Ferrari aveva tanti problemi, uno di questi si chiamava Mekies. La sua “preziosissima” collaborazione venne esaltata da Vasseur al suo arrivo. A distanza di tempo abbiamo capito che fosse così solo per il manager di Draveil, evidentemente. A Frederic serviva “un amico” all’interno del team che lo aiutasse a ricostruire una squadra forte e affiatata. Laurent pareva incline a restare sino a quando qualcosa è cambiato.
Gino Rosato e Jonathan Giacobazzi avevano già abbandonato la scuderia. Dopodiché il mago della strategia Iñaki Rueda è stato rimosso dal suo incarico al muretto, anche se di fatto continua a occupare una sedia all’interno della squadra nel remote garage. Al suo posto Ravin Jain, presunto individuo brillante che, sino ad ora, sembra ricalcare le orme del suo predecessore iberico. Per ultima la dipartita tecnica di Sanchez che di fatto ha preferito “scappare” da Maranello per accasarsi a McLaren.
A questo punto il “mal di pancia” dell’ex commissario della FIA originario di Tours è aumentato a livelli esponenziali. In questo caso però, l’allontanamento del transalpino ha subito un iter più graduale. Mancherà alla Ferrari? Chi lo sa. Per rispondere a tale quesito potremmo tirare velocemente le somme del suo mandato alla corte del Cavallino Rampante. Facendolo crediamo che nessuno si strapperà i capelli in Via Abetone Inferiore 4B.
Le perplessità sul modus operandi di Laurent sono diverse. Una su tutte l’arringa relativa alla review chiesta alla FIA in merito alla sanzione patita da Vettel in Canada, dove il processo fu gestito in modo “curioso”. Faccenda che sembra fare il paio con la questione australiana, dove le similitudini con il caso suddetto fanno presenza, visto che l’accesso al giudice d’appello è risultato fallimentare e basato su fondamenti molli.
In ultima istanza, per terminare l’introduzione dello scritto sottolineammo un fatto: la scarsa definizione del ruolo di Mekies durante gli anni che ha vestito la casacca da ferrarista. In altre parole, semplificando il concetto, in pochi hanno veramente capito il vero ruolo del futuro team principal dell’AlphaTauri e forse nemmeno lui. Proprio per questo, al di là del valore della persona, le cose non hanno funzionato in Ferrari.
I motivi della rinuncia verso il suo incarico da parte di Laurent sono oramai chiari. A margine di un demansionamento del suo lavoro arrivò l’annuncio che lo vedrà, nel 2024, vestire i panni più importanti a Faenza. Sebbene alcune decisioni possano sembrare repentine spesso così non è. Mekies voleva il posto di Binotto. Pensava di poterlo svolgere e di fatto lo aveva già fatto sostituendo Mattia in più di un’occasione.
Ragione per cui, non essendoci tecnici di prim’ordine sulla piazza, a maggior ragione “il nostro” nutriva fortemente la voglia di mettersi alla prova. Ma Ferrari non era d’accordo, pensando che Vasseur fosse molto più adeguato del suo connazionale a ricoprire il ruolo di Binotto. Parliamo di “un affronto” che Mekies non ha retto, sentendosi una sorta di “lavoratore di contorno”.
L’eforato italiano ha preso questa scelta per dare un taglio netto al passato. La dirigenza ha considerando che la metodologia messa in piazza dall’ingegnere spilungone e occhialuto con ogni probabilità sarebbe stata adottata da Laurent. Parliamo di uno scenario che non avrebbe funzionato per John Elkann e Benedetto Vigna. Così, senza troppo rancori, il posto fu assegnato all’ex Alfa Romeo.
A distanza di tempo, il diretto interessato che entrerà a far parte della grande famiglia Red Bull, anche se nella squadra B, si palesa rilasciando alcune dichiarazioni sul prossimo futuro. Incarico che entrerà in vigore nel migliore dei modi grazie alle tempistiche relative all’addio con la rossa. Sebbene in realtà un poco di frustrazione per lo step forzato fece presenza, ragionandoci a freddo, Mekies si definisce contento della pausa.
Un lasso di tempo che gli ha concesso di riordinare le idee prima di lanciarsi nella sfida più importante della carriera. Le sue congetture proseguono parlando del rapporto tra le persone, in quanto il francese si attende grandi cose nella sua prossima avventura. Benché si definisca parecchio fortunato per la sua militanza in Ferrari non vede l’ora di ricoprire il prossimo impiego, conscio che la confusione organizzativa vissuta durante gli ultimi anni a Maranello sarà solamente un ricordo sbiadito.
Resta da capire, lo faremo alla fine del prossimo anno, quale sarà il suo impatto e se la scelta di “diventare grande” funzionerà. La vita sportiva può esistere anche senza la rossa e se Laurent sarà in grado di far valere le sue capacità sul campo, sarà l’ennesima dimostrazione che andare via dalla Ferrari può regalare soddisfazioni. D’altra parte di esempi ne abbiamo a bizzeffe, purtroppo…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari