Formula 1

Il fronte si sgretola: la F1 del futuro verso la rivoluzione

Da diversi giorni vi stiamo raccontando di una tensione crescente nel mondo della F1. Al centro del dibattito – che ha superato la temperatura di guardia – c’è l’eventuale ingresso di un nuovo team. Andretti, con un atto di forza, ha comunicato una partnership operativa con Cadillac tramite la quale il gruppo americano intende sbarcare nel Circus entro l’anno 2025. Si sono create immediatamente due fazioni belligeranti: da un lato i team, non proprio compatti, supportati da una Liberty Media strategicamente silenziosa, e dall’altra la FIA che si è fatta sponsor della realtà americana.

La ritrosia delle squadre, sarebbe anche superfluo dirlo, dipende da questioni economiche. L’ingresso di un nuovo soggetto viene percepito – a giusta ragione o a torto non è una cosa che possiamo stabilire – come una minaccia all’ordine costituito. I 200 milioni che la compagine richiedente deve sborsare per fare il suo ingresso non sono di certo un problema per Andretti e General Motors. Lo sono, invece, per i “fantastici dieci” che non sanno cosa farsene di 20 milioni una tantum se poi i guadagli strutturali che Liberty Media Corporate col suo modello di business sta garantendo si abbassano di livello.

Tweet del presidente della FIA in merito alla manifestazione di interesse del gruppo Andretti Autosport

F1. Il fronte dei contrari ad Andretti si è spaccato

Ma, negli ultimi tempi, una breccia si sta spalancando in un muro che, come detto in apertura, non sembra essere solido come si riteneva. Sono due le squadre che, per una serie di ragioni, strizzano l’occhio alla cordata yankee. “Se entriamo nel 2025 – aveva spiegato Andretti in un’intervista rilasciata a Forbes – non ci sarà ancora un nuovo motore, quindi dovremmo andare con una formula che viene utilizzata ora“. Tutti gli sguardi si volgono automaticamente ad Alpine che è l’unica realtà motoristica a non avere un cliente a cui offrire i propri propulsori.

Ma non solo. Andretti ha svelato un altro particolare interessante che conferma come il blocco delle equipe presenti non è poi così solido. McLaren si starebbe configurando come un partner strategico: “Zak [Brown] vuole fare tutto il possibile per aiutarci ad arrivarci e così ha fatto anche Alpine. McLaren e Alpine sono due ottimi alleati. Zak è stato di grande supporto. E’ stato un grande amico e alleato. Mi dà consigli ed è lì per aiutare. Ci supportiamo a vicenda. L’ho aiutato molto da quando è arrivato in Indy Car. È un’amicizia che funziona in entrambi i sensi“.

A questi due protagonisti, nelle ultime ore, si è associato il capo dei conservatori, colui il quale si è sempre battuto per mantenere lo status quo: Toto Wolff. “Cadillac e GM rappresentano una dichiarazione di intenti  e sicuramente il fatto che uniscano le forze con Andretti è positivo. Questo fornisce un’altra prospettiva che può essere o meno vantaggiosa per la Formula Uno. Ma sicuramente il pedigree di General Motors e di Cadillac sia nel motorsport che come aziende automobilistiche globali è qualcosa che nessuno metterebbe mai in dubbio“.

Toto Wolff, team principal della Mercedes AMG F1 Tram

F1. General Motors è la carta vincente di Andretti?

E’ chiaro che un Andretti motorizzato Alpine (o da un altro soggetto) abbia un determinato appeal e che un Andretti partner di un colosso come GM sia tutt’altra cosa. Il blasone del costruttore americano porta frizzantezza, audience e soldi. Ecco che quei guadagni strutturali di cui sopra diverrebbero ancora più solidi con dividendi accresciuti nella quantità. Ciò che i team vogliono. Se un pezzo grosso come Wolff si muove in favore di una causa è probabile che qualcun altro lo segua. E questi è James Vowles che l’altro ieri è diventato team principal della Williams che con Mercedes condivide una sinergia tecnica e, a quanto pare, politica (leggi per qui approfondire).

“Siamo sempre aperti alla crescita di questo sport – ha ribattuto Vowles – ma la verità è che finanziariamente questo sport sta diventando sempre più di successo. Chiunque entri a far parte di questo ambiente deve portare con sé la crescita necessaria affinché tutti gli altri si trovino in una posizione migliore o almeno neutrale rispetto a prima. E questa è stata la nostra posizione fin dall’inizio”.

James Vowles, chief strategist Mercedes AMG F1 Team

E’ evidente che il coinvolgimento di General Motors nell’operazione dia una connotazione del tutto diversa al programma Formula 1 di Michael Andretti. Parliamo di un gruppo imprenditoriale riconosciuto a livello globale e che annovera tra le sue fila marchi come Cadillac, Chevrolet, GM Korea, GMC e Buick. Si sta configurando, dunque, quell’accrescimento di valore per il brand che fa gola ai team e alla stessa Liberty Media. Da qui il cambio di passo mediatico che potrebbe essere sintomatico di un effetto domino che a breve potrebbe coinvolgere altre scuderie.

Il fronte monolitico inizia a mostrare segni di affaticamento da stress. Il lavoro ai fianchi di Andretti sta producendo effetti concreti perché avere il capo dei reazionari – che non è più tale – dalla propria parte è un elemento che conterà parecchio nei giudizi di chi dovrà decidere sul da farsi.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Mercedes AMG, Andretti, FIA

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