venerdì, Aprile 19, 2024

Ferrari: non vittorie, ma opere di bene

Ferrari: non vittorie, ma opere di bene


Poco prima del gran premio nipponico ho fatto un sogno strano… capirete, con quell’orario, io che di solito me la dormo della grossa…

Era, come si suol dire, un sogno molto vivido.

C’erano due uomini, uno di rosso vestito con una buffa capigliatura, un altro con una camicia bianca e pantaloni neri, ben palestrato e tutto perfettino, che stavano parlando fitti fitti (il primo serafico, l’altro più agitato), mentre fuori imperversava un temporale… in una stanza riservata dentro un motorhome…

T: “Se noi vogliamo essere uniti, sturm und drang contro la FIA e Todt, qualcosa ci devi lasciare…

M: “Non capisco, puoi spiegarti meglio?”

T: “C’è il nuovo capo in Mercedes, il mio principale, che non vuole defezioni, sai come sono i tedeschi (io sono austriaco), vuole mettere subito in cassaforte il mondiale costruttori…”

M: “Mmm… capisco… ma tu mi assicuri che poi sarete solidali con noi quando si tratterà del regolamento?”

T: “Puoi starne certo, caro M, tu zei il mio migliore amico… inoltre, una volta a posto con il costruttori, diremo ai nostri piloti di non correre con, como dire…, troppa foga nelle altre gare, d’altronde una mano lava l’altra…”

M: “Non esageriamo sull’essere amici… comunque cercherò di accontentarti… ma tu devi mantenere la parola data, e non fare il furbo come hai già fatto, rimangiandoti le cose, come l’anno scorso…”

T: “Ma zai, in quel caso le circostanze erano diverse.. comunque bene, benizzimo… te lo prometto, assolutamente! Ma come farete? Sai, abbiamo Bottas un poco depresso, non è facile fare sempre il, come dire, bau bau di Lewis…”

M: “Faremo in modo che i nostri piloti abbiano una partenza ballerina…”

T: “Eccellente, tanto vi capita ogni tanto… e io dirò a Lewis di non darci troppo dentro, tanto ormai il titolo lo ha in tasca”

M: “E a me lo dici?!”

T: “Non volevo essere offensivo, ma anche voi ci mettete del vostro però…”

M annuisce con il capo…

(Questi dialoghi non sia mai che li prendiate per veri, sono ovviamente frutto di fantasia…)

Poi mi sono svegliato, ho visto la partenza, ed ho ripreso a dormire. O, perlomeno, ci ho provato.

D’altronde, se esiste un team capace di perdere una gara avendo occupato tutta la prima fila quello è proprio la Ferrari. E questa è una delle poche certezze della vita. La Ferrari è una scuderia generosa. Offre a piene mani il palcoscenico della vittoria, perché non ama stare troppo da sola al vertice, non ama la solitudine dei numeri primi. Se fosse una persona, sul suo epitaffio potremmo scrivere: “Non vittorie, ma opere di bene”. Certo, Enzo avrebbe giusto qualcosina da ridire…

Ferrari: non vittorie, ma opere di bene

Sei volte Mercedes. Voto.: inarrivabili. Un dominio impressionante. Favorito, certo, dallo scellerato cambio regolamentare approvato (anche da Ferrari). Scellerato non tanto per la filosofia in sé del turbo-ibrido, ma per come è stato “implementato” (vedi blocco tecnologico il primo anno e le varie e avariate penalità) dando almeno due anni di vantaggio tecnologico alla stella a tre punte. Ma negli ultimi anni non c’è nulla da dire. Semplicemente un team al top. In tutte le sue componenti. Stanno riscrivendo la storia della F1, e se lo meritano. D’altronde i record sono fatti per essere battuti. Anche se a noi con il cuore rosso rampante fa male. Spiace abbiano trovato sul loro cammino una Ferrari a volte tragicomica, soprattutto nelle ultime tre stagioni, ed una Red Bull lontana parente di quella dei tempi d’oro.

Bottas. Voto.: revenant. Bottas non è un campione. E’ un buon pilota fedele alla causa e al leader riconosciuto del team. Ogni tanto, giustamente, si prende qualche soddisfazione facendo una buona gara. 

Ferrari: non vittorie, ma opere di bene

Hamilton. Voto: 7. Una gara ordinaria. D’altronde, perché rischiare, ormai il sesto titolo è statistica.

Vettel. Voto: due facce. Partenza imperdonabile dopo una strepitosa pole. Ha regalato la gara alla Mercedes. Poi impeccabile. Capita a tutti di commettere errori, fare partenze sbagliate.

Ferrari: non vittorie, ma opere di bene

Purtroppo, però, con questo errore si allunga la lista delle “colpe” che i detrattori buttano addosso a Sebastian. Avendo ormai molte frecce al loro arco.

Leclerc. Voto: 3. Partenza bruttina, Verstappen centrato, gara che si conclude come si conclude. Il ragazzo ha talento, ma dovrebbero dargli una calmata. A partire dal suo manager con il cognome blasonato. Si sarebbe distratto perché troppo concentrato su Vettel… vabbè faccio finta di non averla sentita questa…

Verstappen. Voto: 3. Anche lui ha non poche responsabilità per l’incidente con il galletto monegasco. Sono due belle teste matte…

Honda: Voto: 5. L’avevano preparata nei minimi dettagli per fare un figurone in casa. Manca ancora qualcosa…

Team Ferrari. Voto: 4. Dopo tre gare praticamente perfette, sono emerse tutte le fragilità, tutti i limiti di una squadra immatura alla vittoria, all’altezza, al vertice.

Ferrari: non vittorie, ma opere di bene

Se non ci sei abituato, stare sulla vetta ti dà le vertigini. Ora anche “divisa” in due fazioni, cosa probabilmente ingigantita dai media, ma comunque senza chiare indicazioni sulla gestione della gara. Il problema non è che la Mercedes avrebbe potuto vincere. Ma che soprattutto in Giappone gliel’hai servita su un piatto d’argento senza che loro facessero nulla. E loro sono bravi proprio perché non commettono errori. O ne commettono pochi e profittano dei tuoi, puntuali, errori.

Autore: Mariano Froldi –  @MarianoFroldi

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