Ferrari è in difficoltà con la gestione Vasseur, succede spesso in F1. Sono passati due giorni dal Gran Premio di Cina, che passerà alla storia per la duplice irregolarità rilevata dalla FIA sulle monoposto del Cavallino Rampante. Anche a freddo, la delusione è grande, al netto di una prestazione comunque mediocre sulla distanza dei 300 km. La storica scuderia modenese, alla vigilia della stagione non aveva nascosto le proprie ambizioni.
Lo ha fatto dichiarando di puntare a entrambi i titoli iridati. Un obiettivo tuttora fattibile, considerando che sono stati disputati solo due round dei ventiquattro presenti in calendario. Insomma, c’è tutto il tempo per recuperare, a patto che i malesseri della SF-25 vengano rapidamente curati. Senza la squalifica delle monoposto di Hamilton e Leclerc, il consuntivo del weekend poteva essere considerato comunque positivo.
Ovviamente in relazione al disastroso debutto australiano. Tuttavia, il fine settimana in Estremo Oriente per il team di Maranello si è concluso al sabato. Dopo sole due tappe, le classifiche piloti e costruttori sono fortemente deficitarie. Basti pensare che, per la prima volta nella storia della scuderia italiana, un pilota di un team cliente precede la coppia di piloti titolari.
Parliamo di Esteban Ocon che, proprio grazie alle squalifiche degli alfieri del Cavallino Rampante, è il conducente con una vettura motorizzata Ferrari con più punti nella classifica riservata ai piloti di F1. Appena due settimane fa, questa ipotesi avrebbe fatto sorridere. È inutile girarci intorno: l’aria in casa Ferrari è diventata molto pesante. La logica evoluzione della SF-24 non è mai stata un’opzione presa in considerazione dagli ingegneri di rosso vestiti.
La sottile differenza tra potere e dovere
Il terzo anno di gestione Vasseur deve (o doveva) essere, almeno nelle intenzioni, quello della maturità tecnica e organizzativa della Scuderia Ferrari. Il dirigente originario di Draveil ha plasmato la GES in modo funzionale alla sua visione manageriale. L’addio di Enrico Cardile è stato forse l’unico imprevisto nel processo di riorganizzazione interna del team, che non sembrava aver destabilizzato il comparto tecnico.
Tralasciando la nefasta campagna agonistica di F1 2023, in cui il boss francese prese il testimone del dimissionario Mattia Binotto, nella scorsa stagione, la squadra italiana ha disputato un bon campionato e relativo rendimento soddisfacente. Il team italiano ha “rischiato” di vincere il titolo costruttori, conteso a McLaren fino alla tappa finale di Abu Dhabi. Peccato che attualmente siano altri i record che sta nutrendo.
Se facciamo un passo di dodici mesi in dietro, la scuderia di Via Abetone 4 B non aveva la necessità di vincere a tutti i costi. Il target era quello di fare meglio della stagione precedente. Ed è un po’ questa è la grande differenza attuale, tra il poter vincere e il dover vincere per forza. Alla vigilia del mondiale 2025, come dettoFerrari ha fissato pubblicamente i propri obiettivi e deve cercare di mantenerli.
Il fardello della vittoria
L’obbligo di vincere è certamente uno stimolo, ma può rappresentare un fardello, soprattutto per un team ormai abbonato alla sconfitta. Nel 2024, senza la pressione di dover vincere a ogni costo, la squadra diretta dal francese ha mostrato la capacità di osare senza il timore di sbagliare. Il problema è che, in quel di Maranello, possano tornare di moda dinamiche disfunzionali.
Situazioni che in passato suggerivano agli ingegneri di reprimere il proprio talento, temendo di commettere degli sbagli preferendo non osare. Se la Rossa intende risalire la china, è necessario assumersi dei rischi, al pari di quanto fatto lo scorso anno. Certo, nel 2024 ci sono stati momenti di difficoltà, specie dopo l’update portato in Spagna, ma senza scomporsi il team ha saputo reagire.
Lo ha fatto riuscendo a corregger sviluppare molto bene la SF-25 sino al termine della stagione, aumentandone il potenziale per combattere al vertice della categoria. L’asticella ora è molto più in alto: si deve vincere, senza se e senza ma. Questa spada di Damocle che incombe sulla testa degli uomini Rossa non deve in alcun modo destabilizzare l’ambiente. In caso contrario, tutti sarebbero in discussione, a partire da Frédéric Vasseur.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv