Ferrari non ha le idee molto chiare su diverse tematiche. Una di queste, peraltro fondamentale in questa nuova era regolamentare, riguarda la completezza del critico processo tra efficienza e carico aerodinamico. Un punto di lavoro che fa tanta fatica ad essere centrato. Un’equazione di difficile risoluzione, a quanto pare. Un equilibrio tra questi due elementi che, per stessa ammissione di alcuni tecnici con i quali siamo in contatto, arriva solo in determinate circostanze spesso non comprese appieno.
Il “quadretto” della situazione non è affatto simpatico. Dentro la cornice sulla tela si mostra svogliatamente una fotografia sfuocata, dove i dettagli risultano talvolta invisibili e proprio per questo non “attenzionabili”. Questo è, né più né meno, l’attuale status del Cavallino Rampante all’interno della campagna agonistica 2023. Una condizione limitante su tutti i fronti. La dirigenza lo sa bene. Questo malgrado a Spa-Francorchamps, con ogni probabilità, la rossa ha messo in piedi il miglior week end stagionale se consideriamo in particolare le prestazioni durante la gara.
Nel percorso che si srotola tra i boschi delle Ardenne il consumo gomme era presente per tutti. Dire il contrario corrisponde a falsità. Certo non era alto come in altri casi ma comunque esistente al netto delle condizioni meteorologiche alquanto incerte. Per questo vale la pena sottolineare che la SF-23, su questo preciso aspetto, ha mostrato un’amministrazione delle Pirelli senza dubbio più fattuale rispetto al recente passato. Lo ha fatto utilizzando una messa a punto più scarica per sfruttare al meglio i tratti ad alta velocità di percorrenza, T1 e T3.
E qui ci possiamo collegare al ragionamento precedente. Le attese della rossa erano ben altre infatti. Il reparto dinamico di Maranello si aspettava una gestione degrado ben più complicata, soprattutto considerando il suddetto setup. Così non è stato però, anche se ad oggi capire il perchè resti ancora difficile per le menti pensanti in GES. Situazione che ovviamente non aiuta. Fare chiarezza su questo punto significherebbe creare un precedente che, in futuro, potrebbe aiutare non poco nella mera gestione gomme. Ci stanno lavorando su però, a quanto ne sappiamo.
Il progetto 675 ha visto la luce con un livello di spinta verticale inferiore a quella stimata. Questo fatto è lampante non solo ai più. I vari provvedimenti per risolvere tale “grattacapo” non hanno sempre funzionato però. Dei vari aggiornamenti al fondo solo uno sembra aver portato vantaggi concreti. Parliamo di quel carico “spendibile gratuitamente”, non dovendo usufruire di un’inclinazione delle ali che generà sì spinta verticale ma a discapito dell’efficienza.
Analizzando gli on board con estrema attenzione, abbiamo rilevato un elemento comunque positivo all’interno dello scenario descritto. Quando la SF-23 è messa nella giusta condizione riesce a esprimersi utilizzando le sue armi migliori, riuscendo ad accedere alla purtroppo ristretta finestra di funzionamento che possiede. In tale contesto il bilanciamento della vettura è davvero buono, fattore che consente ai piloti di spingere e sentirsi “comodi” con la propria monoposto. Risultato? Ottime prestazioni sul giro secco sommate ad una buona amministrazione delle coperture relativo al consumo.
L’osservazione del precedente paragrafo è corroborata dal rendimento di Charles durante il dodicesimo appuntamento iridato. Il monegasco nella Sprint Shootout aveva un potenziale da pole position, ma l’errore in curva 9 proprio sul più bello ha infranto le speranze del ferrarista. Un distacco dalla vetta (Verstappen) pari a 0”195s. Tenendo presente che la sbavatura di cui sopra ha fatto perdere all’incirca 3/4 decimi, ecco che il “nostro” aveva tutte le carte in regola per una partenza dal palo. Mentre Sainz, senza commettere sbagli particolari in una tornata comunque non perfetta, si è beccato solamente +0”025s dalla RB19 numero 1.
In gara sappiamo perfettamente come andata per Carlos. Il focus realizzato in sella alle rosse spiega alla perfezione cosa è successo e perché. Laddove l’iberico ha dovuto abbandonare il campo di battaglia anzi tempo, Leclerc ha saputo trarre il massimo profitto dalla vettura. Questo ci spiega che la Ferrari riesce a comportarsi in maniera ideale quando la pista non obbliga i tecnici a caricare troppo la SF-23. In altre parole, quando la spinta verticale non è l’elemento centrale del fine settimana i riscontri cronometrici adeguati in tutte le condizioni sono di più facile accesso. Questo se i dati simulativi “producono” un bilanciamento aero-meccanico di base corretto, si capisce.
Un aspetto molto importante sul quale Cardile, impegnato a capeggiare il reparto tecnico nel presente e nel prossimo futuro, ha deciso di investire tempo e denaro della scuderia. Lo abbiamo anticipato nella giornata di ieri: il programma di lavoro prevede un ulteriore pacchetto di aggiornamenti proprio per potenziare le caratteristiche positive della rossa, senza toccare questo equilibrio, cercando di aggiungere downforce alla vettura tramite una gestione dei flussi ancor più oculata. Il compito non sarà semplice. I tempi sono ristetti, la nuova auto è in avanzato stato di progettazione e come se non bastasse i limiti dei costi imposto dalla FIA non aiuta.
Per il resto, in ultima analisi, vale la pena menzionare un circostanza che di fatto corrobora la presenza di Leclerc in Ferrari nei prossimi anni, attraverso il rinnovo tanto atteso dai supporter che il monegasco avrebbe già firmato. Charles ha eseguito un chiaro step evolutivo a livello di handling. Per di più, come da lui stesso menzionato nei giorni in avvicinamento al Gran Premio del Belgio, ha rafforzato la gestione della macchina in condizioni climatiche cangianti. Scenario nel quale l’approccio alla guida somma cifre al valore della propria prestazione.
Ci è riuscito grazie alla sua grande sensibilità al volante che va sommata a una direzione tecnica sulla messa a punto della SF-23 senza dubbio più consona alle sue caratteristiche. Un’impostazione pensata e condivisa con il team per massimizzare le doti del monegasco che, ancora una volta se ce ne fosse bisogno, sottolinea l’attenzione estrema della scuderia verso Leclerc mirata ad futuro insieme, per buona pace di chi pensa o ha pensato che il matrimonio tra Charles e Ferrari fosse in crisi.
Autore e immagini: Alessandro Arcari – @berrageiz