14 di dominare il venerdì del Messico GP?

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Sembra di essere tornati a qualche anno fa quando RedBull dominava la F1. Il venerdì del Messico è terminato infatti con un risultato clamoroso, non tanto per un 1-2 Verstappen Ricciardo quanto per i distacchi inflitti agli altri competitors, in primis Mercedes (+1.380) e Ferrari (+1.234). Il pilota olandese, guidando una RB14 pressoché perfetta in termini aerodinamici e meccanici, meno dal punto di vista di Power Unit visto il problema (idraulico) occorsogli a fine FP2, è riuscito a precedere di 153 millesimi il compagno di squadra. Notevole la facilità con cui i due RedBull siano riusciti a ripetere i tempi realizzati durante la prima sessione di libere nonostante la pista fosse molto più calda visto con i suoi 49°C d’asfalto.


Dietro al duo Red Bull troviamo la sorpresa Renault, con Carlos Sainz staccato di oltre 1 secondo che è andato a precedere Vettel ed il suo compagno di squadra Nico Hulkenberg. Gli altri protagonisti di questo mondiale 2018 li troviamo piuttosto attardati con Hamilton settimo, Raikkonen ottavo e Bottas nono.

Andiamo a scoprire il perchè di questi strani valori uscenti dalle prime tre ore di prove libere del Messico GP. 

GP MESSICO: PL1 con temperatura della pista
piuttosto fresca e pista molto green
Nella maggior parte degli eventi, ancor di più in quello del Messico, la prima ora e mezza di prove libere è molto difficile da valutare poiché viene corsa su una pista molto sporca (“green”), con pochissimo grip e quindi in rapida evoluzione. 

E’ proprio con queste condizioni di pista, accoppiate alla eccellente capacità di far funzionare egregiamente i compound più morbidi anche nelle situazioni più difficili, che RedBull si esalta. Ed è quanto successo. Le due RB14 hanno impressionato nel ritmo sia in condizioni di qualifica che nella breve simulazione di gara effettuata nei minuti conclusivi della sessione. Questo dato, seppur poco indicativo, potrebbe essere utile soprattutto se saranno confermate le previsioni meteo che prevedono pioggia nelle prossime ore. Una pioggia, arrivata già qualche ora fa, che andrebbe a “lavar via” dalla pista la tanta gomma depositata dalle varie monoposto nelle quattro sessioni antecedenti la gara favorendo quindi le performance delle due RedBull.
GP MESSICO: è Verstappen il pilota più
veloce nella simulazione di qualifica con le HyperSoft
Dopo aver svolto il classico primo run delle seconde libere con una delle due mescole più dure portate in pista dalla Pirelli, i vari Team si sono concentrati nella loro “simulazione di qualifica” con il compound HyperSoft.
GP. MESSICO
  STAGIONE 2018
SIMULAZIONE
QUALIFICA 2°STINT   – TEMPERATURA PISTA
49° – TEMPERATURA AMBIENTALE 25°
POS.
PILOTA
BS1 (s)
BS2 (s)
BS3 (s)
IDEAL LAP
(s)
BEST LAP
(s)
DIFF (s)
Compound
1
VER
27,481
29,450
19,789
76,720
76,720
0,000
HS
2
RIC
27,502
29,534
19,837
76,873
76,873
0,000
HS
4
VET
27,270
29,788
20,896
77,954
77,964
-0,010
HS
7
HAM
27,840
29,794
20,466
78,100
78,100
0,000
HS
8
RAI
27,427
30,40
20,306
78,133
78,133
0,000
HS
9
BOT
27,826
29,823
20,491
78,140
78,140
0,000
HS
E qui troviamo la vera sorpresa di questo venerdì messicano poiché Max Verstappen e Ricciardo hanno inflitto distacchi che mai avevamo visto in tutta questa stagione. Il distacco di oltre 1 secondo rimediato da Ferrari e Mercedes non deve però ingannare come ben affermato da Daniel Ricciardo nei minuti successivi alle libere pomeridiane: “Non voglio essere ingenuo, domani Mercedes e Ferrari saranno molto più vicine. Si spera non troppo vicine o davanti a noi ma non credo che vedrete una Pole con RedBull avanti a loro di mezzo secondo. Sarà una lotta a 6 molto eccitante”

