Il carrozzone della F1 si sposta a Singapore per il diciassettesimo round del campionato 2022. Il Marina Bay Street Circuit ritorna dopo due anni di assenza forzata causata dal Covid e presenta una riasfaltatura parziale che sarà uno dei temi caldi di questa prima ora di prove libere nelle quali la Ferrari dovrà verificare la bontà degli assetti definiti al simulatore.
Una necessità che si pone con forza soprattutto dopo che la FIA, stante le asperità che non dovrebbero essere state del tutto rimosse, ha ritoccato, “ammorbidendoli”, i parametri sulla metrica individuati dalla TD039. Una cosa che ha fatto discutere perché giunta solo ieri. Un ritardo che poteva essere evitato in modo da permettere ai team di preparare meglio gli assetti in fabbrica. A proposito di setup, ecco le scelte operate dai due contendenti al titolo: leggi qui.
Come al solito la nostra osservazione privilegiata si avvia con le condizioni ambientali in cui si sono svolte le operazioni. La temperatura dell’aria è di 29°C, quella della pista di 37.
I lavori partono immediatamente per la Ferrari. Il primo a prendere la pista è Carlos Sainz che viene guidato da Riccardo Adami su un corretto warm-up dei freni. Gomma hard per lo spagnolo nei primi giri.
Leclerc inizia la sua attività nella medesima modalità, ma rientra subito ai box per le prime verifiche di turno. Sainz si produce in un mini-stint di 11 giri. Dopo i primi tre il madrileno chiede di poter usare il DRS per un tentativo più spinto. 1.46.742 il riscontro cronometrico. Carlos chiede immediatamente il gap dalla Red Bull.
Adami ragguaglia del fatto che Verstappen è su pneumatico medio, da qui il distacco di oltre un secondo e mezzo. Giro di cool down e nuovo assalto al tempo. Il T1 viene migliorato in quel lavoro che Ferrari solitamente fa sulla crescita curva per curva. Ecco perché gli altri due settori non vengono “attaccati”.
Alla fine della prima fase di lavoro Sainz e Adami fanno il punto della situazione sull’assetto e alludono a dei cambiamenti da operare. La F1-75 è parsa piuttosto ballerina sulle asperità del Marina Bay Circuit e forse si pensa ad alzare il corpo vettura. Nella seconda fase capiremo quali saranno le modifiche fatte. E soprattutto se produrranno effetti.
Andiamo su Leclerc. Il pilota è rimasto fermo ai box perché si è lavorato all’impianto frenante. Durante l’installation lap, infatti, si erano manifestati problemi. Cosa che ha fatto perdere al monegasco quasi mezz’ora di attività. Quando prende la pista lo fa anch’egli con gomma dura. Soliti check radio e warm-up gomme-freni condiviso con Xavi Marcos.
Dopo un primo giro push l’ingegnere comunica subito la possibilità di procedere col DRS. Saranno nove le tornate totali per il “n°16” che prende confidenza con una pista non apparsa particolarmente migliorata in termini di saltellamenti. Comunicazioni di routine su traffico e distacchi, nessuna indicazione su assetti.
Sainz rientra in pista con gomma rossa per provare giri più velici. Nel primo tentativo lo spagnolo sfiora le barriere e alza il piede. Nulla da fare per una tornata successiva perché poco dopo viene deliberata bandiera rossa: Lance Stroll bacia il muro e bisogna liberare la pista. Il tracciato viene sistemato con solerzia e Carlos può procedere al suo giro push. 1.44.138 il riscontro.
Non eccezionale il crono dello spagnolo che nell’ultima curva rischia di toccare il muro. Nel mezzo della piega sinistrorsa la Ferrari si dimostra molto nervosa perdendo la linea ideale. La vettura scarta bruscamente a destra ma il madrileno riesce a riprenderla. Pericolo scampato ma tempo compromesso. C’è ancora lavoro da fare per centrare il corretto assetto sulla 55.
Spostiamoci nell’abitacolo di Leclerc per il suo giro push con compound soft. 1.43.435 per Charles che si porta a tre decimi dall’apripista Verstappen. Il conducente ottiene la miglior prestazione nel T2 ma si lamenta di un errore commesso nel tratto che passa sotto al ponte. Arrivano i suggerimenti di Marcos per migliore il tempo. L’ingegnere avvisa di affrontare curva 18 in undershift.
Nelle fasi finali canoniche prove di partenza. A Leclerc viene suggerito di fare un solo burnout per riscaldare le gomme posteriori. Lo start è buono: nessun pattinamento di sorta. Buon segnale in vista di una gara sulla quale superare è particolarmente ostico.
Per tracciare un breve bilancio finale di questo prima turno di libere si nota che in Ferrari c’è ancora del lavoro da fare. I problemi inziali all’impianto frenante della n°16 hanno fatto perdere mezza sessione a Leclerc. Nel complesso, in ogni caso, è stata la vettura del monegasco a sembrare leggermente più “in finestra” rispetto alla monoposto di Sainz apparsa molto nervosa sia con gomma hard su pista molto sporca sia su coperture soft con asfalto più gommato. Nella pausa che precede FP2 si lavorerà soprattutto sull’altezza da terra per centrare il giusto compromesso tra carico e capacità di scaricare a terra la potenza.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Scuderia Ferrari