Quest’oggi la Ferrari ha buttato una potenziale pole position in F1. Oltre a questo “statement” un po’ aggressivo, spieghiamo con calma le motivazioni. Dopo la giornata di ieri, avevamo definito la rossa una vettura con un buon bilanciamento, ma che aveva ancora del margine da estrarre. La rossa aveva un certo grado di sottosterzo specialmente nel T1, e nel terzo settore mostrava qualche problema nel tratto di curva 9. In aggiunta a questo, c’è stato anche un intenso lavoro da parte dei piloti nel comprendere come sfruttare meglio la SF-24 lungo il giro.
Il team ha realizzato alcune modifiche al set-up per curare alcune zone critiche in relazione al tracciato. Lo ha fatto tamponando i problemi di sottosterzo che avevano in curva 1, anche se non sono riusciti a curare completamente tale atteggiamento. Alla 5, sia Leclerc che Sainz potevano rimanere più stretti in ingresso, toccando poi l’apice e mettendo giù presto la potenza. Qui c’è stato un certo lavoro per avanzare un po’ il bilanciamento meccanico, migliorando anche il trasferimento di carico trasversale in ingresso. Una curva, appunto 5, molto tecnica e complessa per tutti.
C’è stato un sforzo di fine tuning in curva 9, per la quale sembra abbiano lavorato sulla rigidezza verticale della monoposto. Nello specifico, la Ferrari è intervenuta sul cosiddetto bump-stop, per cui ha ridotto il travel della sospensione. In questo modo si è limitata l’escursione verticale dell’auto. Infatti, avevamo sottolineato come in curva 9, nell’istante di massimo sforzo laterale, c’era un po’ di porposing dal fondo che oggi non si è quasi visto. I “due Carlo” hanno sfruttato molto meglio il mezzo in questa sezione. Entrambi molto più stretti in ingresso e in percorrenza.
In uscita, però, hanno continuato a percorrere più metri rispetto alla McLaren, che è rimasta la vettura da battere in questo fondamentale. Nel terzo settore le rosse arrivavano con le gomme leggermente in overheating. Per questo è stato fatto un lavoro sulla strategia di warm up della mescola. Dopo alcune valutazioni tra ieri e oggi, la tattica prescelta è stata quella di arrivare all’inizio del giro con 3°C in meno sul posteriore. Sul front-end l’anteriore destra era perfettamente in temperatura (delta nullo), la sinistra invece era sotto di 2°C.
L’avantreno destra era nella temperatura corretta per una chiara ragione: cercare di fornire alla gomme la capacità di limitare il sottosterzo nella prima curva del tracciato. Alla linea del traguardo, però, le due vetture di F1 tutte rosse arrivavano con troppa temperatura sul rear-end. Il posteriore era sopra al target prefissato addirittura di 16°C, mentre l’anteriore destra di quasi a 20°C. Una situazione che, come possiamo ben immaginare, ha limitato e non poco il rendimento della Ferrari che non aveva a quel punto l’aderenza necessaria per mantenere l’ottima performance.
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La McLaren ha fatto ciò che doveva, ma non era più veloce. Lo evidenziano anche gli errori commessi dai piloti durante le qualifiche e pure durante il giro che poi li ha portati a qualificarsi in prima fila. Norris ha commesso una sbavatura alla 9 e nella sezione sotto all’hotel faceva piccoli controlli sul volante in ingresso, segno che il posteriore era un po’ troppo caldo. Nel complesso sono risultati veloci però. Hanno confermato la configurazione aerodinamica di ieri, con l’ala da medio carico. A livello di velocità massime non sono alla pari di Ferrari, ma leggermente sotto.
Nei vari allunghi la rossa guadagnava sempre. Alla fine della retta che arriva alla 6, McLaren arrivava alla staccata con 5 km/h in meno rispetto alla vettura italiana. Questo sarà un dato importante per la gara di domani. L’handling nel complesso era buono nel veloce e si sono concentrati sulle basse velocità. In curva 1 erano sempre eccelsi, avendo molto meno sottosterzo della SF-24, ma in curva 5 spesso perdevano l’apice, percorrendo più metri. Solo in Q3, all’ultimo tentativo, i piloti hanno contenuto questo fattore, mostrando però una trazione non perfetta.
Tutto ciò ha fatto sì che, sia nel T1 che nel T2 , le monoposto che si contendono il mondiale costruttori fossero alla pari. Il discriminante per la pole position è stato il terzo settore, in cui appunto la rossa arrivava con troppo overheating. Anche la McLaren aveva un certo grado di surriscaldamento, che però i piloti della della rossa non hanno gestito bene. Sainz poteva fare meglio a livello di sensibilità, tendo in conto i diversi giri ottimi nel corso della qualifica, da parte dei due ferraristi, in cui riuscivano ad amministrare meglio la vettura nel T3, pur essendo lontani dalle temperature ottimali.
Parliamo infine della Red Bull, la quale in tanti pensavano potesse andare in pole position. Nulla di più sbagliato, o meglio, sarebbe stato impossibile senza Max, che ci mette sempre tanto del suo talento. La vettura ha mantenuto un livello di sottosterzo quasi “cronico”, anche se decisamente ridotto rispetto a ieri. Già in curva 1 non si percorreva sempre bene e Alla 5, Max non riusciva quasi mai a centrare l’apice. Poi alla chicane di curva 6-7, andava sul gas con troppo angolo volante non essendo efficace. In curva 9 entrava bene, ma poi era come se l’anteriore fosse bloccato e lo trascinasse verso l’esterno.
Per questo la Red Bull guidata dal quattro volte campione del mondo di F1, era costretta a percorrere molti più metri rispetto ai diretti avversari. Max, nel suo giro buono, era comunque riuscito a mettere assieme molti piccoli “miracoli”, buttando però via tutto all’ultima curva, dove non è stato capace di controllare al meglio la sua monoposto come fatto in precedenza. Per concludere, andiamo a prendere in esame il grafico relativo ai tempi ideali, ottenuto sommando i migliori intertempi per pilota e confrontandoli poi con un giro di riferimento, ottenuto sommando i migliori settori assoluti.
Come possiamo vedere dal grafico, Verstappen era a ben 0.36s dalla prestazione assoluta e in generale era lontano dal poter conquistare la pole position. Verstappen si è lamentato molto di soffrire una cosiddetta “under rotation” nel tratti più veloci del tracciato emiratino. Parliamo di una caratteristica che di riflesso mandava in overheating l’asse anteriore e comprometteva il suo rendimento nel T3. Vediamo inoltre che la classifica corrisponde abbastanza alla griglia, con Nico Hulkemberg che ha fatto addirittura segnare il miglior crono nel settore centrale…
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: McLaren – F1Tv