Parliamoci chiaro e partiamo da un presupposto che non ha bisogno di dimostrazioni. E’ un assunto chiaro e di evidenza solare. La F1 non è un paese per puri. Il più pulito ha la “rogna” e tutti mentono, a parte forse Binotto (clicca qui per saperne di più) che però ha anche lui il suo bel caratterino e le sue idiosincrasie. La F1 non è il paese dell’etica, semplicemente perché gli esseri umani sono legni storti, un miscuglio di bene e male, di ipocrisia e grandezza. E probabilmente non cambieranno mai. Pur tuttavia, nel circo della velocità c’è una star di prima grandezza, una vetta inarrivabile di “paraculaggine”, “trolleria”, “mega-piangineria”, “bugiarderia”.
Sì, lo avete capito, sto parlando di mister Wolff-risolvo problemi. Quando penso a Toto ho reazioni ambivalenti. Da una parte, sportivamente s’intende, lo odio. Dall’altra, sempre sportivamente s’intende, lo ammiro. Tanto che, in tempi non sospetti, pensavo (e l’ho pure scritto) che sarebbe stato il team principal ideale per riportare fra i vincenti la Ferrari (leggi qui le ultime novità sul team italiano). Perché Toto è un vincente. Ma ha soprattutto l’arte di cui parlavo in premessa: spara panzane a ritmo feroce, come se fosse una sorta di mitra con caricatore infinito.
Nel mondo narrato da Wolff, la Mercedes in questi anni di F1 ha lottato ferocemente contro avversari più forti di lei (mentre vinceva filotti di gare con il braccio fuori dal finestrino). Ogni gran premio c’è qualcuno che potenzialmente va più forte, ci sono così tante insidie, mamma mia, e via discorrendo. Per non parlare poi di come il nostro minimizzi i casini combinati dai suoi piloti e amplifichi quelli degli altri. O come insinui, suggerisca, ipotizzi. Sempre con quell’aria da finto tonto, quella faccia da buono con il coltello metaforico dietro la schiena.
E’ riuscito pure a rendere ancora più antipatici (e non è che prima fossero mostri di simpatia) quelli della Red Bull, che nel confronto dialettico ne sono usciti a pezzi.
Roba da masterclass, insomma! Però ti resta poi il retrogusto amaro… perché sai che lui potrebbe vendere ghiaccio agli eschimesi. Un’intelligenza mefistofelica insomma, forse seconda solo a Brawn che, dalla sua, ha anche una formazione da ingegnere.
Prendiamo le ultime dichiarazioni di mister Toto… in un video pubblicato sui social, e preparatevi con i pop-corn: “Credo che vestiamo ancora i panni del cacciatore, non quelli della preda”. E ampliando il concetto: “Il fatto di essere cacciatori ci permette di presentarci in pista spinti dal gusto della sfida che affrontiamo con divertimento, non abbiamo niente da perdere dato che abbiamo un deficit a livello di competitività nei confronti dei nostri rivali”.
Insomma Davide contro Golia. La poetica chiosa finale sulla lotta contro i bibitari: “Continueremo a combattere ogni weekend nella speranza che questo sia sufficiente a tenere aperto il campionato fino alla fine”. Cioè, loro sono davanti, mica la Red Bull! E sui miglioramenti evidenti della Mercedes AMG F1: “Abbiamo capito come sfruttare a dovere le coperture e la nostra prestazione è stata decisamente più convincente in Gran Bretagna e in Ungheria”. Vabbè, qui c’è la perla.
Ad essere cattivi gli si potrebbe chiedere se le nuove mescole portate da Pirelli proprio in Inghilterra abbiano aiutato (e ovviamente non sto dicendo che ci sia dietro chissà quale complotto)… Ecco il punto, il vero “mistero” buffo. Perché i media (tutti ma proprio tutti, compresi quelli tricolore) ci cascano sempre e come cagnolini scodinzolanti si bevono ogni parola che esce dal pifferaio della stella a tre punte, che detta tempi, motivi, polemiche? Mai nessuno che gli dica: “O Toto… ma mi faccia il piacere!” (come diceva il mitico Totò).
Ah… saperlo!
F1-Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
F1-Foto: Alessandro Arcari – @Berrageiz – Mercedes