La Crociata di Mohammed contro Don Menicali

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F1
Mohammed Ben Sulayem (presidente FIA) e Stefano Domenicali (CEO di Liberty Media)

F1. Anche se gli scontri di potere sembrano noiosi, in realtà non lo sono affatto. Vuoi perché impattano sulle nostre vite (direttamente e indirettamente), vuoi perché una volta terminati portano ad un nuovo equilibrio da decifrare (che può essere “stabile” o “precario”) e vuoi perché insegnano sempre qualcosa.

Prendiamo ad esempio lo scontro rovente fra il presidente della FIA e Liberty Media, padrona della F1, presieduta da quel Don Menicali che, “mutatis mutandis”, “gronda bontà da tutti gli artigli”. Cosa c’è in gioco? Una cosa “piccolissima”: il peso della F1, o della Fia, in un gioco multimiliardario dove non sono concessi errori.

Per semplificare, chiamerò Liberty Media e F1 come se fossero stessa cosa, anche se in realtà non è proprio così: Liberty Media controlla la F1 e tutti i diritti televisivi ad essa connessi. La FIA è invece l’ente supremo del Motorsport, che si deve dedicare alle regole sportive, tecniche e pure “etiche” delle varie discipline.

Il confine fra FIA e F1 è netto ma anche labile, nel senso che è facile che uno debordi nell’altro. E già questo, di per se stesso, è un motivo inevitabile di frizione.

E’ una cosa simile, per certi versi, a quando spieghi la lotta per le investiture del Medioevo. Alla fine della fiera si trattava di capire chi pesasse di più: Papato o Impero. In sostanza, per cercare di decifrare quanto accade è necessario “seguire i soldi”. Proviamo a riassumere in senso cronologico.

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Mohammed Ben Sulayem (presidente FIA) e Stefano Domenicali (CEO Liberty Media Corporate)

F1. Scontro FIA/Liberty Media: ecco i perché

Primo: Sulayem, sui suoi profili social, afferma che prima di accettare le offerte di chicchessia per la vendita dei diritti televisivi bisognerebbe ricordarsi delle regole e dell’etica dello sport. Si riferiva alle trattative fra F1 e Arabia Saudita (perché quest’ultima ne acquisisse il controllo), poi non andate in porto per volontà di Liberty Media. Quest’ultima però si è tolta un macigno dalle scarpe, subito dopo, attaccando il presidente FIA: hai invaso il campo e ci hai creato un notevole danno economico (evidentemente mettendo i bastoni fra le ruote alla “transazione”, aggiungo).

Chiarito il contesto, bisogna valutare bene le forze in campo. Nel passato, Ecclestone fece guerra alla FIA ancora FISA, guidata da Balestre e compagnia, proprio facendo leva sui diritti televisivi. Ecclestone era decisamente in svantaggio. Poi, alla lunga, riuscì non solo a vincere lo scontro ma, sostanzialmente, a dettare legge a Place De La Concorde sino a quando non ha venduto lui la F1.

Ora le parti sono invertite. E’ la Federazione a sembrare in minoranza, a non avere forza contrattuale. Fosse stato eletto l’uomo di monsieur Todt forse le cose sarebbero in parte differenti. Ma le cose sono andate diversamente. E non sappiamo esattamente chi uscirà ridimensionato dallo scontro ancora in atto. Scontro che potremmo dire è cominciato, almeno formalmente, con le scaramucce al gran gala di premiazione FIA a fine ‘22.

A naso, dovessi scommettere i miei due centesimi, punterei, ora come ora, su Don Menicali. Purtroppo. Perché per il sottoscritto sia Don Menicali che Sulayem non sono la soluzione, ma parte del problema.

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Stefano Domenicali, CEO Formula One Group

Postilla interessante. Di recente sono uscite fuori frasi, di 21 anni fa, poco felici del presidente FIA sul mondo femminile: “Non mi piacciono le donne che si credono più intelligenti degli uomini perché non è la verità”, quella più “incriminante”.

Ora, tenuto conto che in oltre 4 lustri si può cambiare idea (e spero sia così per lui e per la sua credibilità), a me questa cosa puzza di bomba ad orologeria. Teniamo conto che, a differenza del presidente FIA, Liberty Media può contare sulla gran cassa mediatica mondiale (voi fate da bravi con noi e noi facciamo da bravi con voi) e, nella storia recente della FIA, è già accaduto che un presidente fosse silurato con uno scandalo (mi riferisco a Mosley ed ai suoi “eccentrici” gusti sessuali).

Oggi come oggi, chi controlla i media spesso vince.

Attendiamo e vediamo.


Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Foto: F1, FIA

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