sabato, Ottobre 12, 2024

Renault chiude, Audi alla finestra: opportunità enorme per i competitor

Renault abbandona la F1 e Audi pare interessata. Lunedì scorso è stato un giorno destinato a rimanere scolpito nella storia della massima categoria del motorsport. Una delle sue pagine più tristi. Il management della casa francese, infatti, ha comunicato alle maestranze di Viry-Châtillon che la progettazione, produzione e gestione dei motori turbo-ibridi cesserà al termine della prossima stagione. Il piano strategico di Alpine prevede un drastico “saving” economico, che sarà realizzato tramite l’acquisto delle unità di potenza fornite da un costruttore già presente all’interno del paddock.

Nella classica alternativa tra produrre internamente (make) o acquistare dall’esterno (buy) beni e servizi essenziali per lo svolgimento delle proprie attività, Renault ha quindi scelto senza indugio la seconda opzione. La decisione non era nell’aria da molto tempo, dato che parte del personale tecnico era ancora impegnato nello sviluppo delle unità di potenza turbo-ibrida di seconda generazione in vista del 2026. Inutili le proteste dei lavoratori, riuniti nel collettivo “ViryOnTrack”, che hanno messo in atto diverse iniziative pacifiche di dissenso per cercare di cambiare le cose.

Renault Audi
la protesta civile dei lavoratori Renault a Viry-Châtillon

Alpine F1 ha reso noto lunedì il piano tattico da adottare, sia a livello industriale che finanziario. Un duro colpo per la divisione di Viry-Châtillon. Mecachrome, azienda specializzata nella realizzazione delle parti principali dei propulsori V6 – carter inferiore, carter cilindro, testate e copri-testata, distribuzione e supporti – perderà una commessa molto importante. Per il momento parliamo della fine di un’era che non verrà ricordata con gioia, in quanto va detto che Renault, nell’era turbo ibrida, non è mai riuscita a produrre un motore all’altezza del resto dei competitor.

F1, Renault: hanno “ucciso” l’identità nazionale francese

La scelta del gruppo francese di optare per un propulsore realizzato dalla concorrenza segna, metaforicamente, la fine dell’identità nazionale francese nella massima categoria del motorsport. Nel bene e nel male, la divisione di Viry-Châtillon custodiva l’anima transalpina del programma di F1, nonostante gran parte della monoposto fosse realizzata in Inghilterra, a Enstone. L’ultimo baluardo dello spirito nazionale nella massima categoria del motorsport resta, come sempre, la Scuderia Ferrari. A essa si aggiungerà Audi, che nel 2026 farà debuttare il primo propulsore “made in Germany”.

Una precisazione, quest’ultima, spesso sottolineata dai responsabili del programma della casa dei quattro anelli. Lo fanno per ricordare che, l’unica cosa che realmente si può associare al brand germanico, al momento, sono in effetti gli adesivi nelle monoposto con la stella a tre punte della Mercedes. Non è una sorta di polemica, tuttavia far notare questo “dettaglio”, secoli possiamo definirlo, fa capire quanto Audi ci tenga a “far pesare” la propria identità teutonica all’interno del progetto di F1. Un piano importante che punta a trovare una precisa identità all’interno della categoria.

Renault Audi
la storica sede di Viry-Châtillon della Renault

Il 30 settembre è stato un giorno molto triste non solo per i fan francesi, ma altresì per tutti coloro che hanno ammirato un polo tecnologico che per oltre 50 anni ha rappresentato un faro d’innovazione. Dalla scommessa sul motore turbo negli anni ’70, al frazionamento V10 degli aspirati diventato uno standard, passando per l’ideazione del richiamo delle valvole pneumatiche. La casa francese ha segnato alcune delle più grandi innovazioni nella storia della F1. Tutto vero. Purtroppo però si è persa totalmente con l’era turbo ibrida.

F1: Renault chiude i battenti, opportunità per Audi e la concorrenza

La chiusura del programma di F1 a Viry-Châtillon, per quanto cinica, offre una grande opportunità alla concorrenza della Renault. Le maestranze dello storico polo motori del colosso transalpino, infatti, hanno dichiarato più volte che lo sviluppo del progetto relativo ai propulsori turbo-ibrido di seconda generazione era già iniziato. Dato il know-how acquisito dalle risorse senior all’interno della fabbrica, sulla presente e futura architettura delle power unit 2.0, è probabile che esse saranno oggetto di forti corteggiamenti da parte della concorrenza, in particolare da Audi.

Quest’ultima sta progettando il proprio motore, avvalendosi di competenze acquisite grazie a un importante insourcing di “cervelli” provenienti da altri team di F1. Ne abbiamo parlato diverse volte attraverso le nostre pagine, “attenzionando” in particolare un trucco che Audi ha utilizzato sui banchi prova per testare i propulsori. L’attuale unità di potenza Renault è considerata la peggiore della categoria, un dato confermato dalla stessa casa madre, che tempo fa aveva richiesto alcune modifiche regolamentari che potessero concedere occasione di allinearsi ai valori prestazionali della concorrenza.

Renault Audi
la fabbrica dove il team di F1 Audi sta sviluppando il suo propulsore per la stagione 2026

Anche considerando questo fattore, per Audi attingere dalle competenze sviluppate da un rivale e comprendere come stava elaborando la propria power unit, potrebbe rappresentare una preziosa opportunità di confronto tra due progetti tecnici, che, sulla carta, potrebbero offrire soluzioni molto diverse osservando il corpo normativo in merito ai motori. Per questo motivo, le risorse di Viry-Châtillon saranno molto ambite nel frenetico turnover dei tecnici della F1 e, come detto, senza dubbio la casa tedesca (l’unica in F1) sarà potenzialmente molto interessata alla triste vicenda Renault.

Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Renault – Audi – F1Tv

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