Formula 1

Red Bull, Horner: l’identikit del possibile sostituto. Continuità manageriale per seguire il modello vincente

Horner sta per essere giudicato dalla Red Bull. L’inchiesta interna è terminata pochi giorni dall’inizio imminente del mondiale di F1. La deadline entro la quale gli avvocati dovranno esprimersi in merito alla indagine interna che vede coinvolto il CEO e team principal della scuderia campione del mondo è arrivata. Secondo fonti d’oltremanica, la decisione dovrebbe arrivare tra oggi e domani. Tuttavia difficilmente verranno rese note le conclusioni del procedimento.

Certamente ne apprezzeremo gli effetti, non potrebbe essere altrimenti, d’altronde. Qualora la presunta concotta disdicevole del manager britannico venisse accertata, con ogni probabilità sarà costretto a rassegnare le dimissioni da le varie cariche assunte all’interno della complessa struttura organizzativa del team austriaco. L’opzione secondo cui Christian dovrebbe prendere in considerazione le dimissioni volontarie è stata rispedita al mittente.

Responsabilità assegnate a Horner nelle divisioni Red Bull – Credit: @robertofunoat

Secondo molti, tale provvedimento poteva risultare assai utile per mitigare la reazione pubblica e di riflesso necessario a preservare un certo grado di dignità per tutte quante le parti coinvolte. Ma così non è stato, appunto, perché Christian ha sempre mostrato idee chiare sotto questo aspetto, non considerando nemmeno per un momento l’idea di farlo. Al contrario ha sempre respinto le varie accuse supportato peraltro da amici e famiglia.

Il dirigente di Leamington Spa ha presenziato l’unveiling della RB20 e i successivi test pre-stagionali in Bahrain. Questo per ribadire con i fatti che non ha la minima intenzione di perdere il controllo di ciò che considera una sua creatura in tutto e per tutto una sua creatura. Una realtà costruita nell’arco di 19 anni, dove il team da allegorica presenza nel paddock è stato capace di vincere 6 titoli costruttori e 7 piloti con Sebastian Vettel e Max Verstappen.


Horner, Red Bull: il peso della percezione pubblica

La visione del pubblico gioca un ruolo fondamentale nel plasmare la reputazione di un brand e, conseguentemente, il suo successo commerciale. Le accuse contro il numero uno della scuderia di Milton Keynes hanno attirato l’attenzione dei media, gettando di riflesso un’ombra sulla reputazione della Red Bull Racing. Per un marchio globale che deve supportare valori quali eccellenza e integrità, la faccenda diventa un serio problema.

Sì perché anche il solo sospetto di comportamenti illeciti ai più alti livelli di gestione, così funziona giusto o sbagliato che sia, può avere conseguenze di vasta portata. Se l’indagine dovesse confermare le pesanti accuse il danno di immagine sarebbe molto grave per l’impresa dei “bibitari”. Anche i futuri partner della Ford, in tal senso, sono stati molto chiari e soprattutto categorici nei giorni scorsi.

L’amministratore delegato della storica casa automobilista statunitense, al secolo Jim Farley, ha inviato una durissima comunicazione verso il team austriaco. Un annunciato nel quale si chiede una rapida conclusione dell’indagine interna, in quanto determinati valori non sono in alcun modo negoziabili per il costruttore americano. Una bordata pesante che va a mettere in discussione una delle tante cariche del fondatore e CEO della divisione Red Bull Powertrains Ltd.

Chris Horner, team principal Oracle Red Bull Racing

Horner è sotto attacco da parte di una corrente interna al team probabilmente stanca del suo stile manageriale, dalla governance della F1 (Liberty Media/FIA) e dai futuri partner della Ford. In un primo momento si poteva ipotizzare che il manager inglese potesse cedere solo una parte delle sue tante deleghe. Magari non essere più il frontman sul muretto box, pur mantenendo un ruolo centrale all’interno dell’organizzazione.

Tuttavia l’assalto su tutti i versanti rende praticamente impossibile uno scenario, dove lo “Spice Boy”, in linea teorica, poteva uscire incolume o quasi dal fuoco incrociato che lo sta bersagliando. La faccenda è assai spinosa. Si attendono con trepidazione le risultante dell’investigazione che, come detto, entro le prossime 36 dovrebbero partorire un verdetto finale. Una sentenza che giocoforza deve fare presenza prima dell’inizio del mondiale.


Red Bull: i fedelissimi di Horner, gli unici alleati nella guerra interna del “drink team”

Negli ultimi 20 anni Horner ha modellato il team sorto dalle macerie della Jaguar. Lo ha fatto a sua immagine e somiglianza, creando un gruppo di lavoro che opera a Milton Keynes da diversi anni. Il tempo ha consolidato relazioni umane molto importanti come quella con Adrian Newey, messo al centro del progetto sportivo in F1, assecondando i metodi di lavoro del geniale progettista inglese in tutto e per tutto.

E’ chiaro la scuderia austriaca sta correndo il rischio di sollevare Horner dai suoi incarichi e di perdere diversi tecnici fedelissimi al team principal. Considerato che in un distretto di pochi chilometri sono presenti le factory di 7 delle 10 scuderie presenti nella massima categoria del motorsport, è probabile che Christian possa affrontare una nuova sfida portando con sé gli uomini con cui ha creato una macchina vincente partendo dal nulla.

Adrian Newey, Christian Horner e Pierre Waché (Oracle Red Bull Racing)

Considerando la possibile perdita delle varie cariche in possesso servirà un periodo sabatico e lasciare che il tempo faccia scemare il clamore mediatico della vicenda. Se non sarà stipulato un salatissimo accordo di buonuscita, potremmo vedere Horner e altri uomini all’interno della scuderia sotto altre realtà. Nel mentre impazza il nome dei possibili sostituti. Team principal capaci ed esperti come lui in giro non ce ne sono.


Red Bull pensa a Jonathan Wheatley come eventuale sostituto di Christian Horner

L’ex ferrarista Mattia Binotto è stato recentemente arruolato dall’azienda veneta Texa, con il compito di gestire lo sviluppo del reparto E-Powertrain dedicato ai veicoli elettrici. Per di più, considerando il mandato fallimentare che lo ha visto a capo della GES per diverse stagioni, il suo profilo non pareva certo adatto per rimpiazzare Horner. Stessa discorso per Gunther Steiner. Ecco che allora una soluzione interna pare il male minore: Jonathan Wheatley.

Il britannico classe 1967 arriva in Red Bull nell’oramai lontano 2006. Il background del cinquantaseienne prende forma con il ruolo di meccanico all’inizio degli anni novanta, quando venne assunto dalla Benetton. La sua esperienza maturò notevolmente nel corso degli anni sino a ricoprire il ruolo di capo meccanico della squadra corse. Carica che abdicò abbandonando il team gestito da Flavio Briatore, accettando la proposta di trasferimento a Milton Keynes da parte di Horner.

Jonathan Wheatley, possibile sostituto di Christian Horner come team principal Red Bull

Gli incarichi ricoperti a Milton Keynes sono molteplici: oltre a meccanico e capo meccanico, Jonathan ha svolto il compito di direttore sportivo e team manager. Sotto la sua super visione, il team austriaco è stata la prima scuderia a infrangere la barriera dei 2 secondi per quanto concerne la sostituzione delle gomme di una vettura di F1 durante un pit-stop. Wheatley possiede capacità ed esperienza per subentrare a Christian, specie considerando il suo lavoro pluriennale a stretto contatto di gomito con Horner.

Una continuità che perlomeno nel breve periodo limiterebbe fortemente gli scossoni derivati dalla possibile vicenda che vedrebbe il siluramento di Horner, potendo applicane la metodologia che sino ad ora ha fatto di Red Bull una squadra vincente. Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, Jonathan è molto ben visto dalla dirigenza e il suo rapporto con Max Verstappen è molto buono. Stesso discorso per la relazione con Helmut Marko e il responsabile tecnico Adrian Newey. Ben visto dalla dirigenza Red Bull Non ci resta che attendere…-


Autore e grafiche: Roberto Cecere –@robertofunoat

Immagini: Oracle Red Bull Racing

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Roberto Cecere