venerdì, Aprile 19, 2024

Analisi on board Leclerc – GP Azerbaijan 2021: “non potevo fare molto di più…”

Pole. Undicesima in carriera. Partire dal palo ha sempre il suo perché, anche quando dopo pochi giri vieni sverniciato platealmente. Charles se lo aspettava a quanto pare: quando Hamilton e le due Red Bull lo hanno messo dietro, non ha proferito parola. Nemmeno una piega ha fatto. La cosa non è stata certo simpatica ma, alla fine, poco importa; non era quella la battaglia. La SF21, Monaco a parte, non può nutrire sogni diversi da quelli che tutti conosciamo. E’ stato bello sognare lungo le stradine del Principato, cosìcome lo è stato sabato, quando la vettura italiana ha staccato il crono migliore. Tuttavia, almeno sul pianeta Terra, le Rosse hanno un solo obiettivo possibile: centrare il terzo posto in campionato. E, possiamo starne certi, non sarà affatto facile…


Analisi on board Leclerc – GP Azerbaijan 2021: premessa

L’assetto scelto dai tecnici di Maranello è risultato super in qualifica. In gara un po’ meno. Non ci raccontiamo quella dell’uva… i fatti parlano chiaro: le Soft, domenica,sono durate da Natale a Santo Stefano. Alla terza tornata, infatti, il muretto box aveva già chiesto l’up date sugli pneumatici ad entrambi i ferraristi. Ma, d’altronde, lo si era già visto nelle FP2, quando il degrado, durante le prove high fuel, aveva aggredito le coperture Pirelli dopo pochi chilometri. Ciononostante, si è scelto di scaricare le vetture, dando così continuità alla strada intrapresa nel 2020. 

L’efficienza aerodinamica andava senza dubbio tenuta in considerazione a Baku, siamo d’accordo. Forse, però, a conti fatti e avendo a disposizione più cavalli rispetto alla passata stagione, trovare un compromesso meno “estremo” avrebbe garantito una gestione migliore nel primo stint, fase determinante per il risultato finale. Sì, perché al netto di quello che è successo più tardi con la Safety Car e la red flag, le Rosse hanno pagato a caro prezzo la prima parte di gara. Con le Hard non ci son stati particolari problemi, anche se l’attivazione non è stata immediata.


Analisi on board Leclerc – GP Azerbaijan 2021: la numero 16

Turbo engagement, bite point e pit limiter off. Dopo aver acceso il propulsore, oltre che sulle consuete procedure, il monegasco viene erudito sulle mescole montate dai competitor. Durante l’installation lap è molto importante lavorare sugli pneumatici, soprattutto quando, partendo dalla prima posizione, l’attesa per la partenza è maggiore. Dalla casella numero 1 la visuale è stupenda: tutti dietro la numero 16. Ottimo, lo stacco frizione non lascia nessuna chance agli avversari: Charles scatta alla grande e, con l’ausilio del K2, percorre il primo settore senza particolari pressioni alle sue spalle.

Tornata 1. La regia internazionale passa sulla telecamera posteriore della Ferrari e lascia presagire il peggio. In effetti, Hamilton si fa immediatamente minaccioso: il britannico scalpita e non ha alcuna intenzione di perdere troppo tempo per sbarazzarsi del ferrarista. Quattro curve più tardi, il sistema ibrido della Ferrari è già spompato. Il recupero dell’energia è necessario, tanto che Xavi chiede di passare alla modalità Soc 9. Per di più, sorridente e incravattata, si presenta una bella botta di sfiga, pronta a bucare i palloncini di una festa che è durata troppo poco: dispettoso, un ramo di un albero giace in traiettoria di curva 15. Leclerc lo vede, lo schiva e cambia traiettoria; dopodiché alza il piede, così Lewis ringrazia e si avvicina ancor di più. A quel punto, il sorpasso diventa una mera formalità. Inutile, l’utilizzo del K1 plus suggerito in radio,non evita la sverniciata all’esterno lungo il rettifilo. Lewis passa e la vettura italiana gira seconda in curva 1.

Trascorre solo una tornata e la stessa problematica si ripresenta: per fortuna, con il supporto dell’ala mobile Leclerc riesce a difendersi. La potenza extra proporzionata dalla parte ibrida viene “consumata” nel guidato, affidandosi al manettino dell’overboost sul rettilineo. Al giro 3, l’ibrido viene addirittura settato su Soc 10 eil supporto dell’Ers risulta praticamente nullo. D’altronde, quando la coperta è corta non si può fare molto di più. Mentre Verstappen passa e conquista la seconda piazza, il giovane pilota Ferrari, rispondendo ad Adami, fa sapere che l’angolazione del flap è corretta. 

Altro giro, altro regalo: questa volta è la Red Bull di Perez cheringrazia. Il messicano si mette dietro il ferrarista e lo relega in quarta posizione. Di lì a poco, si inizia a parlare di strategia; il quesito sottoposto al monegasco è semplice: “Plan A or Plan B?” Decisa, la risposta vira sulla prima opzione. Quando si torna ad una modalità Soc più consona, dopo aver percorso una manciata di chilometri, Charles mostra dubbi sulla decisione strategica concordata poc’anzi. Marcos conferma il Plan A, con la sosta (forzata) che giunge al giro successivo (le gomme avevano detto ciao) per stare davanti a Kimi dopo la sostituzione degli pneumatici.

La monoposto rosso corsa imbocca la pit lane alla tornata numero 9. Nella media, la sosta per montare un treno di Hard nuovo di pacca rispedisce in pista la Ferrari in nona posizione.. Benché debba ancora effettuare il cambio gomme, la referenza è Gasly,con un lap time di 47.0s: così, Leclerc spinge come un forsennato nell’in lap, con la chiara intenzione di tenere dietro il francese.

A posteriori, la tattica non produce i propri frutti: il bloccaggio dell’anteriore sinistra alla 16, infatti, compromette l’accelerazione verso il lungo rettilineo di 2.2Km. Quando Leclerc gira in curva 1, la sagoma della AT02 è già passata, relegando la Rossa in settima posizione. A battaglia persa, si passa ad una modalità ibrida adeguata (Soc 6), con il differenziale a centro curva diminuito di un punto. Charles chiede un quadro della situazione e l’ingegnere spagnolo lo aggiorna; nelle tornate successive il ferrarista corre tra le due AlphaTauri. Il ritmo, sufficiente per tenere dietro Tsunoda, non è, viceversa, abbastanza buono per avvicinarsi a Gasly. Dopo aver allungato il primo stint, Vettel effettua la propria sosta: con un treno di Hard, il tedesco si piazza dietro alla Rossa accusando un ritardo pari a 3 secondi. In questa fase di gara si entra in gestione. Al monegasco vengono suggerite varie “correzioni” a livello di guida: maggiore attenzione alla prima parte del secondo settore, alzare la velocità minima in percorrenza di curva 2, anticipare la frenata alla 8 per godere di una migliore trazione in uscita e, infine, migliorare la traiettoria in curva 16. 

Il ritmo della monoposto italiana soddisfa il muretto, sebbene, partendo dalla pole, le aspettative fossero ben altre. Nel frattempo, Sebastian riduce il gap portandosi a 1,5 secondi; tale distacco resterà invariato fino alla doppia bandiera gialla provocata dal botto di Stroll. Il canadese perde la vettura in pieno rettilineo, dopo una foratura alla posteriore sinistra. A questo punto, i servigi del neo cinquantenne Bernd Mayländer sono richiesti. La Mercedes rossa scende in pista per dar modo ai lentissimi commissari del circuito azero di ripulire la pista disseminata dai detriti. Mentre il gruppone si allinea, la pit lane resta chiusa per la vicinanza della AMR21 numero 18 all’entrata dei box. Le vetture si accodano alla Safety Car in attesa che la competizione riprenda vita. Sotto questo regime Marcos sottolinea in più occasioni l’importanza nel gestire le mescole. 

Vengono, pertanto, elargiti diversi comandi per mantenere le “calzature” Pirelli nelle corretta finestra di funzionamento e, benché dalla tornata 35 venga consentito l’acceso in pit lane, esortano Leclerc a restare fuori. Alonso, Giovinazzi, Mick Schumacher e Russell sono gli unici ad effettuare la sosta. In concomitanza con questa info, arriva la segnalazione che la doppia bandiera gialla terminerà il giro seguente: si riparte, infatti, quando mancano 16 tornate alla conclusone. Munito di K1, Charles attende lo strappo. Il riflesso, però, non è dei migliori e, quando Verstappen accelera, il ferrarista resta leggermente attardato. In curva 1, la numero 16 gira troppo larga e lascia un spazio troppo invitante per Vettel. Al tedesco non sembra vero: la AMR21 si getta all’interno, traziona e infila l’incredulo ex compagno di squadra.

Alla staccata di curva 2, nel tentativo disperato di recuperare la posizione, l’ottimismo di Leclerc prende il sopravvento. Andare sui freni in maniera troppo decisa, quando il warm up delle Hard tutta via non è ancora completato, significa bloccare l’asse anteriore. La vettura italiana striscia l’asfalto per una una ventina di metri e, quando riprende la direzionalità dell’avantreno, riesce a schivare Sebastian per un pelo. Il monegasco, dopo essersi calmato, si lamenta per le vibrazioni provocate dallo “spiattellamento” delle coperture: in rettilineo è impressionante quanto la numero 16 saltelli. Ciò malgrado, la gara continua e in nessun momento si parla di un’eventuale sostituzione dei compound. Nel mentre, lì dietro, benché Tsunoda si faccia sotto non riesce ad avvicinarsi quanto basta per tentare l’attacco. 

Mancano 10 giri alla fine e il ritmo della Rossa non sembra sufficiente per chiudere il gap su Gasly, superato anch’egli da Sebastian informastrepitosa. Dalla radio, arrivano parecchi consigli per cercare di gestire al meglio la monoposto. Tra questi, alcune modifiche ai parametri dei freni e un settaggio differente per il differenziale a centro curva. Quando la gara sembrava incanalata verso un mesto piazzamento, un ulteriore colpo di scena bussa alla porta. La sorte beffarda punta, colpisce e affonda Verstappen. La foratura della posteriore sinistra provoca il ritiro del leader della corsa. Charles mantiene la sinistra sul rettilineo e passa indenne schivando i detriti. Benché l’incidente non porti a nessuna conseguenza spiacevole, la furia del ferrarista si scaglia contro la direzione gara rea, a suo parere, di non aver chiamato immediatamente la Safety Car

In effetti, dopo un botto del genere e in quella posizione, la doppia bandiera gialla doveva essere istantanea per evitare qualsiasi rischio non, al contrario, tardare quasi un giro. Il passaggio delle vetture in pit lane è obbligato per dar modo ai commissari di ripristinare le condizioni necessarie a riprendere la corsa. Tuttavia, dopo un paio di tornate, la direzione gara matura una decisone: red flag. Il tempo a disposizione era poco e la corsa rischiava di concludersi dietro la Mercedes rossa. Tutti in corsia box allora.

A vettura spenta, Charles chiede se potranno sostituire gli pneumatici. La risposta è affermativa. Approfittando della pausa, il monegasco salta giù dall’abitacolo per espletare i bisognosi fisiologici. Circa 25 minuti più tardi, Leclerc torna in sella alla numero 16. Xavi fa sapere che le comunicazioni radio, a differenza del solito, si potranno utilizzare durante l’in lap, momento nel quale verra svelata la modalità della ripartenza: “Standing o rolling”. La posizione in griglia sarà la quinta, sulla parte destra, mentre per il il via mappatura ibrido Soc 7 si combinerà con l’utilizzo dell’overboost K1

Quando le vetture debbono ancora ripristinare la propria marcia e dopo un rapido conciliabolo con i suoi collaboratori, Masi, un pò a sorpresa, opta per una standing start. Messo al corrente della situazione, il monegasco si interroga sulle procedure da espletare: “Sono sempre le stesse” la risposta di Marcos che, prontamente, le elenca al compagno di merende. Finalmente, l’azione interrompe la noia e si scende in pista per disputare gli ultimi due giri del Gran Premio dell’Azerbaijan. Tutti i piloti, ovviamente, hanno deciso di montate un treno di scrub Soft.

Quando il semaforo rosso si spegne, l’ennesimo colpo di scena non tarda ad arrivare. Lewis, malgrado lo stacco frizione sia buono, blocca l’anteriore (clicca qui per saperne di più) e si auto elimina dalla bagarre per i primi posti. Anche Charles gode di un ottimo spunto e, sebbene riesca a guadagnare diversi metri su Gasly, il francese è bravo a mantenere la terza posizione. La battaglia tra i due si ripresenta alla tornata successiva. La numero 16 succhia tutta la scia della AT02, scarta a destra e prende qualche metro di vantaggio, ma Pierre non molla, tira la staccatona e si appropria nuovamente del terzo posto.

Benché il combattimento si ripeta nei due allunghi successivi, i tentativi sono ancora una volta respinti al mittente, con la AlphaTauri che sbatte la porta in faccia alla Rossa. Non ci saranno altre occasioni e il ferrarista, sconsolato, si dovrà accontentare di un quarto posto. Un piazzamento che, tutto sommato, non è certo da buttare. Nell’ultima comunicazione radio arrivano i complimenti di Marcos per la buona gara disputata. Charles non è affatto contento, però. Come lui stesso ricorda, la consapevolezza che non avrebbe potuto fare molto di più non è un sentimento facilmente assimilabile.

Il deficit della PU italiana resta importante: se in qualifica il sistema Ers non presenta particolari problemi, in gara, invece, l’efficienza dell’ibrido va spesso in affanno per la mancanza di cavalli. Inoltre, le soft sono finite troppo presto e la strategia obbligata non ha reso, mentre le Hard, più competitive, hanno palesato qualche problema di troppo nel warm up. Tuttavia, in estrema analisi, se osserviamo con ottimismo il risultato di Baku possiamo sorridere al piccolo passo in avanti verso il vero obiettivo stagionale della Ferrari: battere la McLaren.


Autore: Alessandro Arcari – @Berrageiz

Foto: F1 TV

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