La FIA si mette ancora in moto. Andiamo per ordine. Gli effetti della nuova era della F1 sotto la gestione di Liberty Media sono sotto gli occhi di tutti. Si parla sempre più spesso di americanizzazione della disciplina, volta alla trasformazione della categoria da sport di nicchia a intrattenimento adatto a un pubblico generalista. Guardando i numeri dei profitti negli ultimi anni, il lavoro del colosso statunitense può essere considerato un enorme successo dal punto di vista finanziario. Il Circus vive probabilmente il momento di massima ricchezza in termini di introiti.
Fattore che favorisce l’appoggio incondizionato dei team rispetto all’operato della FOA. Tra tutti gli stakeholder del “sistema F1” due sono i soggetti a non essere spesso allineati rispetto alle scelte di chi detiene i diritti commerciali della classe regina: i “fan conservatori”e la FIA. Per quanto riguarda il pubblico legato alle radici della disciplina, lo spettacolo offerto negli ultimi anni è qualcosa di molto diverso rispetto allo sport apprezzato negli scorsi decenni. Germania e Francia non ospitano una gara del mondiale, il turnover di alcuni tra i tracciati più iconici è dunque una triste realtà.
Per non parlare dell’elettrificazione dei propulsori, che ha mortificato il sound ineguagliabile dei motori aspirati. Per quel che concerne la Federazione Internazionale, il mandato di Ben Sulayem è stato tutt’altro che tranquillo. Nel gennaio dello scorso anno fecero scalpore le dichiarazioni del presidente della FIA in merito alla valutazione economica della F1, a fronte di un interessamento da parte di qualsiasi potenziale cliente. La risposta di Liberty Media fu durissima: “La FIA è impegnata in modo inequivocabile a non fare nulla che possa pregiudicare la proprietà, la gestione e/o lo sfruttamento di tali diritti.”
“Riteniamo che questi commenti, fatti dall’account ufficiale del presidente della FIA sui social media, interferiscano con questi diritti in modo inaccettabile.” Nell’ottobre del 2023, l’organo federale avallò la manifestazione di interesse del gruppo Andretti quale undicesimo team di F1. Successivamente, Liberty Media rigettò la candidatura della scuderia americana in virtù di motivazioni alquanto discutibili, mirate a sancire l’importanza della FOA in merito alle scelte che possano influenzare l’aspetto commerciale della categoria.
Lo stop all’ingresso in F1 di Andretti Global è attualmente oggetto di un’indagine del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. A fine 2023 la Federazione Internazionale ha aperto un’indagine relativamente alla trasmissione di informazioni riservate al responsabile di un team. Si scoprì che ad essere accusata era Susie Wolff e il marito, team principal della scuderia Mercedes. Sebbene il caso venne rapidamente archiviato, a margine delle scuse ufficiali di rito, tuttavia, la signora Wolff, ha deciso di agire legalmente contro la FIA.
Lo ha fatto attraverso una denuncia depositata nella corte penale francese. In base a una segnalazione anonima, Ben Sulayem è stato inoltre accusato di aver manipolato il risultato del Gran Premio dell’Arabia Saudita nel 2023 e di aver cercato di boicottare il Gran Premio del Nevada senza però riuscirci come voleva. Accuse da cui è stato scagionato nello scorso marzo dal comitato etico della FIA. L’anno scorso, ha assunto una posizione dura nei confronti delle espressioni volgari dei piloti, suscitando malcontento da parte della Grand Prix Drivers’ Association (GPDA, nda).
FIA: il nuovo baricentro economico della F1
Il presidente della FIA ha iniziato il nuovo anno attaccando i media. Quanto proferito al cospetto dei cronisti presenti alla Parigi-Dakar può sembrare un discorso confuso: “Tre anni di critiche contro di me. Mi interessa? Sono stato eletto per ascoltare i media? No. Mi piacciono i buoni media, positivi e forse commetto un errore, e voi potete venire e criticarmi in modo obiettivo. Guardate alcuni media britannici, sono contro l’Arabia Saudita o me. Ma una cosa che vorrei dire, andate a vedere il Gran Premio di Gran Bretagna. È il Gran Premio di Gran Bretagna?
No, è il Gran Premio di Gran Bretagna della Qatar Airways. Per favore, togliete il budget, togliete i soldi”. Con questa affermazione poco diplomatica e apparentemente fuori contesto, Ben Sulayem ha fatto capire oltre ogni ragionevole dubbio che, in qualità di presidente della FIA, rappresenta l’avamposto degli interessi della finanza mediorientale nella massima categoria del motorsport. Se da un lato la FOA organizza lo show, i grandi fondi dei paesi mediorientali non solo hanno portato la F1 in Bahrein, Arabia Saudita e Qatar, ma stanno acquistando progressivamente sempre più potere nel paddock.
A inizio dicembre il gruppo McLaren, che comprende le attività di costruttore automobilistico e il team di F1, ha cambiato nuovamente proprietà dopo che in marzo il fondo sovrano del Bahrein Mumtalakat era passato da maggiore azionista al controllo totale. CYVN Holdings, un investitore focalizzato sul futuro della mobilità e di proprietà del fondo sovrano di Abu Dhabi, ha infatti annunciato di avere stipulato un accordo non vincolante per acquisire il 100% della proprietà di McLaren Automotive, cioè del ramo industriale.
Il programma F1 di Audi ha accolto a braccia aperte il fondo sovrano del Qatar quale azionista di minoranza. Del resto, la holding possiede già una quota del 17 percento nel Gruppo Volkswagen, il che la rende il terzo maggiore azionista dell’azienda, e ha una stima di 526 miliardi di dollari di attività in gestione. L’acquisizione delle quote di minoranza lascerà quindi ad Audi il controllo del progetto Formula Uno, mentre per il Qatar rappresenta un altro importante tassello nella strategia multisport del fondo sovrano che, oltre al già citato PSG, è attivo con partecipazioni NBA (Washington Wizards), NHL (Washington Capitals) ed WNBA (Washington Mystics).
Per non parlare del colosso petrolifero Aramco, che oltre a essere partner tecnico della squadra con sede a Silverstone, la Aston Martin, al contempo si fregia di essere il title sponsor del prossimo Gran Premio di Spagna del 1 giugno. Quindi, mentre la FOA si impegna a rendere lo show più affascinante, la grande finanza della suddetta regione del pianeta sta comprando progressivamente il giocattolo. Questo con la chiara benedizione di Ben Sulayem che, all’interno di questo scenario, sta svolgendo il ruolo di garante delle grandi operazioni finanziarie in corso.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: FIA – F1TV