sabato, Aprile 20, 2024

Red Bull vs Mercedes: la sottile guerra strisciante

Toto Wolff vacilla, la sua proverbiale sicurezza latita, lasciando il posto a un’incertezza malsana in F1, a un nervosismo tangibile. La forza titanica delle sue parole si è smussata e persino il linguaggio del corpo tradisce qualche tentennamento. Una sorta di preoccupata e preoccupante involuzione dettata dal timore di non essere più il numero uno indiscusso. Il team principal Mercedes ha fiutato nell’aria il pericolo della sfida, ha lanciato molti sassi, ma l’avversario non vuol saperne di abboccare, anzi rilancia.

Christian Horner è scaltro, sa pungere e provocare. Toto non cade nelle trappole tese, ma pare meno incisivo nelle repliche, poco sfacciato e minimamente brutale. Segno che i tempi sono cambiati e che il mondiale potrebbe prendere la strada di Milton Keynes. Horner è consapevole della grande occasione, allora attacca. Lascia intendere che l’era del dominio Mercedes è finita, forse per sempre o almeno per molto tempo. Sottolinea quanto sia difficile, per chi ha sempre stravinto, tornare con i piedi per terra e fronteggiare problemi e sconfitte.

Cose all’ordine del giorno per i comuni mortali, ma ormai dimenticate dagli dei anglo-tedeschi, ebbri di trionfi, storditi dai record. Ecco allora che può arrivare il passo falso, l’errore decisionale, l’inciampo inopportuno. Il muretto delle Frecce Nere, ad esempio, si è rivelato ben lungi dall’essere impeccabile, ora che la situazione si fa più ardua e le decisioni pesano come macigni.

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Toto Wolff, team principal della scuderia Mercedes AMG F1 Team, durante il fine settimana del Gran Premio di Ungheria edizione 2021

Non c’è più la superiorità imbarazzante che consentiva di impartire lezioni in mondo visione, di sciorinare strategie azzardate, di osare tattiche inusuali. Ora Mercedes AMG F1 deve essere cauta, poiché qualsiasi speco potrebbe rivelarsi letale. Toto se ne sta rintanato nel suo box, osserva tutto con attenzione, ma il proverbiale sopracciglio corrucciato esprime tutte le perplessità meglio di quanto potrebbero farlo centinaia di parole.

Un leone in gabbia secondo Horner, che preferisce vivere ogni attimo della gara dal muretto, insieme ai suoi uomini, ‘in prima linea‘ come lui stesso afferma, lasciando trasparire che di guerra si tratta. Una guerra aperta e senza esclusione di colpi. Wolff in ombra, quasi in disparte, proprio lui che da oltre sette anni è il mattatore della scena. E Horner che quella scena se la sta pian piano riprendendo, inscenando il suo personale monologo sul palco, sicuro di sé come un attore consumato.

Intermezzi pepati, frasi egregiamente modulate nell’eco del teatro, dardi infuocati capaci di accrescere la tensione di una battaglia che in F1 non è solo sportiva, ma anche psicologica. Red Bull fa la voce grossa in pista, ma non sfigura all’interno del paddock, facendosi largo a suon di provocazioni, conquistando spazio con carattere.

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uno scatto del britannico Christian Horner, team principal della scuderia austriaca Red Bull Racing Honda, al muretto box durante la stagione 2021

Toto incassa, risponde a tono, da persona intelligente e lungimirante qual è. Ma ha un po’ perso il mordente e la calma, semplicemente perché non è abituato a perdere. Allora eccolo, non più così mastodontico, non più signore della F1, quasi stranito da una situazione che non riesce del tutto a controllare. Mercedes è forte, ma non quanto dovrebbe. Red Bull invece è cresciuta con costanza e ha ben impressi nella mente i lunghi anni di vacche magre, fatti di rincorse e di delusioni.

Cose che aiutano e fortificano, specie ora che serve dare il massimo senza esitare. Horner ci crede, ma soprattutto crede nel suo asso. Laddove Hamilton sembra tradire una certa inquietudine e lanciare i primi segnali di un trepido affanno, Verstappen appare solido e sfrontato. Risponde colpo su colpo alle astuzie verbali di Lewis, senza troppi giri di parole, facendo valere la dura legge della pista.

Il sette volte campione del mondo di F1 gioca al ribasso, negando di essere il favorito nella lotta al titolo. Lancia l’alloro in direzione di Max, nel vano tentativo di generare ansia, di incutere soggezione. Ma l’olandese è fatto di un’altra pasta, plasmato nel marmo e non si lascia scalfire. Granitico come una roccia, pare immune alla pressione.

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il colloquio tra l’olandese Max Verstappen e il suo team principal Christian Horner (Red Bull Racing Honda) durante la stagione 2021

Ecco perché Verstappen rappresenta la carta vincente di Red Bull, il valore aggiunto, l’uomo del domani. Da qui la sicurezza di Horner, che non perde occasione per rimarcarlo, in un sottile esercizio di retorica teso a destabilizzare sir Lewis. Max riuscirà a detronizzarlo? Restano ancora sette finali, sette round fatti di vizi e virtù, in cui tutto è lecito e molto è concesso. Anche agitare le acque provando a colpire l’inconscio e a rivelare insospettabili fragilità.


F1-Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco

Foto: Red Bull Racing Honda. Mercedes-AMG F1 Team

Veronica Vesco
Veronica Vesco
Il candore di un foglio bianco che m'invita alla scrittura. Il fragore di una monoposto rossa che accende la mia natura. Due colori tratteggiano il mio profilo fin dall'infanzia. Due colori capaci di accompagnarmi nel tempo, assumendo molteplici tonalità, sfumate dagli eventi della vita. Da una penna a una tastiera. Da un'auto a pedali agli autodromi. Da una laurea in Lettere al primo libro. Sempre nel segno di una Ferrari. Sempre con il sogno di cavalcare le mie passioni.

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