F1 – L’ottimo inizio di stagione dei team motorizzati Ferrari, conferma le qualità della power unit made in Maranello, in ragione dei diversi concept aerodinamici adottati da Alfa Romeo e Haas, non lasciando indifferenti i diretti rivali del midfield dello schieramento.
A finire questa volta nell’occhio del ciclone è la Haas, rea di aver realizzato una vettura troppo simile alla F1-75, sospetto alimentato dal fatto che il team a stelle e strisce si è trasferito in un ufficio di progettazione con sede proprio a Maranello.
In Formula 1 la condotta di chi copi parti e/o forme di una vettura concorrente costituisce una violazione di numerosi diritti di proprietà industriale di cui una casa automobilistica sia titolare tra i quali diritti sui segreti industriali, diritti su eventuali design registrati e/o di fatto, diritti su eventuali marchi di forma registrati e/o di fatto e diritti di brevetto su componenti e/o parti della vettura.
Tuttavia la progressiva standardizzazione di molte componenti delle monoposto, ha ridotto notevolmente le aree in cui si possa incorrere in una violazione dei diritti di proprietà industriale e intellettuale.
La storia della F1 è ricca di progetti che andavano ben oltre alla visiva affinità con una monoposto rivale, e se in alcuni casi si è parlato di plagio in altri casi la somiglianza è figlia di una strategica sinergia tra due team.
Il caso più emblematico risale al 1978, quando il neonato team Arrows svelò la FA1, realizzata attraverso le competenze e i disegni acquisiti dalla Shadow DN9, monoposto della scuderia dove la maggioranza dei membri fondatori aveva prestato la propria opera professionale fino all’anno prima.
Don Nichols, patron della Shadow, capì che qualcosa non quadrava quando la monoposto realizzata dai suoi ex dipendenti riuscì a sfiorare la vittoria nel gran premio del Sudafrica prima di essere costretta al ritiro a causa di un’avaria del motore. Troppa roba per un team debuttante.
Nichols, convinto della fondatezza dei suoi sospetti, citò innanzi il tribunale di Londra i tecnici ex Shadow al fine di evidenziare la violazione della proprietà intellettuale dei progetti della propria monoposto, la DN9. I giudici inglesi recepirono la tesi accusatoria di Nichols, e la sentenza fu durissima.
Il tribunale ordinò ai membri della Arrows di distruggere le tre FA1, nonché il pagamento di una multa pari all’equivalente all’epoca di 100 milioni di lire ed il risarcimento danni nei confronti del team Shadow per una somma all’epoca pari a 500 milioni di lire.
A metà degli anni novanta suscitò molte polemiche la somiglianza tra la Benetton B195 e la Ligier JS41 anche in relazione al duplice ruolo di Flavio Briatore come Team Principal della Benetton e azionista di maggioranza della scuderia transalpina.
La tematica è tornata di attualità contestualmente alla rinnovata competitività delle power unit Ferrari anche nel 2018 quando la somiglianza dei progetti tecnici e soprattutto le impressionanti performance della VF-18 provocarono il malumore della concorrenza che aveva etichettato la monoposto stelle e strisce con l’appellativo di “Ferrarina”.
La stagione 2020 è stata segnata dalle polemiche in merito alla affinità tra la Racing Point RP20 e la Mercedes W10 del 2019.
In questo caso alle polemiche seguì il reclamo della Renault con l’accusa di aver violato gli articoli 2.1, 3.2 e degli Articoli 1, 2 e 3 dell’Appendice 6 del regolamento tecnico che elenca le parti che devono essere progettate internamente senza alcuno scambio di know-how tra due team.
A valle delle verifiche condotte dalla FIA, la Racing Point fu sanzionata con 15 punti di penalità e 400mila dollari di multa con l’accusa di avr copiato le prese d’aria dei freni anteriori e posteriori dalla Mercedes W10 del 2019.
E veniamo dunque alle polemiche odierne sollevate curiosamente da colui su cui la Renault puntava il dito nel 2020, Otmar Szafnaur, attuale team principal dell’Alpine.
Il manager statunitense di origine rumena ha espresso la necessità di fare maggiore chiarezza nell’ambito della collaborazione Ferrari-Hass che sembra essere una relazione più intima di una semplice partnership cliente-fornitore:
“La Haas è una piccola squadra che ha fatto bene durante l’inverno, dall’ultima alla terza squadra più veloce. Ciò è un po’ sorprendente. Pensavo che l’ordine gerarchico sarebbe rimasto quasi lo stesso perché generalmente, in un grande cambio di regolamento, negli anni in cui sono stato in F1, più grande è il cambiamento di regolamento, più è favorito chi ha esperienza, infrastrutture e gli strumenti per sfruttare concretamente le nuove regole. Quindi, è un po’ sorprendente che la Haas sia dove è. Confido che la FIA indagherà e arriverà alla giusta conclusione su quanto siano simili le due vetture“.
E’ infine interessante evidenziare la fine strategia del team statunitense che nella presentazione della livrea del 4 Febbraio ha svelato una monoposto 2022 che non era una showcar dipinta di bianco, rosso e blu, ma dava l’impressione di un progetto definitivo con sidepods molto piccoli.
Questo ha consentito di svelare le carte, e le somiglianze con la F1-75, solo nei test di Barcellona, riuscendo a differire le polemiche che sono comunque sono puntualmente arrivate e la cui entità sarà direttamente proporzionale alle performance del team a stelle e strisce.
F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing F1, Scuderia Ferrari