Red Bull ha diverse sponsorizzazioni importanti, come peraltro altre squadre con i vari colossi della “big tech“. Vere e proprie strategie finalizzate all’aumento della competitività. Il ruolo di servizi e sistemi messi a disposizione dall’information technology risulta essenziale nel ciclo di vita di una monoposto, sin dalla fase di design, prototipazione, produzione attraverso macchinari a controllo numerico, simulazione, per arrivare alla gestione delle strategie di gara. I modelli predittivi analizzano migliaia di dati per fornire in tempo reale la migliore opzione strategica.
L’attuale “era” della F1 è caratterizzata dal pervasivo utilizzo degli strumenti offerti dall’information technology. Da decenni i task di design, calcolo, simulazione e prototipazione di ogni componente delle monoposto sono completamente supportati da specifici software quali CAD (Computer Aided Design), CFD (Computational Fluid Dynamics), CAE (Computer Aided Engineering). Come infrastruttura informatica, Red Bull Ford Powertrains ha scelto nel 2022 Oracle Cloud Infrastructure, che offre la potenza di elaborazione e gli strumenti necessari anche per la progettazione dei motori che debutteranno nel 2026.
Un sodalizio, quello tra Oracle e Red Bull Racing, che rappresenta una sinergia tecnologica unica nel suo genere. Il colosso con sede in Texas e il team austriaco hanno siglato un accordo quinquennale da circa 300 milioni di dollari nel 2022 e detiene il diritto di approvare tutte le nuove partnership della scuderia. Si tratta di uno dei contratti di sponsorizzazione più significativi in F1, che eleva Oracle a partner tecnologico strategico e di grande valore per la squadra austriaca.
Se l’entità economica e i servizi offerti hanno garantito un vantaggio competitivo al team diretto da Christian Horner, il diritto di veto imposto dalla multinazionale del settore informatico su altre potenziali partnership potrebbe diventare un limite sul lungo periodo. Veto che, ad esempio, non possiede HP che, pur essendo title sponsor della Scuderia Ferrari, non ha potuto impedire che la storica scuderia modenese siglasse la partnership con IBM, storica concorrente di HP in diverse linee di business dell’Information Technology.
Red Bull: l’opinione di Oracle conta sin troppo
In queste ore si apprende che Perplexity, startup nel settore delle ricerche AI, era vicinissima a firmare un contratto di sponsorizzazione con Red Bull Racing. Tuttavia, l’accordo è stato bloccato dal main sponsor del team austriaco. La ragione di questo veto risiede in due fattori strategici: Oracle starebbe cercando di acquisire TikTok, piattaforma che anche Perplexity vorrebbe comprare. Inoltre, il title sponsor di Red Bull sostiene economicamente Stargate, un progetto da 500 miliardi di dollari per la costruzione di data center per OpenAI, concorrente diretto di Perplexity.
Perplexity è una società fondata nel 2022 da Aravind Srinivas, Denis Yarats, Johnny Ho e Andy Konwinski e, andando a spulciare nella breve ma già corposa storia di questo brande, scopriamo che in soli tre anni di attività ha raggiunto una valutazione che si aggira attorno ai 9 miliardi di dollari. La sponsorizzazione con Red Bull Racing sarebbe stato il volano per la visibilità globale della startup. La partnership con la squadra di Milton Keynes avrebbe significato non solo un importante posizionamento di brand, ma anche l’accesso a un ecosistema di dati e analisi strategicamente rilevante per il settore AI.
Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa stanno offrendo nuove funzionalità per i team di F1. Lo Fanno oramai da tempo e con successo. Tra questi provvedimenti possiamo annotare la possibilità per i team di eseguire simulazioni approfondite basate su possibili scenari che potrebbero verificarsi durante le gare. Alcuni di questi contesto virtuali stanno diventando talmente accurati da risultare sbalorditivi, per effetto della loro precisione nel contesto reale sebbene, appunto, le supposizioni nascono dal campo ipotetico. Diversi team hanno sfruttato i progressi delle tecnologie IT sin dagli albori,
Parliamo del Cloud Computing e dell’Intelligenza Artificiale, sino all’apprendimento automatico. Il team Aston Martin Aramco, ad esempio, fa ampio ricorso al “Data Lake”, un’area dedicata all’archiviazione, analisi e correlazione di dati strutturati e non strutturati in formato nativo. La sua peculiarità è di consentire il recupero e l’organizzazione del dato secondo il tipo di analisi che si intende effettuare. Questi enormi centri di archiviazione dati rappresentano l’input per le soluzioni di apprendimento automatico, algoritmi in grado di prevedere e migliorare il processo decisionale.
Clare Lansley, Chief Information Officer della scuderia Aston Martin, ha spiegato che gli algoritmi di apprendimento automatico possono analizzare i dati su pneumatici, condizioni atmosferiche, caratteristiche del tracciato e utilizzare l’analisi predittiva per ottimizzare le decisioni. L’utilizzo di tali tecnologie consentirà di svincolare più ingegneri, che potranno concentrarsi in diverse aree dove il supporto umano è ancora importante. Un fattore non banale in considerazione del limite di spesa imposto dal Budget Cap. Un altro team di F1 che usa l’intelligenza artificiale per migliorare prestazioni e strategia è Visa Cash App RB.
Parlando a un evento con il partner software dell’azienda Epicor, Guillaume Dezoteux, capo delle prestazioni veicolo, ha affermato che l’IA può aiutare a informare i team quando si tratta di pianificazione, poichè non è necessario eseguire centinaia di simulazioni. Il blocco imposto da Oracle verso la potenziale partnership tra Red Bull e Perplexity evidenzia come la F1 stia diventando un terreno di competizione delle “big tech” confermando la nuova frontiera di concorrenza dell’Information Technology non solo sul mercato, ma anche in pista.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv