Newey è un super progettista, il più quotato della F1. Nel prossimo futuro agirà con Aston Martin, dove intende ripetere i fasti del passato. La sua nuova avventura presenta parallelismi con il percorso intrapreso in Red Bull, pur conservando alcune differenze significative. Quando arrivò a Milton Keynes, infatti, non si limitò al mero design delle vetture: vi era un piano ben definito per plasmare il team. L’obiettivo era chiaro e ambizioso: formare un gruppo coeso di tecnici e costruire nuove strutture operative per dar vita a un ciclo vincente nella massima categoria.
Adrian si era assunto l’onere e l’onore di selezionare personalmente il suo gruppo di lavoro, dando forma a un pool di tecnici capaci di trasferire le sue brillanti intuizioni sulla vettura. Ma non si trattava solo di competenze tecniche: vi era una questione di mentalità, una qualità intangibile e preziosa, che non si può semplicemente replicare. Per vincere, infatti, è necessario più dell’organizzazione: serve uno stato mentale che alimenti la certezza in ciò che si sta facendo, una convinzione assoluta.
L’inglese aveva già trionfato ampiamente nelle sue precedenti avventure con Williams e McLaren. Se pensiamo alla Red Bull, al contrario, ricorderemo un gruppo parecchio giovane, colmo di ambizione ma privo di familiarità con l’élite delle competizioni. Dire qualcosa di differente non era possibile. Eppure Adrian sposò ugualmente questa grande sfida ricca di insidie. Lo fece perché ebbe la possibilità di forgiare una scuderia attorno alle sue visioni. Costruire, almeno a livello tecnico, un pensiero brillante e condiviso votato all’obiettivo primario: vincere.
Mancava una metodologia, quella disciplina che Red Bull, allora, non possedeva. Ed è qui che l’esperienza sterminata del genio di Stratford-upon-Avon ha fatto la differenza. Il suo bagaglio tecnico, immenso e prezioso, fu messo al servizio della squadra. Questo mix di fattori fondamentali permise alla scuderia, nata sulle ceneri della Jaguar, di crescere rapidamente. A partire dal 2010, una serie di successi scolpì il nome di Red Bull nella storia, consacrando ancora una volta l’immenso valore di Newey e la sua capacità di trasformare una scuderia in una leggenda vivente.
F1, Newey: la nuova sfida del genio britannico
Newey ha riflettuto parecchio prima di prendere una decisione sul proprio futuro. A livello economico non aveva bisogno di nulla, tanto che avrebbe potuto permettersi una “pensione dorata” trastullandosi con i suoi hobby. Oppure avrebbe potuto dedicarsi, in ambito lavorativo, a progetti che lo hanno sempre affascinato, come l‘America’s Cup, settore nel quale, nonostante la sua totale estraneità, avrebbe sicuramente inciso, data la sua natura vincente. Poteva pure dedicarsi a progetti relativi a vetture stradali. E invece ha preferito continuare nel mondo delle corse. E meno male, aggiungiamo noi…
Aston Martin ha saputo toccare le corde giuste per convincerlo, offrendogli la possibilità di sognare ancora, oltre a entrare direttamente all’interno della scuderia con delle quote. La somma di questi fattori farà sì che Newey continui in F1 ancora per diverse annate. Gli appassionati devono senza dubbio ringraziare Lawrence Stroll, perché se l’inglese si aggirerà ancora nei paddock, gran parte del merito sarà suo. Il suo supporto deve ancora farsi sentire. Manca ancora qualche mese affinché Adrian possa, almeno ufficialmente, iniziare a dedicarsi completamente al team di Silverstone.
Ovviamente il suo ruolo principale sarà l’approccio al nuovo corpo normativo. Una vera e propria sfida alla quale il britannico non voleva sottrarsi. Per Aston Martin, i benefici di possedere tra le proprie fila un fenomeno del genere, pensando al prossimo futuro, sono tutt’altro che chimerici. Al contrario, le percentuali di successo legate al regolamento 2026 sono altissime. Non potrebbe essere altrimenti, considerando il suo passato. Al contempo, però, non dobbiamo dimenticare un tratto istintivo di Newey in F1: la capacità di correggere una vettura se qualcosa non funziona.
Lo stesso vale per quanto concerne la velocità di sviluppo di un progetto nell’arco di una campagna agonistica. Aston Martin può dormire sonni tranquilli, insomma. Specie pensando che, rispetto a quando il progettista è arrivato in Red Bull, al momento possiede grandi strutture e un know-how nella massima categoria molto superiore a quello della squadra di Milton Keynes nel campionato 2006. Solo il futuro potrà confermare o meno i risultati. Tuttavia, Newey si appresta a forgiare la sua prossima opera d’arte. Anche in questo caso, il target resta lo stesso: battere il resto degli avversari.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Red Bull – Aston Martin – F1Tv