Solo il titolo di questa analisi basterebbe per fotografare i 53 giri di Valtteri Bottas nel Gran Premio di Francia. Una stagione che si conferma essere difficile con sfortuna ed errori del muretto – e personali – ad alternarsi con una ciclicità tanto implacabile quanto beffarda. Di positivo c’è solo il fatto che il finnico abbia smosso la classifica dopo due battute d’arresto consecutive, ma il bicchiere è da considerarsi assolutamente mezzo vuoto.
Sergio Perez scappa via in graduatoria, Hamilton continua a stargli davanti in qualifica e ad avere un feeling assolutamente migliore con la W12 che, nonostante lo switch telaistico, risulta sempre abbastanza indigesta, specie sulla gestione delle gomme in gara, all’ex Williams che oramai è del tutto calato nel ruolo di scudiero che la squadra gli ha più o meno ufficialmente affibbiato durante lo svolgimento delle operazioni. Bottas ha almeno avuto uno scatto d’orgoglio quando ha platealmente criticato il suo team per la gestione strategica del GP. Ma vediamo nel dettaglio come sono andate le cose.
La pioggia mattutina ha contributo a lavare via la gommatura dal manto d’asfalto. I 53 giri si disputeranno comunque sull’asciutto grazie ad un vento abbastanza irregolare che ha iniziato a spirare un paio d’ore prima dello start. Il cielo è velato con temperature dell’aria di 25.8°C e quelle dell’asfalto di 37.5°C.
Ai novanta secondi il motore della W12 si avvia per prepararsi al giro di schieramento. Nella percorrenza del passaggio, complice una pista decisamente green, Bottas accentua la fase di riscaldamento degli penumatici con continui e repentini cambi di direzione. Stavolta il lavoro sembra pagare considerando come parte la W12 e come riesce a tenere agevolmente il passo della Red Bull di Verstappen.
Vediamo come è andato lo start. Bottas scatta bene, quasi quanto Hamilton che parte letteralmente a palla di cannone. Alla prima curva Verstappen va lungo. Lewis ne approfitta, Valtteri non riesce perché, nel momento in cui la 33 scarta, ha una leggera esitazione. Forse è distratto dalla manovra dell’olandese che, tra l’altro, rientra in pista in una zona non idonea. La direzione gara apre una breve investigazione che ritiene di chiudere immediatamente.
Nel primo giro l’ingegner Riccardo Musconi avvisa che può sfruttare la potenza necessaria per provare una manovra di sorpasso. All’inizio della terza tornata arriva la comunicazione relativa alla possibilità di usare il DRS e, contestualmente, HPP3-1 che regola l’erogazione ibrida.
Musconi, nelle prime fasi, chiede costantemente quale sia lo stato degli pneumatici e dà conto dei distacchi da Verstappen che resta sempre lì a portata di mano. Poi, alla sesta tornata, sul rettilineo del Mistral, arriva un messaggio che è un mix tra sfida e motivazione: “Show me how much pace you have on the switch“. E poi: “Management is very good“. Al muretto si respira la possibilità di avere la meglio sull’olandese e si certifica che il finnico è sul pezzo.
Al giro dieci le posizioni sono congelate, ma Bottas non molla perché segue da vicino, a 1.321, Verstappen. Musconi si apre in radio e dice “You are the fastest man on track“. In effetti, nel primo stint di gara, sarà proprio la vettura n°77 a detenere il miglior giro. Ancora Musconi: “Stai facendo un ottimo lavoro, fai il massimo che puoi“. Subito dopo impone STRAT 10 per gestire con più pacatezza la parte endotermica e per allungare la vita delle gomme come riferito dall’ingegnere imolese.
Il restare sempre incollato alla vettura che precede inizia a generare qualche grattacapo. L’anteriore sinistra se la passa maluccio come dimostra l’immagine successiva:
Stessa situazione che sta vivendo Hamilton. Cosa della quale Bottas è avvertito. Ma la sofferenza di entrambe le W12 è comune ad altre monoposto. Lo stesso Verstappen accusa un serio graining all’anteriore.
La guida si fa più nervosa, tant’è che alla tornata n° 12 Bottas fa un piccolo errore:
Subito dopo si apre in radio e si lamenta delle vibrazioni. Musconi lo invita a ritrovare passo e concentrazione. Al passaggio n°15 il distacco da Verstappen è relativamente contenuto visto che si aggira intorno ai 2.6 secondi. Il tecnico arringa il pilota: “Pushing hard. You can close the gap!” E’ il segnale che di lì a poco sarà tempo di pit stop.
La chiamata arriva al giro 17 dopo la solita criptica richiesta, nel passaggi precedente, di “balance check” operata da Musconi. “Box, box, box, brake balance for the line, clutch position standard” gracchia la radio.
Alla ripartenza arriva l’avviso che la pista è libera. Bottas è su gomme hard ed è in quarta posizione alle spalle di Sergio Perez. Nel giro di rientro in pista Musconi dà i tempi su Verstappen verso il quale si prova l’undercut. Ma l’olandese dà fondo a tutte le energie nel suo giro di rientro e, nonostante arrivi l’ennesimo incitamento da parte del tecnico, non c’è nulla da fare: Max è davanti. Ma come successo nel primo stint, non darà mai la sensazione di riuscire e scappar via. E forse qua nasce il cambio strategico che Mercedes non riesce a leggere.
Musconi avvisa quasi immediatamente che la strategia deputata è quella ad una sosta. Tant’è che comanda STRAT 11 per preservare le gomme al fine di arrivare in fondo.
