Red Bull è ancora campione del mondo di F1, al momento. Tuttavia, la squadra di Milton Keynes, domenica pomeriggio dovrà riconsegnare il trofeo dedicato a chi costruisce le vetture. McLaren e Ferrari sono state più brave nel corso dell’anno, su questo non c’è dubbio. Se diamo un’occhiata alla classifica, scopriamo che la scuderia austriaca, almeno a livello matematico, potrebbe ancora arrivare in vetta. Servirebbe una doppietta, magari con giro veloce, e la rossa dovrebbe accumulare meno di sei lunghezze. Lo scenario descritto è chiaramente improbabile, però.
Considerare che la Ferrari non riesca a sommare almeno questi punti, anche pensando alla penalità di Charles è difficile. Ma il vero miracolo sportivo sarebbe credere che Checo Perez sia in grado di arrivare sul podio, in seconda posizione, battendo Leclerc, Sainz, Norris, Piastri, Russell e Lewis Hamilton. Non a caso abbiamo parlato del messicano che, senza ombra di dubbio, nel 2024 ha mostrato un rendimento davvero imbarazzante. Un campionato davvero orribile, il suo, probabilmente il peggiore della sua carriera. Capirne le ragioni è complicato, alla fine dei conti.
Eppure, il pilota originario di Guadalajara era partito anche bene, con 4 podi nelle prime 5 gare. Poi il tracollo: non è più riuscito a entrare nella top tre. Tanti errori e, in generale, una sorta di “depressione sportiva”, malgrado il rinnovo di contratto per ben due stagioni. Il tutto, mentre il suo compagno sciorinava performance straordinarie, riuscendo sempre a ottimizzare il rendimento della sua RB20, anche durante i fine settimana in cui la vettura sembrava non voler stare in pista. Per questa ragione, a due gare dalla fine, l’olandese si è laureato per la quarta volta campione del mondo con la Red Bull.
Un’impresa strepitosa che verrà ricordata negli annali della massima categoria del motorsport. Una contrapposizione molto forte, perché, ricordiamolo, Perez guidava la medesima vettura dell’olandese. Tra i due la caratura tecnica è molto differente, d’accordo. Da una parte parliamo di uno dei piloti più forti in assoluto, un fenomeno che a 18 anni riusciva già a vincere la sua prima gara. Dall’altra, troviamo un buon mestierante che non ha mai mantenuto le promesse della gioventù. Il gap tra i due era noto, ma ciò non toglie che i risultati di Perez siano stati troppo spesso insufficienti.
F1, Red Bull nelle mani di Perez sarebbe un’auto da midfield
Nella seconda era ibrida, Perez è arrivato terzo nel campionato piloti, con tre lunghezze su Charles Leclerc. Questo, malgrado dopo 10 corse la Ferrari fosse nettamente inferiore alla Red Bull. Nella passata stagione, dove la RB19 si è dimostrata l’auto più dominante della storia, ha messo assieme meno della metà dei punti del compagno di squadra, chiudendo matematicamente la pratica “vice campione del mondo” molto tardi nel campionato. Quest’anno, a una sola corsa dalla fine del mondiale, Checo somma 152 punti e si trova solo ottavo nella classifica generale.
Nel frattempo, come detto, Max ha già festeggiato il 4° titolo piloti due settimane fa. Questi numeri devono far riflettere. D’altra parte, la F1 è uno sport basato sui risultati. Eppure, il messicano è d’accordo solo fino a un certo punto. Ma andiamo per gradi. Negli ultimi giorni è circolata in maniera preponderante una notizia secondo cui Horner e Marko sarebbero parecchio stufi di Checo. E “te credo”, aggiungiamo noi. Per questo, gli stessi interessati hanno parlato di una riunione che si terrà nelle prossime settimane per fare un quadro della situazione. Red Bull vorrebbe che Perez rinunciasse al suo posto.
Ciò malgrado, il messicano non pare affatto interessato a mollare il team e, al contrario, ribadisce che nulla sia mai cambiato in questi ultimi mesi. Lo fa sostenendo che il suo contratto lo lega alla scuderia pure per il 2025, con una opzione in base al rendimento per l’annata successiva. Poi aggiunge, soddisfatto di se, che se gli hanno rinnovato l’accordo diverso tempo fa, una chiara ragione fa presenza. Si riferisce al fatto che sanno che può farcela. Per ultimo, conclude con un perentorio “Non ho altro da aggiungere al riguardo.” Una presa di posizione decisa, la sua.
C’è però un tema che riprende l’inizio dell’articolo e riguarda il mondiale costruttori perso, perché superare la McLaren è ormai impossibile. Perez fa mea culpa. Dice che le responsabilità di questo risultato sono anche sue. Tuttavia, non crede che il risultato finale dipenda in gran parte da lui. Parole che in parte addossano le colpe al team, che a suo modo di vedere sarebbe stato incapace di fornirgli una vettura in grado di lottare per le zone alte della classifica e, di riflesso, di concorrere alla conquista del mondiale. Ancora: “È un vero peccato, sono dispiaciuto“, e bla bla bla.
Nell’arco della campagna agonistica 2024, la RB20 non si è dimostrata una vettura ineccepibile. Al contrario, ha sofferto parecchi momenti difficili. Ciononostante, il rendimento totale di Checo è stato insufficiente e proprio per questo Red Bull, dopo due annate, non sarà campione del mondo di F1. Chi poteva fare la differenza era proprio lui, tramite una gestione più oculata dei weekend e un’ottimizzazione spesso lontanissima. Deve rifletterci, l’ex Racing Point, perché tutti gli sponsor del mondo, prima o poi, non saranno più sufficienti a giustificare le sue prestazioni. In F1, ci si deve adattare a ogni singola condizione per dare il massimo, non il contrario come pretende lui.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv