venerdì, Aprile 19, 2024

Hamilton vittima della sfortuna? Ci sono anche altri elementi alla base del momento no

F1. A leggere le libro della carriera di Lewis Hamilton troviamo un termine ricorrente: fortuna. Sovente si è fatto ricorso a questo concetto per descrivere la parabola di uno straordinario campione che ha riscritto il tabellino dei record della categoria.

D’altro canto, si sa, per imporsi alla concorrenza servono talento, abilità, perseveranza e quella pennellata di buona sorte che solitamente non colora le esperienze dei piloti meno vincenti.

Ma qualcosa deve essersi spezzato. La Dea bendata ha dismesso la fascia che protegge gli occhi ed ha puntato uno sguardo consapevole verso altri lidi. Dal 12 dicembre 2021 Lewis Hamilton ha iniziato a fare i conti col fato avverso. L’incidente di Latifi in quel di Yas Marina ha avviato una catena di eventi di cui ancora oggi si parla e che gli ha sottratto un titolo, l’ottavo, che sembrava ormai saldo nelle mani del britannico.

Da quel momento, eccezion fatta per il GP del Bahrain in cui Lewis ha messo a frutto il doppio ritiro delle Red Bull conquistando un inatteso podio, le cose sono peggiorate e, come ad Imola, precipitate. Safety car impertinenti, bandiere rosse beffarde, piloti che hanno giocato al tiro a bersaglio (Magnussen in Spagna) o e fare da chicane mobile (Ocon a Monaco) – per non dire di un problema tecnico occorso alla PU della W13 al Montmelò – hanno reso asfittica la classifica del sette volte iridato che paga un ritardo preoccupante nei riguardi di “Sua regolarità” George Russell.

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Lewis Hamilton e George Russell, Mercedes AMG F1

F1. Hamilton: sfortuna e una W13 problematica alla base di un mondiale grigio

Chiaramente non tutto si può ricondurre alla semplice “luna nera-“. Sarebbe un riduzionismo che non fotografa i fatti. Hamilton sta incontrando delle difficoltà. Tanto che, nel computo del duello interno, perde 4-3 nel raffronto in qualifica col giovane ed affamato collega.

Vero è che la W13 n°44 sia stata usata spesso come cavia da laboratorio, ma la verve del sabato, uno dei punti di forza di Hamilton, non si è ancora del tutto vista in questo 2022 contraddistinto da una vettura difficile da guidare e da nuove regole alle quali, forse, il trentasettenne di Stevenage non si è del tutto adeguato.

Forse per non deprimerlo (ammesso che lo sia), forse per proteggere un investimento che resta economicamente rilevante, Toto Wolff non vuol sentir parlare di fase calante per un pilota che comunque deve fare i conti con l’anagrafe.

Il grande boss della Mercedes ritiene che quella che sta vivendo l’ex McLaren sia una fase transitoria frutto di situazioni avverse che si compenseranno quando il pendolo inizierà ad oscillare nella direzione opposta a quella che ha assunto da ormai sei mesi e più.

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George Russell – Mercedes W13, Gp Monaco 2022

F1, Russell – Hamilton: 34 punti di distacco non fotografano le performance dei due piloti

Secondo Toto Wolff il Gran Premio di Monaco è la cartina di tornasole del momento. A descriverlo due elementi: il duello serrato con Esteban Ocon che ha superato i limiti della legalità considerando la penalità raccolta; la difesa (piuttosto comoda considerando il layout della pista) di Fernando Alonso dietro al quale Lewis è “impazzito” nell’ultimo terzo di gara.

Chiaramente questi episodi non possono essere derubricati a fato avverso. Mercedes ci sta mettendo del suo. La chiamata ai box a Monaco è stata tardiva ed iper-conservativa. Una soluzione incompatibile con la posizione che il 44 occupava in pista. Non è il primo episodio mal letto nell’annata in corso. Torna alla mente la gara di Jeddah quando il muretto, sotto VSC, richiama il pilota dopo che questi aveva superato la linea d’ingresso. Una topica che ha smorzato una bella rimonta che poteva garantire un altro finale.

Wolff ha spiegato come sul passo gara, al netto delle mille variabili che offre un GP, le differenze tra i suoi piloti siano esigue, annullabili. E torna ancora Monaco come documento di sostegno alle sue tesi: “Lewis avrebbe potuto essere in lotta chiudendo il gap co Lando Norris o addirittura combattere con George considerando il suo ritmo. Loro due sullo stesso passo, è fantastico come lavorano insieme anche per mettere la nostra macchina in asse. Perché abbiamo bisogno di fare ciò“.

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Toto Wolff e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1

F1. Mercedes: risolvere i problemi della W13 per ridare vigore all’azione di Hamilton

La W13 aveva dato sensibili segnali di miglioramento a Barcellona dove era stato introdotto il nuovo fondo che quasi magicamente aveva smorzato il pompaggio aerodinamico che sembrava ormai endemico. Hamilton si è esaltato nonostante le difficoltà inziali dovute al contatto con la Haas di Kevin Magnussen. Ma a Monaco gli uomini della Stella a Tre Punte sono ripiombati nell’incubo prestazionale. Cosa che spiega come i problemi non siano ancora risolti.

La forbice dalla vetta, ha spiegato il co-proprietario della franchigia anglo-tedesca, oscilla, in base alle caratteristiche del tracciato, dai cinque agli otto decimi. Una situazione che Wolff non ha esitato a definire “inaccettabile”. Una condizione sulla quale si sta lavorando perché a Brackley ritengono che il concept a sidepod rastremati possa ancora avere un senso.

Lo spera Hamilton che, pur non credendo ad un clamoroso rientro nella lotta per la conquista dell’alloro iridato, vorrebbe almeno ottenere una vittoria per poter confermare uno dei suoi tanti record: salire sul gradino più alto del podio in ogni stagione sportiva che ha disputato.

Se la creatura di Mike Elliott smetterà di essere un laboratorio per trasformarsi in ciò per cui stata progettata la stagione può prendere una piega diversa. Perché si sa che in un campionato gli eventi avversi e quelli favorevoli si compensano. Almeno questo è ciò che si augura Lewis.


F1 – Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG F1

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