La scorsa stagione fu podio, l’ultimo acuto di Sebastian Vettel al volante di una F1 tutta rossa. Le condizioni meteo avverse diedero una chance ad una vettura, quella con il Cavallino Rampante sulla scocca, bizzarra e a tratti inguidabile, di scrollarsi la mediocrità da dosso. E fu così che la SF1000 sembrò quasi una monoposto competitiva. Esperto, il tedesco fu lesto ad approfittare dell’eccessivo ottimismo di Charles e all’ultima curva, dell’ultimo giro, il lungo del monegasco aprì la porta al terso posto. Sebbene lo scenario 2021 veda senza alcun dubbio un contesto dove la SF21 sarà in grado di esprimersi in un maniera decisamente più competitiva, saranno diversi i fattori da valutare per estrapolare il massimo dal pacchetto a disposizione.
La pista che sorge nella parte asiatica della città di Istanbul offre diversi punti dove poter esprimere la potenza della power unit. Ciò malgrado, la presenza importante di varie zone guidate obbliga le squadre ad adottare un pacchetto aerodinamico da alto carico. Il tratto misto presenta sequenze di curve medio veloci che culminano nella famosa curva 8, una piega sinistrorsa composta da ben quattro apici che ormai i piloti percorrono in piena, grazie all’enorme downforce che le attuali F1 sono in grado di generare.
Un aspetto fondamentale da mettere sotto la lente di ingrandimento riguarda i diversi cambi di direzione che offre Istanbul Park, dove una vettura agile sarà in grado di sfruttare al meglio le proprie caratteristiche per ottenere riscontri cronometrici adeguati. In Russia abbiamo notato come aumentare di qualche punto il carico verticale al posteriore ha migliorato notevolmente il comportamento delle monoposto. Sulla pista che si srotola lungo la regione della Tuzla, probabilmente, assisteremo a qualcosa di diverso. Un asse anteriore un pelo più carico determinerà una maggiore precisione in inserimento, fondamentale per riuscire ad estrarre il massimo dal tratto misto.
Da questo punto di vista la SF21 sarà messa a dura prova. Abbiamo parlato spesso del fatto che molti problemi riscontrati sulla vettura del Cavallino siano in qualche modo imputati ad un anteriore non troppo performante e spesso incerto. A riprova di quanto detto l’esperienza maturata nei primi due terzi del calendario 2021, dove su diverse piste l’auto modenese è stata limitata dall’assale anteriore che ha sofferto carenze di rotazione. Problematica che a più riprese ha prodotto un stress eccessivo sulle mescole.
I tecnici di Maranello, pertanto, dovranno essere abili nello studiare il comportamento della vettura e suggerire, una volta elaborati i feedback dei piloti, le modifiche per ottenere una messa a punto ottimale e “contenere” il suddetto comportamento controproducente che in determinate occasioni prende vita sull’anteriore.
Adottare un setup frontale troppo morbido per garantire un grip maggiore, in questo caso, potrebbe essere in percentuale anche contro producente. Questo perché si andrebbe a compromettere l’handling della vettura nei cambi di direzione. Potremmo quindi vedere un avantreno minimante più carico ma che dovrà comunque essere bilanciato con il retrotreno per non svantaggiare la percorrenza dei tratti di pista ad alta velocità. Un bel grattacapo, insomma.
Anche da questo punto di vista le prospettive sono impegnative per la Ferrari. Similmente a quello osservato in Russia, come detto in precedenza anche Istanbul possiede una curva ad ampio raggio ed elevata velocità di percorrenza: l’iconica numero 8. Lo stress prodotto sulla parte esterna della carcassa dello pneumatico sarà davvero alta sul giro push e soprattutto andrà ad inficiare negativamente sul race pace la domenica.
Nel dettaglio sono diversi i punti dove i compound saranno costretti ad assorbire un eccesso di energia, situazione che con ogni probabilità potrà causare il fastidioso fenomeno dell’overheating causato dagli sforzi laterali e longitudinali. Ecco perché riuscire a mantenere stabili e nella corretta finestra di funzionamento le mescole non sarà poi così scontato pensando alle caratteristiche intrinseche della Rossa, vettura che ha mostrato spesso una discordanza fatale tra gli assali. Fattore in grado di produrre disequilibri aerodinamici importanti che hanno costretto i ferraristi a lottare non poco con le vetture.
In Russia le mescole hanno dato diversi grattacapi agli alfieri della Rossa e i tecnici di Maranello, dopo aver analizzato al simulatore i dati raccolti durante il fine settimana, non hanno avuto risposte esaustive sul comportamento della vettura in quel di Sochi. Nota a margine, va rimarcato come la micro rugosità dell’asfalto del tracciato turco sarà senz’altro migliore di quella presente durante la passata stagione. I vari interventi effettuati nelle ultime settimane, infatti, con il chiaro obbiettivo di innalzare il grip in condizione di pista bagnata si noteranno anche con il fondo asciutto.
Considerando il tipo di pista, il carico aerodinamico che verrà utilizzato e la lunghezza del percorso, 10 Cv all’Istanbul Park valgono circa 2 decimi di secondo per ogni tornata. A prima vista potremmo definire il tracciato turco non troppo sensibile alla potenza dei motori. Ciononostante le monoposto percorrono il 70% circa della tornata con la farfalla dell’acceleratore aperta. L’endotermico, di conseguenza, reciterà un ruolo importante che necessariamente dovrà essere supportato dalla parte ibrida dell’unità di potenza italiana.
Prendendo in esame il layout di Istambul posiamo dire che l’unica vera frenata impegnativa è quella relativa a curva 12. Sebbene la carenza di forti staccate renderà il compito dell’MGU-K decisamente meno incisivo, il recupero dell’energia cinetica e dell’entalpia dei gas di scarico in eccesso, ottenuto attraverso il moto generatore MGU-H, svolgerà comunque un ruolo chiave.
Elemento che è stato rivisto proprio nell’ultimo update prodotto dagli ingegneri di Maranello durante il mese scorso che, malgrado l’incremento limitato ad una percentuale su ogni tornata in quanto regolato dalle norme tecnico-sportive, è in grado di accrescere la competitività del sistema ibrido supportato da batterie molto più efficienti in grado di massimizzare le fasi di accumulo, gestione e rilascio della potenza elettrica.
Come anticipato da FUnoAnalisiTecnica nella mattinata di ieri (leggi qui il report completo), entrambe le SF21 saranno munite dell’ultima specifica di power unit prodotta dalla scuderia modenese e lo stesso Carlos Sainz potrà usufruire della potenza extra messa a disposizione dall’aggiornamento. Surplus disponibile dal sistema ibrido che subirà un ulteriore piccolo aumento durante questo weekend, deliberato in seguito ai buoni riscontri sull’affidabilità.
Autori: : Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Scuderia Ferrari – Nicolas Carpentiers – @NicolasF1i