Se analizziamo i singoli intertempi possiamo notare che entrambe le RB14 pagano qualche decimo da Ferrari nel primo settore che è quello più veloce e dove conta maggiormente la potenza del motore e, in parte, la resistenza aerodinamica. La SF71H, seppur depotenziata ma che utilizzerà da oggi la specifica di Power Unit introdotta a Spa al contrario della Mercedes, è stata la vettura più veloce con Vettel e Raikkonen che hanno ottenuto le velocità massime più elevate. Al contrario, entrambe le Mercedes sono state molto lente nel tratto più veloce della pista, pagando addirittura ben 6 decimi di secondo nei confronti della Ferrari di Sebastian Vettel. Un gap da associare in grossa parte ad un più importante depotenziamento del previsto durante le seconde prove libere per via di un anomalo surriscaldamento delle unità motrici che ha obbligato gli ingegneri ad utilizzare una mappatura molto più tranquilla rispetto a quella che solitamente viene utilizzata al venerdì pomeriggio.Negli altri due settori della pista, a farli da padrone sempre le due RB14 che guadagnano moltissimo su Mercedes e Ferrari nel terzo settore che è quello più guidato. Vettel in soli 20 s ha rimediato un gap da Verstappen di oltre 1 secondo, anche per via di un errore che lo avrebbe portato davanti alla Renault di Sainz, mentre Hamilton è riuscito a fare leggermente meglio pagando “solo” 7 decimi.

Una Ferrari molto attesa anche dal punto di vista degli update aerodinamici dopo che ad Austin, per via del maltempo, non è stato possibile la loro valutazione in pista. La risposta è negativa. Update scartati dopo un’ora e mezza di comparazioni con il pacchetto “misto” utilizzato ad Austin. A fine PL2 Sebastian Vettel è stato piuttosto chiaro: “Abbiamo scelto il vecchio pacchetto poiché la differenza tra i due pacchetti è evidente”. Aggiornamenti che, al contrario di RedBull (una prototipazione rapida ha permesso di valutare su un vecchio fondo i deviatori di flusso in stile Ferrari), erano pianificati già da qualche settimana e che avrebbero dovuto far fare un’importante passi in avanti alla SF71H. Come scritto anche nello scorso weekend, nessuna raccolta dati in vista della prossima stagione, confermato anche dal quattro volte campione del mondo tedesco a fine giornata. Dopo l’importante bocciatura dell’ala posteriore introdotta a Singapore e della sospensione posteriore, arriva anche quella del fondo e dei bargeboard che fanno sicuramente suonare un campanello d’allarme riguardo alle opache prestazioni (o meglio correlazioni) della galleria del vento di Maranello.

