martedì, Aprile 23, 2024

Briatore: Il Cavallino è un po’ il sogno di tutti…

Briatore: Il Cavallino è un po’ il sogno di tutti…


Il traguardo è di quelli importanti. Sono settanta gli anni compiuti da Flavio Briatore, imprenditore italiano di successo. Per l’occasione, l’ex direttore tecnico della Benetton si concede in una lunga intervista al Corriere della Sera. Tra le tematiche snocciolate non poteva certo mancare l’argomento Ferrari, da sempre una spina nel fianco per il manager di Verzuolo.

Malgrado i successi ottenuti, Flavio non è mai stato neanche vicino alla rossa. E forse, leggendo tra le righe delle sue ultime parole, un po’ di rammarico nella mente del piemontese esiste. La frecciatina al team di Maranello, comunque, non poteva mancare…

“Il Cavallino è un po’ il sogno di tutti. Personalmente posso dire che ho chiacchierato solamente un paio di volte con Giraudo. Detto questo, continuo a non capire come la squadra non riesca ad imporsi. Ha i finanziamenti, la storia e meccanici bravissimi. Non penso sia così complicato gestire la Ferrari… credo che manchi un raccoglitore di tutto.”

Fernando è da sempre nei pensieri dell’italiano. Lo si capisce facilmente dai continui richiami nelle sue interviste. Parlando dell’esperienza del campione spagnolo in Ferrari, Flavio fa un parallelo con la Bennetton raccontando un aneddoto molto curioso…

Alonso ha perso due mondiali non per colpa sua. L’errore del muretto del 2010, quando praticamente aveva già vinto, è stata una botta molto dura. Non avevo mai visto Fernando piangere… la storia della Formula Uno sarebbe cambiata. Comunque, è successo qualcosa di similare anche a me. A Suzuka, avevamo già preparato la festa con gamberi e ostriche convinti di aver già vinto. Perdemmo e ci ritrovammo io, Schumi che non parlava e il suo manager circondati da una marea di gamberetti…”

Briatore: Il Cavallino è un po’ il sogno di tutti…
Flavio Briatore e Michael Schumacher ai tempi della Benetton

Con un tuffo nel passato, Briatore ammette di sentire la mancanza del Circus, la sensazione di comando di una squadra corse e le conseguenti scelte da fare.

“La Formula Uno è molto lontana. Nonostante tutto, mi manca gestire una scuderia e avere continue decisioni da prendere. Quando ero in quel mondo tutti mi facevano la guerra. Al principio eravamo per tutti quelli che facevano i maglioni. All’epoca, consideravo la massima categoria del motorsport un prodotto come un altro. Ho vinto con tre squadre diverse sette mondiali in 18 anni, ma invece di dirci bravi qualcuno ci ha odiato tutta la vita come Mosley, l’ex presidente della FIA. Per fortuna ho sempre avuto l’aiuto di Ecclestone. Abbiamo fatto buone cose con Montezemolo quando con la FOTA ci siamo opposti a Mosley.”

In conclusione un pensiero va alla budget cup, questione molto in auge nelle ultime settimane. Flavio ribadisce la sua opinione…

Tutte le parti che non si vedono dovrebbero essere uguali. Più le monoposto sono simili, più emergono i valori dei piloti. Inoltre, le scuderie di medio livello possono essere competitive. La gestione del tetto spese dev’essere fatta con il regolamento, e non fissando una cifra. Decidere il numero di alettoni e le ore di gallerie del vento, magari sostituendo i Gran Premi classici con due manche da 40 minuti l’una…

Autore: Alessandro Arcari – @BerrageizF1 

foto: Formula Uno

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