Scuderia Ferrari: quando le difficoltà di gestione sono una criticità evidente per tutti

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Charles Leclerc (Scuderia Ferrari)

Non c’era alcun dubbio che l’argomento principale di questa pausa estiva sarebbe stato l’ultimo disastro della Scuderia Ferrari F1, al di là della questione mercato piloti che comunque sta ugualmente animando queste settimane di stop dal frenetico girovagare del Circus.

Si è tanto argomentato in merito a quelle che avrebbero potuto rappresentare le scelte strategiche migliori, rispetto a quelle che poi sono state le decisioni definitive viste in pista, per cui le congetture che ad oggi potrebbero essere fatte, oramai lasciano il tempo che trovano; d’altronde con i “se” e con i “ma” non si cambia la storia.

E quella stessa storia ad oggi ci racconta una spaccatura sempre più profonda tra quelle che erano le due teste di serie del campionato: Max Verstappen può starsene “sereno” in cima alla classifica dall’alto dei suoi 258 punti, seguito da Charles Leclerc ad appena 178.

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F1. La rispettosa rivalità tra Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) e Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing F1)

Il paradosso è che attualmente sia George Russell che Lewis Hamilton sono vicini a Charles (rispettivamente a 158 e 146 punti), più di quanto quest’ultimo non lo sia alla vetta del mondiale; e pensare che un simile scenario ad inizio stagione per Mercedes nessuno l’avrebbe neanche mai immaginato.

F1. La Mercedes è davvero ritornata?

Eppure ad oggi la situazione ha assunto questi inaspettati connotati, ed è inevitabile che per la seconda metà del calendario bisognerà comunque farci i conti.

La Mercedes infatti potrebbe essere davvero ritornata, indovinando finalmente il giusto incastro con la W13: non che questo possa essere necessariamente sinonimo di esiti del mondiale significativamente ribaltati, ma qualche avversario in più da cui guardarsi le spalle in pista rappresenta pur sempre un probabile fastidio ulteriore.

Al momento però non possiamo ancora saperlo, ed anche le congetture e le ipotesi su questo grande ritorno si sprecano, d’altro canto sono gli stessi diretti interessati a non capacitarsi di come sia stato possibile essere autori di simili prestazioni.

Reale inconsapevolezza o mero bluff per smuovere il fondale?! Solo le prossime tappe ce lo diranno.

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F1. Lewis Hamilton e George Russell (Mercedes AMG F1) celebrano i loro rispettivi secondo e terzo posto all’Hungaroring

Ma se così dovesse essere, bisognerebbe prestare attenzione anche al mondiale costruttori: se il team leader Red Bull a 431 punti è parecchio distante dai suoi inseguitori, la Ferrari a 334 farebbe bene a stare molto attenta alla Mercedes a 304.

Un distacco di 30 punti si potrebbe consumare in un nulla, ed a quel punto anche la magra consolazione del secondo gradino del podio sarebbe da salutare.

Ma se c’è una cosa che abbiamo capito durante questa stagione, è che spesso e volentieri è proprio la Ferrari ad essere la peggior rivale di sé stessa. Tante scelte indecifrabili ed ingiustificabili (o che in parte una pittoresca spiegazione ce l’hanno pure, solo che agli occhi dei più risultano incomprensibili ogni volta), hanno fatto sì che si trovasse nella posizione in cui attualmente è.

F1. Il punto di vista di Jolyon Palmer

Anche secondo Jolyon Palmer, ex pilota inglese di F1, il team rosso non è in grado di ottimizzare le possibilità che ogni fine settimana di gara gli presenta, specialmente quando queste stesse possibilità si tramutano poi in opportunità (come il dover capitalizzare sulla partenza in decima ed undicesima posizione di Max e Checo all’Hungaroring).

A suo avviso, finché le gare procedono secondo una linea con tratti che in un certo qual modo loro si aspettano, tutto procede regolarmente come previsto; ma se per caso dovesse esserci qualche inversione di marcia, o le circostanze prendono una piega inaspettata, allora è lì che si entra nel facile auto sabotaggio.

F1. Jolyon Palmer, ex pilota inglese di Formula1

Banalmente Palmer sostiene che per il team sia problematico riadattarsi ai cambi di scenari in pista, che come la storia ci insegna, possono essere imprevisti e repentini.

Ed è chiaro che sia proprio lì che una scuderia mostra la sua caratura, con scelte strategiche degne di essere all’altezza della situazione.

Ma da ciò che abbiamo visto, è evidente tirare delle immediate somme verso un’amara consapevolezza che forse accompagnerà il team anche nella seconda metà stagionale:

le criticità di gestione in Ferrari, sono tutt’altro che una macchia che sarà lavata via con un colpo di spugna.


F1 Autore: Silvia Napoletano@silvianap13

Foto: F1, Scuderia Ferrari, Charles Leclerc, Jolyon Palmer

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