C’era un tempo in F1 in cui gli iscritti al mondiale erano così tanti da dover inevitabilmente ricorrere a una sessione preliminare che si svolgeva al giovedì. Le prequalifiche a cui prendevano parte le “cenerentole” dello schieramento. Team spriti da tanta voglia di esserci ma con scarse risorse economiche per competere ai massimi livelli. La classe regina del motorsport è diventata negli anni un laboratorio di innovazione dai costi esorbitanti e solo i team finanziariamente più solidi sono riusciti a sopravvivere. Dalla stagione 2015 i team iscritti al campionato sono 10.
Un numero di competitor sufficiente, secondo Liberty Media, a garantire uno spettacolo godibile. È pur vero che la grande affidabilità delle monoposto di ultima generazione rende i guasti tecnici degli eventi eccezionali, garantendo di conseguenza un numero di monoposto in pista accettabile anche nelle battute finali delle gare. La crescente popolarità della F1 è diventata una grande opportunità. Molti soggetti hanno manifestato interesse ad entrare nel circus, nonostante l’ostracismo dei team già presenti in griglia. Il motivo è molto semplice, a quanto pare.
Gli attuali dieci competitor si sentono artefici del successo della disciplina che gli americani stanno sfoggiando. Organizzazioni che hanno tenuto duro anche durante le campagna agonistiche fortemente condizionate dalla pandemia da Coronavirus. Almeno questa è la versione ufficiale delle varie squadre. In realtà, altri commensali al tavolo dei dividendi relativi ai diritti commerciali elargiti dalla FOA, potrebbero significare inevitabilmente introiti inferiori per le squadre già presenti in F1.
In questo contesto si è sviluppato una sorta di braccio di ferro tra la Federazione Internazionale e la FOA in merito all’ammissibilità della candidatura del team Andretti. Alla valutazione favorevole della FIA seguì la bocciatura di Liberty Media, le cui motivazioni furono talmente ambigue da sollecitare anche il Congresso degli Stati Uniti. Ricordiamo che ben 12 dei suoi membri inviarono una lettera al detentore dei diritti commerciali della F1, per chiedere delucidazioni sul mancato ingresso di Andretti, sollevando dubbi sulla legalità del procedimento di selezione all’antitrust.
Alla fine dei questa triste storia il tutto si è risolto con il passo indietro di Andretti stesso, almeno in via ufficiale. L’ingresso dell’undicesimo team a partire dal 2026 è diventato però realtà quando, General Motors. è scesa in campo direttamente attraverso il proprio luxury brand. Stiamo parlando di Cadillac. Una vittoria della Federazione Internazionale nei confronti dell’atteggiamento autarchico dei dieci team e della proprietà a stelle e strisce della massima categoria. E non è finita qui…
F1, Ben Sulayem continua la sua guerra silenziosa
Nell’ambito del “FIA Officials Summit” tenutosi a Madrid, in cui si è parlato anche del prossimo Gran Premio nella capitale iberica, Ben Sulayem ha aperto alla possibilità di avere in griglia un dodicesimo team: “L’anno scorso c’è stato un grosso attacco nei miei confronti per l’apertura all’11° team. Ora abbiamo un 11° team. Era necessario tutto questo caos per arrivare a questo punto? Penso di no. Se arriverà la squadra giusta, la FIA aprirà una nuova manifestazione d’interesse.
Non abbiamo paura di nessuno”. Il manager originario di Dubai prosegue la sua silente guerra contro la FOA attraverso potenziali iniziative che sono state già oggetto di scontro con Liberty Media. L’ex pilota Rally non usa mezzi termini e quando parla di duro attacchi nei suoi confronti, il mandante è palese. Così come la provocazione di benedire l’ingresso di un nuovo soggetto nel Circus. Un altro modo per rivendicare la centralità della FIA nei processi decisionali che impattano la F1.
D’altronde si tratta di “rivendicare” l’appartenenza della massima categoria del motorsport rispetto a chi ne detiene “solamente” i diritti commerciali. Per il momento Liberty Media e i team restano in silenzio, anche perché all’orizzonte non c’è un gruppo interessato all’ingresso in F1. Probabilmente Cadillac sarà il “caso da studiare” a cui un po’ tutti dovranno necessariamente prestare attenzione in merito ai soggetti interessati ad entrare nel paddock. Se la squadra statunitense sarà una storia di successo, allora il dodicesimo team non sarà solo una provocazione del presidente della FIA.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv