venerdì, Aprile 19, 2024

Red Bull Powertrains: la strategia Honda per acquisire conoscenze tecniche in ottica 2026

Chi ipotizzava che l’addio alla F1 in veste ufficiale dell’Honda, alla fine dello scorso anno, potesse rappresentare un downgrade per il team Red Bull si sbagliava di grosso. La scuderia di Milton Keynes e Honda, infatti, hanno proseguito il loro proficuo rapporto di collaborazione sotto traccia attraverso una partnershipwin win“.

A inizio 2022 il colosso nipponico ha concesso in uso la proprietà intellettuale delle proprie unità turbo-ibride alla neonata divisione Powertrains, presso il Red Bull technology campus, dedicata alla gestione e allo sviluppo dei propulsori.

Nel comparto motoristico del team austriaco sono intanto confluite le menti del programma Honda e numerose risorse sottratte alla concorrenza Mercedes. Recentemente lo storico consigliere austriaco, Helmut Marko, ha quantificato in 50 unità le risorse trasferitesi dalla squadra pluri campione del mondo in carica verso il team attualmente leader del campionato costruttori.

Un insourcing senza precedenti che ha prodotto anche degli strascichi legali come rivelato dal team principal Christian Horner al Telegraph:

“Abbiamo speso un milione di sterline in tribunale per combattere contro un paio di tecnici e sono cifre che non sei disposto a spendere per delle figure alle quali non tieni”.

La scuderia di Dietrich Mateschitz, magnate delle bevande energetiche, è molto attiva anche in ottica 2026, anno in cui inizierà il sodalizio con Porsche. Il 25 maggio è stata registrata la società RED BULL POWERTRAINS 2026 LIMITED, afferente al gruppo Red Bull GMBH, che sovraintenderà alla progettazione dei propulsori Porsche in previsione della rivoluzione regolamentare prevista proprio fra quattro anni.

Ritornando al presente, nella divisione Red Bull Powertrains sono confluite le competenze degli ingegneri che hanno rivestito ruoli apicali nella realizzazione delle migliori power unit della scorsa stagione (Honda / Mercedes). Il risultato è sotto gli occhi tutti. Red Bull Powertrains attraverso il supporto di HRC ha messo in pista un propulsore dalle eccellenti prestazioni, consistente, dopo un’avvio di stagione da incubo.

La lungimirante pianificazione ha sventato lo spettro di dover ricorrere alla ricerca di un nuovo partner che, alla luce dei pochi costruttori attualmente impegnati in F1, sarebbe stata un’opzione a dir poco complessa. Tuttavia, cosa spinge Honda a proseguire il rapporto di collaborazione con Red Bull attraverso la divisione HRC?


F1/Red Bull Honda: una partnership mirata al futuro?

Nonostante la chiara paternità dei propulsori che equipaggiano le due RB18, i futuri successi non potrebbero essere rivendicati dal colosso nipponico in quanto la motorizzazione, almeno in via ufficiale, risponde al nome di RBPT (Red Bull Powertrains).

Una prima indicazione è arrivata durante lo scorso Gran Premio d’Austria. Una delegazione dei vertici del costruttore nipponico, che includeva l’amministratore delegato Toshihiro Mibe e il presidente Seiji Kuraishi, era presente nel weekend di gara su invito Red BullSolo un atto di gratitudine postumo? Non proprio. 

Diversi incontri di alto vertice hanno rafforzato l’ipotesi che Honda possa fare marcia indietro come dichiarato a riguardo Koji Watanabe, presidente di HRC

“La F1 è la categoria top del motorsport e guardiamo sempre cosa accade in questo mondo. Ovviamente abbiamo appena concluso le nostre attività e non è stato discusso nulla in azienda sulla stagione 2026, ma la porta non è affatto chiusa…”.

Nonostante Red Bull si sia promessa a Porsche, il rinnovo della partnership con HRC fino al 2025 rappresenta un’opportunità enorme per il colosso nipponico. Malgrado il freeze delle PU sino al 2025, Honda potrà continuare ad operare all’interno del circus attraverso la divisione HRC traendo un duplice beneficio.

Il knowledge transfer acquisito grazie all’arrivo degli ingegneri Mercedes ha ampliato il know-how dei motoristi giapponesi, riuscendo a carpire i punti di forza del propulsore, punto di riferimento dell’era turbo-ibrida.

F1
La F1 si prepara a nuove regole già dal GP di Francia

In secondo luogo, la presenza al tavolo dei meeting per la definizione del nuovo regolamento tecnico delle unità turbo-ibride che equipaggeranno le monoposto a partire dal 2026, consentirà di avere informazioni dettagliate sulla nuova architettura che sarà utilizzata.

Non è dato sapere se HRC abbia voce in capitolo nella definizione dei nuovi constraint regolamentari. Ciò malgrado l’azienda in questione sarà sempre sufficientemente aggiornata e quindi in capace di definire un effettivo piano di rientro, in veste ufficiale, con largo anticipo.

Da questa prospettiva, il sodalizio HRC/Red Bull Powertrains assume le sembianze di un matrimonio di convenienza per entrambi le parti in causa. Red Bull potrà contare sul supporto della casa nipponica fino al 2025 che, a sua volta, sfrutterà tale collaborazione a tempo determinato come piattaforma per un potenziale ritorno nella massima categoria del motorsport. Alla fine potrebbero essere tutti felici e contenti ben oltre il 2025…


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: F1 – Oracle Red Bull Racing

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