GP MESSICO: Ferrari e Mercedes proveranno a qualificarsi nel Q2 con le Ultra Soft?
Al termine della prima giornata di prove sul tracciato messicano di Città del Messico sono tanti i piloti che hanno aspramente criticato il fornitore unico di pneumatici, Pirelli. Al centro delle critiche la troppo morbida HyperSoft che ha sofferto in modo importantissimo di graining ossia quel fenomeno di fatica degli pneumatici che si manifesta usualmente quando la pista è sporca, o comunque non gommata. 
Il risultato del graining è l’abrasione della superficie dello pneumatico con la presenza delle tipiche “bench mark” dei fenomeni di rottura a fatica. 
Ma perché questi importanti problemi sono emersi in Messico? Ci viene incontro il boss di Pirelli, l’italiano Mario Isola, che fa riferimento alle condizioni speciali presenti in Messico dove, a causa dell’altezza di 2.200 metri sul livello del mare, il tutto è molto diverso rispetto agli altri circuiti. La minor presenza di aria va a ridurre certamente il carico aerodinamico generato dai veicoli che a si ripercuote ovviamente sulla gestione degli pneumatici. Oltre a ciò, non solo freni e Power Unit risultano meno raffreddate dall’altura di Città del Messico, ma anche gli pneumatici che non hanno tempo di raffreddarsi. A ciò bisogna sicuramente aggiungere come l’autodromo Hermanos Rodriguez durante l’anno non venga molto utilizzato con quindi grosse ripercussioni in termini di graining nelle prime ore di prove. Sempre Isola: “Nella seconda sessione il graining non era scomparso ma sicuramente è diminuito. Ci aspettavamo comunque questi problemi poiché la nostra scelta di gomme è stata molto aggressiva. Questo per avere una gara più movimentata dal punto di vista delle strategie. Se negli altri GP era scontato che molti Team avrebbero puntato alla singola sosta, in Messico probabilmente avremo almeno due cambi gomme”.
Le HyperSoft, soprattutto in simulazione gara, hanno creato parecchi problemi a Ferrari e Mercedes per la formazione di graining sugli pneumatici anteriori. Se le condizioni della pista non dovessero migliorare è molto probabile che (almeno) entrambi i Team proveranno a qualificarsi in Q2 utilizzando gli pneumatici UltraSoft che nella simulazione di gara delle seconde libere hanno dato sicuramente meno problemi rispetto alle HyperSoft. Non ha avuto invece grossi problemi la RedBull
Anche Isola è di questa idea parlando di “scelta più conservativa” che permetterebbe poi di gestire nel miglior modo l’intera strategia di gara. Considerando la pioggia che potrebbe nuovamente cadere tra la giornata di oggi e quella di domani che andrebbe a togliere la gomma che altrimenti avrebbe ridotto (del 50%, secondo Isola) i problemi di graining sulle anteriori.
Il gap tra le diverse miscele, 0.7 secondi tra Hypersoft e Ultrasoft e 0.4 secondi tra Ultrasoft e Supersoft, lasciano questa possibilità, soprattutto per i Top Team.
GP MESSICO: qual è il “segreto” che ha permesso alle RB14 di dominare il venerdì del Messico GP? 
Sono proprio in RedBull a spiegarcelo, partendo da Verstappen: “Quest’oggi abbiamo avuto una grande macchina, con molto carico aerodinamico e un ottimo grip meccanico, due elementi che a questa altezza sono ancora più importanti”. Avere la giusta quantità di downforce e il giusto grip meccanico permettono il pieno sfruttamento degli pneumatici, un qualcosa da cui Ferrari e Mercedes sono ancora molto lontani: “Tutti sono al limite con le gomme, cercando di farle ancora lavorare al meglio e quindi scivolando meno. Gli unici che sembrano già al 100% sono i RedBull. Il problema è che con l’aria così sottile si ha meno aderenza e carico aerodinamico e se le gomme non funzionano si perde molto tempo.”
In seconda analisi, c’è da valutare l’aspetto Power Unit, altre sì importante a 2.200 metri d’altitudine. Ecco le parole di Horner: “L’avevo detto in anticipo: l’alta quota permette un certo livellamento della potenza delle unità. Ferrari e Mercedes difficilmente riusciranno ad utilizzare la piena potenza delle loro modalità di qualifica domani e questo ci darà sicuramente una possibilità. Ma attenzione, il distacco visto quest’oggi non è reale”.
GP MESSICO: molto buono il “primo stint di gara” di Verstappen su HyperSoft
Analizzando i passi gara, molto positiva la Red Bull specialmente con Verstappen che è stato il pilota più veloce con le “impossibili” HyperSoft. Gomme che comunque anche su RedBull hanno avuto un decadimento importante ma molto meno rispetto a quello che possiamo notare su Ferrari e Mercedes. 
Molto positivo invece, il long run di Raikkonen che ha lavorato con il compound più duro dei tre, ossia la SuperSoft, effettuando 20 giri con un passo piuttosto veloce e costante a dimostrazione che la gomma rossa potrebbe essere una gomma valida per la gara. 
Nella seconda parte di gara i due Red Bull si sono concentrati nella comprensione delle UltraSoft mentre Vettel ha utilizzato la gomma “rossa” mentre Raikkonen quella “rosa”. Anche in questa simulazione Verstappen è stato il pilota più veloce ma ha dovuto interrompere la sua simulazione dopo soli 3 giri a causa di un problema tecnico (idraulico che non dovrebbe causargli una sostituzione della PU anche se un nuovo ICE Spec B è pronto per essere montato senza incorrere in penalità) sulla sua RedBull.  
A differenza dello stint precedente le prestazioni di Vettel ed Hamilton con il compound SuperSoft sono decisamente migliorate. Interessante come il pilota tedesco della Ferrari che per tutta la simulazione aveva utilizzato il “mode push engine 6” (classica mappatura da “crociera”) abbia fatto segnare un’interessante 1.21.8 grazie alla mappatura “mode push engine 4”, ossia la mappatura più spinta da utilizzare in gara e che gli ha quindi garantito maggior potenza. 
Autori: @spontonc & @smilextech

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