venerdì, Aprile 19, 2024

F1 2022: possibile stop alla Sprint Qualifying

Il sospetto era fondato e conferme in tal senso sono puntualmente giunte: il mondiale di F1 2022 “rischia” di vedere dimezzato il numero di qualifiche sprint. Nelle varie bozze che hanno portato alla definizione completa del calendario abbiamo visto che non si faceva praticamente mai menzione del controverso format. Non solo, nel deliberare il nuovo week end di gara (per ulteriori dettagli leggi qui), la F1 si è limitata a descrivere come si svolgeranno le operazioni nei fine settimana canonici. La gara del sabato, insomma, ha avuto, fino a questo momento, la consistenza dell’ectoplasma. Da qui il timore che qualcosa di strano stesse bollendo nel pentolone.

Il programma 2022, strombazzato ai quattro venti prima da Ross Brawn e poi da Stefano Domenicali, due pezzi grossi di Liberty Media, doveva constare in ben sei weekend comprendenti la sprint qualifying. Sondaggi bulgari, secondo i plenipotenziari del colosso statunitense che ha acquisto la F1 da Bernie Ecclestone, che raccontavano di una fan base entusiasta di cotanta rivoluzione. Premesso che nessuno ha dato credito a questi trend, sono i team ad essersi messi di traverso.

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Max Verstappen (Red Bull Racing) guida il plotone dopo la partenza della qualifica sprint del Gp di Monza 2021

In background, la categoria ha vissuto giorni frenetici. Con strappi e ricuciture dell’ultimo istante. Alla fine avrebbe vinto il solito compromesso tra chi chiedeva un aumento sostanzioso al budget cap per disputare le sei gare in questione e chi pretendeva che non vi fossero stravolgimenti alle linee guida presentate qualche mese fa. Dalla montagna è uscito un topolino spelacchiato: anche nel 2022 potrebbero essere tre i weekend con gara sprint. Il condizionale è d’obbligo perché non v’è certezza alcuna.

Come si può immaginare la questione è pecuniaria. Alcuni team domandavano denaro extra per ratificare la presenza in calendario delle sei gare sprint. Mercedes, Ferrari e Red Bull spingevano affinché limite di spesa fosse incrementato sensibilmente. Questo a titolo di risarcimento per eventuali spese maggiori a fronte di danni o incidenti vari.

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Christian Horner (Red Bull Racing Honda), Toto Wolff (Mercede AAMS F1 Team) e Mattia Binotto (Scuderia Ferrari) a colloquio

Ma è vero che i sei appuntamenti del sabato avrebbero determinato un automatico incremento delle uscite? Il 2021 ci può essere d’aiuto in questa valutazione. A ben vedere, difatti, nessuna delle manifestazioni svoltesi nell’annata passata ha aumentato in maniera drammatica i costi affrontati dalle dieci compagini. In termini di km disputati siamo sugli stessi livelli di normali turni di libere.

Ovviamente va detto che un conto è il livello di aggressività che si usa in una sessione di prove, un altro è quello necessario per avere la meglio degli avversari. Quindi sei gare suppletive avrebbero potuto determinare usura maggiore delle componenti-auto e delle power unit. Che, anche nel 2022, saranno tre. Per 23 appuntamenti: pochine.

Nel 2021 l’unico incidente verificatosi durante una qualifica sprint è stato quello di Pierre Gasly, a Monza. Su questo fronte, quindi, il paventato rischio di cui parlano alcuni team non ha avuto riprove nella prassi. Ma ogni stagione fa storia a sé. Sul piatto, per prevenire eventuali problematiche, erano stati messi 2,6 milioni di dollari aggiuntivi. Un’indicazione arrivata dalla Hass che si è fatta latrice delle volontà dei team di fascia medio-bassa.

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F1. L’olandese Max Verstappen esce illeso dal violentissimo scontro sulle barriere all’esterno della Copse dopo la collisione con Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1 TEAM) durante il primo giro del Gran Premio della Gran Bretagna edizione 2021

Ad opporsi, come detto in apertura, sono state le tre scuderie che l’anno passato hanno monopolizzato le prime tre posizioni nella graduatoria costruttori. Come se ne esce? Al momento è difficile dirlo. Tre Sprint Qualifying sembra il massimo ottenibile e potrebbero non esservi nemmeno i margini per arrivare a questa quota. Perché servono otto voti per incrementare tale numero. E, ad ora, non ci sono. Ovviamente dire quali potrebbero essere i tre gran premi in cui vedremo il format in questione è impossibile. Ogni previsione andrebbe incontro a clamorose smentite.

Diverso, in conclusione, è lo scenario che si prospetta per il 2023. Per l’anno venturo, infatti, serviranno “solo” sei voti per ratificare l’esecuzione di altrettante qualifiche sprint. Una maggioranza assolutamente più semplice da racimolare in un contesto, quello della F1, in cui le alleanze cambiano col mutare del vento.


F1-Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Red Bull Racing

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