F1. Contrordine! Helmut Marko – sempre lui, solo lui – ci ha ripensato. L’austriaco aveva passato l’intero inverno a lodare Carlos Sainz per una stagione 2021 chiusa con un ottimo quinto posto alle spalle dei quattro piloti che potevano disporre di una monoposto di un altro livello rispetto alla Ferrari SF21.
In effetti non era semplice, al debutto in rosso, avere la meglio di un fuoriclasse come Charles Leclerc che l’ambiente di Maranello lo frequentava da molto più tempo. Non che il distacco tra i due alfieri della Scuderia sia stato ampio, parliamo di 5,5 punti. Ma tanti ne sono bastati per vedere Lando Norris inframezzarsi tra i due. Ecco che la differenza è sembrata sensibile: Carlos quinto, Charles settimo.
Ovviamente, scavando nelle dinamiche dell’intero campionato, ci si avvede che sono state tante le occasioni in cui il monegasco, anche per sue responsabilità, ha perso punti preziosissimi che l’hanno fatto attardare in graduatoria.
Nonostante ciò nessuno si è mai lontanamente sognato di derubricare il talento di un pilota che invece ne ha da vendere. Le annate sottotono capitano e sovente dipendono da un contesto tecnico non proprio esaltante. Nel 2022 la musica è cambiato di botto. In due gare il frutto dell’Academy Ferrari ha immediatamente messo le cose in chiaro: una pole position ed una prima fila, una vittoria e un secondo posto a distanza infinitesimale da Max Verstappen.
Sainz non ha fatto male: una seconda piazza in Bahrain e un terzo posto a Jeddah sono uno score più che dignitoso in valore assoluto. Ciò che colpisce, però, è come lo spagnolo non sia mai stato seriamente in grado di impensierire il collega di garage. Carlos l’ha candidamente ammesso nella sua tipica onestà intellettuale: le vetture 2022 non le ha ancora ben comprese. Non ha il feeling giusto con le auto ad effetto suolo che montano gomme da 18 pollici.
L’adattamento al nuovo contesto sta procedendo forse più lentamente del previsto. Cosa che, è un dato di fatto, sta allargando la forbice in punti col compagno di team. Una “deriva” che bisogna immediatamente arginare se non ci si vuole ritagliare un ruolo da scudiero nella lotta di Leclerc al titolo mondiale.
Un Sainz che torna in battaglia fa un favore a se stesso. Ma lo farebbe anche alla Red Bull di quel Marko che, da qui il contrordine riportato in apertura, inizia a temere il ritorno di Charles Leclerc che è chiaramente una spina nel fianco del suo pupillo e protetto Max Verstappen.
“Sainz mi ha piacevolmente sorpreso l’anno scorso quando era allo stesso livello di Leclerc. In realtà speravo che sarebbe stato lo stesso quest’anno. Ma già dai test si è visto che gli mancano tre o quattro decimi. Cosa che succede anche in gara, è evidente“.
Il super-consigliere di Mateschitz, nonché responsabile del programma piloti della Red Bull, ha così proseguito: “Questo è uno svantaggio per noi perché credevamo che i due piloti Ferrari si sarebbero tolti punti a vicenda. Ad ora, invece, non sta succedendo. Ma Sainz è un uomo intelligente e un pilota veloce. Credo che risolverà i problemi“.
Quella dell’ultimo passaggio su riportato sembra più un desiderio cui appigliarsi che una profezia. Leclerc è in una forma smagliante e servirebbe davvero un’impresa titanica per metterselo dietro in qualifica, specialità nella quale ha sempre primeggiato, e in gara.
Fase in cui sta dimostrando una crescita esponenziale in termini di gestione gomme e visione strategica. Un cannibale affamato che ha messo Verstappen nel mirino. In Red Bull lo sanno e sperano che la Ferrari possa avere una crisi gestionale della sua coppia di driver. Un momento difficile che ad oggi è del tutto impronosticabile.
