La pausa tra il mondiale di F1 2022 e quello 2023 è stata caratterizzata da un giro di figure apicali con pochi precedenti. Una sorta di tsunami manageriale che ha toccato le scuderie storiche che, ognuna per ragioni peculiari, sono alla ricerca di un riscatto dopo anni trascorsi ad osservare, più o meno da lontano, Red Bull e Mercedes fare a pugni per i titoli iridati.
Inutile dire che l’avvicendamento che ha fatto più rumore è quello che ha visto Mattia Binotto lasciare la Ferrari con Frédéric Vasseur a prenderne il posto in veste di n°1 della Gestione Sportiva. Un evento scatenante che ha avviato il più classico degli effetti domino. Alfa Romeo Sauber, rimasta orfana del suo dirigente, ha girato lo sguardo verso Woking e, grazie alle ammalianti sirene della Audi, ha convinto Andreas Seidl ad accasarsi ad Hinwil. Ma non col ruolo di team principal, bensì con quello di amministratore delegato vicino al gruppo tedesco.
A capo delle cose sportive, la settimana scorsa, è stato nominato Andrea Alunni Bravi che, formalmente, ricoprirà la carica di “team representative” in una fase di avvicinamento a quel 2026 in cui i propulsori della casa di Ingolstadt saranno nella pancia delle vetture elvetiche.
Lo spostamento dei suddetti manager ha determinato la promozione, in McLaren, di Andrea Stella che viene premiato con un ruolo di assoluta responsabilità dopo anni di ottimo lavoro per la scuderia che fu di Ron Dennis. Ultimo in ordine cronologico è il terremoto che si è prodotto a Grove, quartier generale della Williams. A Jost Capito è stato dato il benservito e per sostituirlo si è puntato su James Vowles proveniente da Mercedes. Un fatto che qualcuno ha letto come una mossa di Brackley per apporre una sorta di ulteriore controllo su un team amico.
Ovviamente questi movimenti di personale avranno delle conseguenze. Alcuni effetti si vedranno nell’immediato, altri in tempi più dilatati. E potrebbe essere questo il caso della Sauber che si pone come un gruppo intenzionato a scalare la vetta della Formula Uno grazie all’impegno di un colosso dell’automotive quale è Volkswagen. Questo movimento tellurico è ovviamente oggetto di attenzione e di analisi da parte degli altri team. Specie da chi la Formula Uno la sta dominando.
“È stato interessante osservare il movimento che c’è stato. Ho simpatia per Mattia, perché alla fine ha fatto un buon lavoro. L’anno scorso la Ferrari ha fatto un grande passo avanti rispetto a dove erano, quindi deve essere difficile per lui dopo un servizio così lungo reso alla squadra. Con Fred sarà interessante vedere se discuterà sugli stessi punti di cui parlavamo quando era in Sauber. Anche lui è uno molto capace” ha spiegato Horner a Motorsport Magazine. “Vedremo quali saranno le dinamiche alla prossima riunione della F1 Commission“.
E quando si parla di F1 Commission la mente corre ai regolamenti motoristici 2026. Vasseur prima rappresentava un team fornito, oggi è a capo di una squadra che i propulsori li crea. Un costruttore che di Horner è concorrente visto che Red Bull, con o senza l’accordo con Ford (leggi qui i dettagli), dal 2026 sarà creatore di unità motrici.
Il dirigente di Draveil, quindi, sarà tenuto ad operare un cambio di passo politico per far valere il punto di vista della Ferrari che, con Binotto, si era fermamente opposta all’idea che Red Bull Powetrains, all’epoca i procinto di legarsi con Porsche, potesse essere considerato un novo motorista con tutti i benefit scaturenti (più soldi da spendere, più ore di sviluppo e di test ai banchi dinamici).
Anche quel movimento minore che sembra essere il passaggio di Vowles da Mercedes a Williams potrebbe determinare il cambiamento di alcune dinamiche. Horner, per ora, non si dice preoccupato che la cosa possa produrre qualche tipo di vantaggio per le Frecce d’Argento. “Non conosco James particolarmente bene, ma è ovviamente un ragazzo molto capace. Williams avrà fatto le dovute valutazioni e penso che sia fantastico che gli stiano dando la possibilità di fare quel passo avanti. Williams ha ovviamente fatto ciò che è giusto per loro. Ma solo loro sapranno cosa è stato concordato con Mercedes per quell’addio anticipato“.
E’ l’ultima frase a sembrare allusiva e forse a celare che qualche timore che Mercedes, nelle sedi ove si scrivono le regole e si dettano le linee della categoria, qualche alleato strategico in più possa averlo portato a bordo. Un po’ come quella McLaren che ieri, a confermare la solidità nel rapporto, ha annunciato che Mick Schumacher sarà anche arruolabile da Woking nel caso di indisponibilità di uno tra Norris e Piastri o semplicemente per testare la vettura nelle sessioni obbligatorie descritte dalla FIA.
In conclusione, quindi, il riassetto strategico di alcuni team potrebbe determinare una mutazione sostanziale negli equilibri di potere di una serie nella quale le alleanze si muovono in maniera molto repentina ed in base ad interessi utilitaristici che non sempre appaiono solidi. Avere più partner dalla parte propria è un innegabile vantaggio perché i campionati, prima di essere vinti in pista, vanno dominati nelle stanze dei bottoni. Horner lo sa. Ma ne sono consci anche Vasseur e Wolff, due uomini particolarmente legati: che possa nascere un nuovo blocco di potere?
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari