Hamilton in Ferrari a Maranello: era questo il sogno di John Elkann. Come ampiamente previsto, ieri, la sede di via Abetone inferiore 4 è stato il centro del mondo, almeno per quel che concerne il motorsport. La prima giornata “operativa” del britannico è stata l’occasione per conoscere le maestranze del Cavallino Rampate, sotto il vigile sguardo di tutto il top management della rossa. Era presente lo Stato maggiore in pompa magna della storica azienda modenese: il presidente John Elkann, l’amministratore delegato Benedetto Vigna e il team principal Frederic Vasseur.
Il sette volte campione del mondo è parso visibilmente emozionato dall’accoglienza e di scoprire come è fatta internamente la casa che non realizza solo le vetture più conosciute al mondo ma che, in ambito sportivo, è la fabbrica dei sogni per eccellenza, indipendentemente dal successo in pista. Quel successo nella massima categoria che manca proprio quando Lewis muoveva i primi passi nella classe regina, sbalordendo il mondo della F1 per la capacità di essere da subito in lotta per vittoria del titolo, quando era un rookie, lottando contro Fernando Alonso.
Quel che è certo è che tutti i membri della scuderia italiana sono stati contagiati da un enorme entusiasmo, che la Ferrari farà di tutto per canalizzare in volano e alimentare le speranze iridate del Lewis Hamilton e di Charles Leclerc, anch’egli presente in forma anonima. La cura maniacale di ogni singolo dettaglio da parte di comunicazione e immagine della Ferrari, per di più, rivela la dimensione dell’evento così come le altissime aspettative che tale sodalizio sarà in qualche modo obbligato a soddisfare. Niente di diverso ci si attendeva da questo primo punto di contatto.
I tempi cambiano così come il modo di comunicare verso il mondo esterno. Lo sappiamo bene. Ciò malgrado, per un pilota della Ferrari, ma mai era stata riservata una tale accoglienza a un nuovo pilota. Del resto il team di F1 modenese non aveva mai ingaggiato un pilota con tante medaglie al petto. Nemmeno Schumacher, quando arrivo nel 1996, aveva raggiunto i traguardi di Hamilton. Il messaggio più potente della giornata
è subliminale, ma al tempo stesso molto chiaro per chi conosce bene la storia della scuderia più premiata al mondo.
Ferrari, Hamilton: Elkann e il desiderio di essere all’altezza del suo ruolo
La presenza di John Elkann, una sorta di scorta ad ogni passo di Lewis Hamilton, anche quando ha salutato i fan presenti fuori dalla sede del Cavallino Rampante, “tradisce” il desiderio del rampollo della famiglia Agnelli, di rivendicare (e ricordare) la paternità dell’ingaggio dell’asso del volante britannico. Al netto di un sicuro ritorno dell’investimento dettato dalla gigantesca macchina del marketing e del merchandising , con il “colpo” Hamilton, il nipote dell’avvocato Gianni Agnelli sta cercando di scrivere il suo nome nella leggendaria storia della Ferrari.
Per chi ha qualche capello bianco, ricorda bene che l’avvocato di fede juventina non era solito presenziare ai grandi eventi della rossa. Tuttavia fece un’eccezione durante la campagna agonistica 1996, quando venne presentata la prima rossa di Michael Schumacher, la poco competitiva F310. Il 15 febbraio 1996 Agnello fece da anfitrione sotto il tendone allestito a Fiorano. Salì sul palco alla prima uscita in veste ufficiale di Michael Schumacher e, con il suo particolare stile, fece comprendere a suo modo la portata dell’investimento e le elevate aspettative
“Di certo Michael non è venuto da noi per un tozzo di pane“. Così ebbe modo di dire il nonno di John. L’attuale presidente della Ferrari ha poco in comune con il suo illustre progenitore. Tuttavia l’arrivo di Lewis Hamilton appare un nostalgico tentativo di ripercorrere le gesta del nonno. Certamente rappresenta un messaggio subliminale a tutti i livelli manageriali della Gestione Sportiva: ora che tra le fila del Cavallino Rampante c’è il pilota che ha vinto dovunque, e più di tutti, non ci possono essere più alibi per andare a prendersi il mondiale.
Il mezzo deve essere all’altezza dell’epta campione del mondo e di Charles Leclerc, che alla sua settima stagione con il team italiano ha una possibilità unica: vincere la sua prima corona iridata battendo il pilota che ha riscritto i record della F1. Quella di ieri potrebbe essere ricordata come la giornata della nuova età dell’oro per la Ferrari o, nel peggiore dei casi per l’ennesima suggestione senza lieto fine. Chi ha a cuore le sorti della rossa spera di essere all’alba di una nuova era di vittorie, indipendentemente da chi porterà al successo lo storico team italiano voluto da Elkann.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari