mercoledì, Dicembre 11, 2024

F1: la convergenza prestazionale può rimettere in discussione i rapporti di forza 

Sorprendere. Cosa che può succedere di tanto in tanto grazie a situazioni particolari che vengono a crearsi, confermarsi è molto più difficile. Il primo back-to-back del mese di luglio ha riconsegnato alla F1 una McLaren tirata a lucido. Dopo un avvio stentato gli ingegneri si sono messi sotto e hanno approntato un pacchetto di modifiche che, appena installato sulla MCL60, ha iniziato a produrre performance che hanno attirato gli sguardi interessati della concorrenza. 

Ma, come si suol dire, il bello (e il difficile) arriva ora. La F1 sta per affrontare un’altra doppietta, quella che ci porta dritti alla pausa estiva nella quale è previsto il fermo totale delle attività in fabbrica. Hungaroring e Spa sono due tracciati diametralmente opposti tra loro e, pertanto, saranno giudici severi e affidabili sui progressi effettuati dalla vettura che non è più nella gestione tecnica di James Key passato all’Alfa Romeo

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Lando Norris (McLaren) al comando del Gran Premio di Inghilterra edizione 2023

Quali possono essere le ambizioni della McLaren? Quelle di lungo periodo sono arcinote e puntano direttamente alla vetta della F1. Ma serve tempo, bisogna evitare gli errori che in passato hanno determinato un regresso prestazionale e soprattutto serve che il processo di crescita aziendale e strutturale sia pienamente compiuto. 

Nel breve periodo, che fissiamo nella restante parte del mondiale 2023 (dodici le gare al termine, ndr), di certo è provare a tenersi dietro la concorrenza diretta che un tempo era individuabile in Alpine e che oggi, dopo due gare brillanti e che hanno rilasciato parecchia fiducia, si chiama Aston Martin, Ferrari e Mercedes. Team che a inizio anno sembravano essere inarrivabile e che in Gran Bretagna sono stati nettamente battuti. 

Ma ci sono altre aspirazioni che, sottotraccia, si sta provando a covare. Non se ne parla molto in pubblico ma il proprietario della franchigia, l’americano Zak Brown, non si nasconde e qualche messaggio coraggioso ai naviganti lo lancia. Sarà stato l’entusiasmo che nasce in location suggestive come quella del festival dei motori di Goodwood, una manifestazione nella quale il vintage rumoroso e romantico la fa da padrone, ma il n°1 dell’equipe di Woking ha mollato gli ormeggi e si è così espresso: 

Le ultime gare sono state molto serrate, a parte Max là davanti e Perez spesso nel mix. Penso che per la Formula 1 sia un gran momento perché ci sono delle squadre che in un weekend possono lottare per la seconda posizione, mentre sette giorni dopo sono a rischio eliminazione in Q1. E’ quel tipo di concorrenza che il nostro sport sta cercando di raggiungere, e alla fine qualcuno riuscirà anche a prendere Max: speriamo di essere noi, ma è probabile che ci sarà più di un pilota in grado di farlo

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amministratore delegato della McLaren Racing

La F1 alla ricerca della convergenza prestazionale

“Max sta facendo un lavoro incredibile, è da ammirare, ma penso che oltre a lui ci sia un gruppo di team e piloti molto ravvicinato e penso che il tutto diventerà sempre più entusiasmante man mano che andremo avanti con lo sviluppo”. Convergenza prestazionale. Questa la pietra filosofale che la F1 sta rincorrendo (per ora vanamente) per sanare “l’anomalia” che si chiama Red Bull, quell’elemento che si oppone ai programmi di Liberty Media che auspicano la piena imprevedibilità prestazionale. 

Brown ritiene che, col passare delle gare, il distacco che il leader del campionato impone possa via via assottigliarsi. Al momento quello del manager yankee sembra più un desiderio che un fatto basato su elementi probatori solidi. A Silverstone la McLaren è stata la seconda forza. Elemento da accogliere con favore visto da dove si partiva ma che, contestualmente, ha mostrato come non ci sia la possibilità di contendere lo scettro dei migliori alla Red Bull.

Tanto che, per stessa ammissione di Andrea Stella, si è deciso scientemente di non inseguire Verstappen concentrandosi piuttosto a contenere il ritorno di Mercedes. Dinamica che svela come Milton Keynes sia ancora saldamente avanti.

Red Bull
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) all’inseguimento di Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing)

Le caratteristiche peculiari dei singoli tracciati potrebbero giocare un ruolo nella chiusura del campo. Questo elemento viene confermato ad ogni gara dall’alternanza alle spalle della Red Bull. La RB19, ad ora, sembra esente dall’inadattabilità ad una data pista. In realtà non è così. Anche la vettura di Newey incontra tracciati meno idonei a farne sciorinare tutto il potenziale, ma il grande vantaggio che ha sulle concorrenti camuffa questa altalena naturale

La speranza di chi insegue è che, riducendosi il vantaggio medio, possano arrivare palcoscenici indigesti. In poche parole quello che accadde l’anno scorso in Brasile con una Mercedes in pieno recupero prestazionale che seppe approfittare in un  weekend nero per la RB18. L’avvicinamento alla vetta, eventualmente, deve consumarsi lentamente. Quindi l’obiettivo stagionale per qualsiasi team è quello di stare davanti alla RB19 nella singola tappa. Cosa che eviterebbe un en plain che non fa bene allo spettacolo.  


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, McLaren, Oracle Red Bull Racing

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