martedì, Aprile 22, 2025

F1, Ferrari deve ottimizzare il carico dal fondo: preview GP Qatar 2024

Ferrari ha messo da parte Las Vegas e sta lavorando sul Qatar, tappa 23 della F1 targata 2024. Un fine settimana atipico perché, ancora una volta, la sesta e ultima della stagione, farà presenza la Sprint Race. L’occasione per racimolare un quantitativo di punti superiore sarà fondamentale. Il Cavallino Rampante deve necessariamente controvertire la tendenza non buona con tale format, scenario competitivo dove difficilmente è riuscita ad ottimizzare il rendimento con una sola sessione di prove libere. Il lavoro da casa è fondamentale per presentarsi in pista da subito competitivi.

Riuscirci significa portarsi dietro per tutto il fine settimana un vantaggio. Non farcela, al contrario, potrebbe creare non pochi problemi, costringendo il team a inseguire la performance per tutto il weekend. Il team italiano è inoltre in leggero subbuglio dopo la questione tra i piloti scoppiata domenica scorsa. Un rapporto tra i “due Carlo” che ormai sembra ai minimi termini. Vasseur ha indetto una riunione nei giorni scorsi per calmare gli animi e spiegare, dati alla mano, cosa fosse successo. All’interno di questo scenario si è cercato di ristabilire la necessaria armonia.

Ferrari F1
Frederic Vasseur, il team principal francese della storia Scuderia Ferrari

Sì, perché il mondiale costruttori è ancora alla portata. Sono 24 le lunghezze che dividono la squadra di Maranello dalla vetta. Provarci sino al termine della stagione è un dovere anche per i tifosi. Lo scoglio più duro sarà sicuramente Losail. Una pista che strizza l’occhiolino alla McLaren, in quanto possiede una vettura con caratteristiche più consone a questo tipo di percorso. Questo non significa che la Ferrari non potrà fare bene e approfittare di eventuali défaillance dei primi della classe. Senza ulteriori preamboli, passiamo all’analisi della SF-24 in configurazione Qatar.

F1, GP Qatar 2024: Ferrari ha lavorato per ottenere la spinta verticale necessaria

Il Gran Premio del Qatar si presenta come una sfida tecnica molto interessante e complicata per la Ferrari. Storica scuderia italiana che deve affrontare un circuito con caratteristiche decisamente diverse rispetto al recente appuntamento di Las Vegas, in cui non ha racimolato i punti che sperava per battere la McLaren nel mondiale costruttori. Il tracciato qatariota, con il suo layout caratterizzato da curve a media e alta velocità di percorrenza, richiede un approccio tecnico orientato a massimizzare il carico aerodinamico e la stabilità della monoposto.

L’asfalto, con una combinazione di micro e macro rugosità particolarmente severa, influisce e non poco, sia sull’aderenza che sul degrado degli pneumatici. Lo fa rendendo la scelta relativa alla messa a punto delle monoposto di F1 come un fattore chiave per il risultato in pista. Rispetto alla pista del Nevada, la Ferrari arriva in Arabia con speranze e fiducia più contenuta. Lo scorso fine settimana la rossa è riuscita a trovare un set-up che ha permesso alla monoposto di lavorare in una buona finestra operativa. Questo, pur considerando che la gestione delle gomme ha evidenziato delle inefficienze rispetto alla Mercedes.

Nonostante una prestazione pura quasi equivalente, la configurazione del team di Brackley è risultata leggermente migliore, e di riflesso ha consentito alla scuderia tedesca di avere un approccio più efficace nella mera amministrazione degli pneumatici. In Qatar, tuttavia, le sfide saranno completamente differenti. Il circuito impone carichi aerodinamici medio-alti, dove la produzione della downforce attraverso il fondo vettura sarà senza dubbio il fattore determinante. La passata stagione, Ferrari soffriva una certa debolezza nel produrre spinta verticale stabile attraverso il pavimento dell’auto di F1.

Ferrari F1
Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) in sella alla SF-24 – GP Las Vegas 2024

A margine delle consueta analisi tramite il simulatore per costruire l’assetto della monoposto, la squadra ha optato per una configurazione aerodinamica leggermente scarica. Mossa che aveva penalizzato pesantemente il bilanciamento complessivo della SF-23. Questa decisione, pensata per recuperare lap time nei brevi allunghi del tracciato, si rivelò deleteria anche per la gestione della mescola. Quest’anno, grazie a un profondo reshaping della zona terminale della chiglia e del kick del diffusore, Ferrari ha migliorato la stabilità del flusso e reso il fondo più efficiente, anche con variazioni di altezza da terra.

Questo elemento ha permesso alla monoposto italiana di generare una downforce più costante, visto che tale elemento risulta dipendente dagli angoli di rollio, imbardata e beccheggio. Tuttavia, Red Bull e McLaren restano il benchmark nella produzione del carico aerodinamico stabile e, di conseguenza, dovrebbero dominare risultare maggiormente efficaci nei settori più veloci. Dal punto di vista meccanico, Ferrari andrà ad adottare set-up sospensivi rigidi, nel tentativo di limitare i movimenti della cassa veicolo, migliorare la stabilità del carico verticale e favorire una migliore prestazione aerodinamica.

Rigidezze maggiori hanno spesso migliorato handling e prestazioni di Red Bull e McLaren, per questo ci aspettiamo che siano molto forti. Questo aspetto sarà cruciale, poiché le zone di trazione in uscita dalle curve si affrontano a velocità elevate, dove il contributo aerodinamico è maggiore di quello meccanico. Ecco perché, parlando di sospensioni non si potrà cercare un grosso vantaggio competitivo. Ferrari dovrà anche lavorare sul balance della vettura, cercando di affinare il front-end per garantire agilità nei rapidi cambi di direzione. Una qualità essenziale per affrontare le pieghe più tecniche del tracciato.

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le due Ferrari SF-23 di Carlos Sainz e Charles Leclerc durante il Gran Premio del Qatar 2023

La gestione degli pneumatici sarà un ulteriore punto critico. A differenza di Las Vegas, in Qatar le gomme avranno pochissimo tempo per raffreddarsi durante il giro. Trovare messa a punto e strategia di warm-up ottimale sarà cruciale per mantenerle le coperture nella finestra operativa ideale il più a lungo possibile. In gara, con velocità medie di percorrenza ridotte a causa della necessità di preservare le mescole, chi riuscirà a stabilizzare le temperature senza perdere troppo grip godrà di un grosso vantaggio, potendo evitare power management prolungati nelle curve più impegnative.

Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich   

Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv

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