Opinione

Mercedes: la scarpetta di Cenerentola

Mercedes: la scarpetta di Cenerentola


Mercedes è un sogno proibito, un ballo incantato al quale non tutti hanno l’onore di partecipare. Esistono i plebei, gli sconfitti, i reietti. O, più semplicemente, i piloti che hanno perso il treno giusto. Le stazioni sono luoghi incredibili, crocevia di destini. Letteratura e cinema ci hanno abituati a considerarli siti densi di significato, intrisi di una magia in grado di capovolgere i destini o di mutarli in tragedia. Rotaie e binari che si allungano o si oppongono come fossero messaggeri del fato, aruspici o vestali in grado di condizionare le sorti. Ma la Formula Uno non è Tolstoj e i suoi protagonisti non sono moderne versioni di Anna Karenina. Ci sono piste e nomi in grado di sovvertire ogni pronostico, di mandare al diavolo i luoghi comuni.

Mercedes e Bottas: un amore al capolinea. Trascinato, logorato e vetusto, ma ancora prima mai alimentato da una vera fiamma. Valtteri è la moglie perfetta, quella che aspetta dentro al focolare, in attesa di una riscossa che non avverrà mai. Invece la regina porta al ballo il più forte, il principe designato, con gli allori a coronare le treccine. Eppure, sebbene possa sembrare una consolazione da perdenti, il buon finlandese ancora può accarezzare la sua principessa, ballare con lei un lento, affrontare una danza senza fiato. Come quella di Imola.

Valtteri Bottas, Mercedes

Mettevi voi nei panni dell’ormai ridimensionato boscaiolo. La Mercedes è vostra e la potete guidare lungo le curve del mito: Piratella, Acque Minerali, Rivazza, Tamburello. C’è da perderci la testa. Anche se non ne avete quanto il più blasonato compagno. Anche se state difendendo un’anonima nona posizione. Valtteri si risveglia pilota, proprio perché è lontano dalla sua posizione naturale di scudiero. Si fa trascinare dalla leggenda, pure se incespica. Non è più uno dei tanti, ma è un combattente vero, che non lascia passare e mostra i denti.

Però la sua Mercedes fa gola, tanta gola. Anche alla sorellastra che abita in casa Williams e che non ha avuto nessuna fatina pronta a preparargli la carrozza. Anzi, a dirla tutta, questa vettura dei sogni l’ha pure calzata, ma gli andava stretta, perché si sa, per indossare le scarpette di cristallo bisogna soffrire. E George Russell lo ha fatto, indubbiamente, lasciando sul piatto una vittoria certa, solo a causa della malasorte. Ma da qui a scalpitare, a inveire, a tirare pugni sul casco, ci passa una bella distanza. Soprattutto se quel pilota è ancora rintanato nel bozzolo sicuro del suo abitacolo. Soprattutto se ancora non si conosce l’entità dell’incidente.

George Russell e valtteri Bottas dopo l’incidente Imola 2021

Il mite Valtteri è sconfitto. Dal cronometro, dal paragone, dalla stagione. Che si rivela in crescendo e non lascia più spazio a indugi o a errori. Ma questo non basta a giustificare la foga di Russell, neppure se dettata dall’adrenalina del momento. Il rischio c’è stato per entrambi. E non vale di certo la scusante, assurda e quasi ignobile, che non ci si aspettava una resistenza così strenua per una posizione di rincalzo. No caro George, non va così, neppure se non sei abituato a indossare una scarpetta preziosa. Bottas ha fatto il pilota, niente di più e niente di meno, difendendo ciò che era suo. Con fierezza e grinta, ma comunque con correttezza. Non poteva sparire ancora, perché già lo ha fatto troppe volte.

Dunque non c’è stato nulla di male in questo scontro, soprattutto perché entrambi ve la siete cavata solo con il rancore di ciò che poteva essere. La pista di Imola ci parla di altre storie, di altri incidenti, di orrori che è difficile dimenticare. Voi restate lì, tra auto squarciate, gomme afflosciate e coriandoli di detriti. Il dramma ammantato e attutito dai resti bonari di un cartellone di polistirolo. Una Williams e una Mercedes in pezzi, che fanno a gara tra i rottami da carrozzieri.

Ma, caro George, non conquisterai l’agognata scarpetta a suon di pugni sul casco del più debole, non pestando i piedi per un’incidente da concorso di colpa, in cui la responsabilità è per la maggior parte tua. Non servono fatine compiacenti e neppure un incantesimo. Per calzare il cristallo servono perseveranza, attitudine e umiltà. Altrimenti si fa la parte della sorellastra. Brava a vessare, perfida a scalzare. Ma non adatta a calzare cotanta meraviglia.


Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco

Foto: Mercedes, F1

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Veronica Vesco