Quando Hamilton esce dai box Bottas è molto vicino al compagno di squadra che ha perso tutto il vantaggio accumulato in una strategia scellerata. Il tecnico si apre in radio dicendo che può usare il DRS per sopravanzare la vettura 44. Un’indicazione non troppo convinta visto che Bottas si guarderà bene dall’attaccare il collega di garage che anzi proverà a proteggere, vanamente, nel finale di gara.
Il Gran Premio scorre via senza scossoni. Alla tornata 24 Sergio Perez è ai box e il finnico scala in P3, laddove era partito. Bottas è in corsa ancora per il bottino pieno perché i distacchi dalla vetta sono esigui.
Tre tornate dopo, quando è ancora negli scarichi di Hamilton, Musconi chiede di gestire il motore e le gomme applicando STRAT 7, una mappatura non troppo aggressiva.
Al passaggio 30 Bottas inizia a lamentarsi del graining sull’anteriore sinistra. In contemporanea chiede se c’è la possibilità di adire ad un “Plan B“, ossia ad una strategia a doppia sosta. Non arriva risposta affermativa. Musconi si limita a comunicare i distacchi su Perez, forse conscio di ciò che avverrà nel finale.
Al giro 32 il momento clou della gara: Verstappen è ai box per il secondo cambio gomme. Una strategia che si rivelerà perfetta e che Mercedes non leggerà. Scatenando le ire funeste di un finnico in versione vulcano in eruzione. Musconi comunica che Max è alle spalle di Perez e dispone STRAT 11. La W12 deve essere gestita con parsimonia per arrivare a fine gara.
Nei giri successivi Bottas cerca di gestire con oculatezza le gomme senza perdere troppo terreno da Hamilton che nel frattempo è in testa alla gara. Verstappen, che nel mentre si è bevuto in un sol sorso Sergio Perez, si avvicina con estrema rapidità arrivando a rosicchiare anche due secondi a tornata. Il contatto è prossimo e al giro 42 arriva un messaggio eloquente dalla Mercedes n°77: “Non pensate che possa tenere alle mie spalle Verstappen con questa gomma!“.
Al giro 43, quando Max è ormai un’ombra minacciosa che si allunga sul cofano della W12, Musconi ammonisce che anche Perez potrebbe arrivare. Una comunicazione non proprio incoraggiante per un pilota che dovrebbe guardare le spalle al compagno di squadra dall’arrivo dell’olandese.
Una tornata dopo la RB16B è a otto decimi sulla linea del traguardo. Il sorpasso sta per materializzarsi con Bottas, unica vera macchia del week end, a gestire maluccio il momento. Vediamo nello specifico.
Sul rettilineo del Mistral la Freccia Nera offre l’esterno. Musconi, due curve prima, aveva detto, mentendo platealmente, che Verstappen stava lottando con le gomme. Bottas arriva lungo alla chicane e l’olandese si avventa sulla prenda facendone un sol boccone. Valtteri è uccellato ed ora deve guardarsi dal ritorno di Perez.
Non arrivano comunicazioni finché Bottas si apre in radio inviperito come non mai: “Why the fuck does nobody listen to me when I say it’s going to be a two-stopper?“. E poi: “Fucking hell“. Le traduzioni le lasciamo a voi. Riccardo Musconi è annichilito e bofonchia, totalmente decontestualizzata, una risposta sul passo gara.
Il GP del finnico è rovinato, l’umore è sotto i tacchi, le gomme anteriori sono in uno stato non eccezionale e la Red Bull di Sergio Perez si fa ingombrante negli specchi retrovisori. Il terzo posto, che già di per sé era una delusione, sta per sfumare. “My tyres are fucking finish” urla Bottas. Musconi risponde irato dopo la mole di improperi che il finnico ha vomitato in radio: “Copy, we understand“. la tensione è ai massimi livelli.
Perez concretizza la manovra al giro 49. Stavolta Bottas lavora meglio alla chicane del Mistral tenendo bene l’interno. Ma la differenza tra le due vetture è clamorosa. Le traiettorie del messicano sono diverse e più efficaci e, in accelerazione, mangia centimetri di pista al rivale che nulla può: è P4.
Subito dopo la manovra nasce un breve conciliabolo tra muretto e vettura su un eventuale ulteriore sosta per provare a fare il giro veloce. Ipotesi scartata perché si metterebbe a rischio pure la posizione a ridosso del podio. La gara termina così, nella generale delusione e nella rabbia ancora non placata del finnico nonostante il sorpasso in classifica ai danni di Charles Leclerc. Magrissima consolazione. Musconi annuncia le posizioni alla bandiera a scacchi, dà indicazioni sulle mappature di rientro ed evita ogni sorta di ulteriore commento. Bottas è una statua di sale: effettua il giro in un silenzio surreale scandito dai giri motori che decrescono.
Molto si è detto sul campionato di Bottas ma questa volta nulla di negativo possiamo imputare al boscaiolo che è sensibilmente migliorato nelle prestazioni con il telaio che fino al GP precedente era stato usato dal compagno di squadra. L’arrendevolezza nei confronti di Verstappen è un dettaglio quasi trascurabile perché nel duello uno contro uno avrebbe comunque capitolato. E sarebbe successo massimo il giro successivo data la differenza di passo tra le due vetture.
Valtteri è stato “vittima” di un assetto strategico fallimentare. Lo scatto d’ira che abbiamo riportato è giustificabile, assolutamente comprensibile dato il momento. Un possibile secondo posto che si è tramutato in una mesta quarta piazza inutile nell’economia del campionato. Tra tre giorni è tempo di libere per il GP di Stiria, un tracciato che spesso ha sorriso a Bottas che è alla disperata ricerca di un week end normale in cui possa esprimere quel potenziale che non è smarrito.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV