Vincere è difficile, ripetersi è ancora più arduo. Verstappen ci proverà, anche se il mezzo a disposizione non sembra essere più al livello top rispetto alla concorrenza. Nonostante Max inizi la sua undicesima stagione in F1, avrà ancora volta il numero 1 in bella mostra sul musetto. Ripetersi nel 2025 sarà un’impresa ardua. Tutto vero. Del resto, solo Michael Schumacher è riuscito nell’impresa di vincere cinque titoli iridati consecutivi, dal 2000 al 2004. Nel corso dei test in Bahrain, la RB21 non ha trasmesso sensazioni super positive.
Il quattro volte campione del mondo, in sostanza, ha riprodotto vecchi problemi che per il momento non sembrano ancora essere risolti. Vecchi difetti che hanno obbligato l’olandese a correre di conserva nella seconda parte della passata campagna, come ad esempio i problemi di curb riding evidenziati anche nei dei test collettivi. Verstappen sostiene che a Melbourne sarà impossibile lottare per la vittoria. Almeno questo il suo pensiero che potrebbe anche essere pre tattica, però.
Un suo feeling è assai diverso da quello di Lando Norris e della coppia di piloti Ferrari, che hanno espressamente dichiarato di voler lottare per la conquista dei titoli iridati. Sì perché già a Melbourne la battaglia sarà mondiale per la Rossa, che intende cancellare il passato e tornar alla vittoria. All’interno di questo scenario, si può quindi eliminare il figlio di Jos dalla rosa dei candidati alla vittoria finale del campionato che sta per iniziare?
Red Bull bizzosa ma non lenta
La risposta è alla domanda precedente è no. Il pilota olandese ha dimostrato di poter compensare con la sua abilità i limiti del mezzo. Nei test in Bahrain, la McLaren si è dimostrata molto competitiva su una pista che non ha mai riservato grosse soddisfazioni al team di Woking. Tuttavia, al netto di tutti i depistaggi e pretattiche volte a mascherare il proprio potenziale, Red Bull sembra una monoposto capricciosa ma non drammaticamente lenta, sia sul giro secco che nelle simulazioni di gara.
Non è certamente il benchmark della categoria e la gestualità di Verstappen colta in diversi on-board lascia intendere che la monoposto della squadra di Milton Keynes non assecondi i comandi del talento di Hasselt. Tuttavia, sebbene la RB21 erediti ancora parte dei difetti del progetto tecnico del 2024, ha mostrato una certa velocità c’è. Basti pensare all’ultima edizione del Gran Premio di Losail, dove gli ingegneri hanno trovare il miglior compromesso per estrarre tutto il potenziale della monoposto.
F1, l’autolesionismo della concorrenza
In casa Red Bull gli equilibri interni non sono chiari oramai. Per stessa ammissione del management del team austriaco, Liam Lawson dovrà performare in modo migliore rispetto a Sergio Perez, ma non dovrà in alcun momento anteporre le proprie ambizioni rispetto a quelle del team, che coincidono a loro volta con quelle del campione del mondo. Insomma, non c’è alcun dubbio su chi sia la prima guida e lo scudiero di turno.
Scenari completamente diversi in McLaren e Ferrari. Lo storico team inglese ha offerto pari opportunità a Norris e Piastri sino alle fasi finali della passata campagna. Un “harakiri strategico” che ha penalizzato Norris nella lotta per la corona iridata. Piastri difficilmente reciterà la parte della seconda guida, almeno fino a quando avrà possibilità di lottare per il mondiale piloti. Inevitabilmente, ci sarà una prima parte di stagione in cui i piloti saranno liberi di correre in modo pulito, ma senza gerarchie predefinite.
Idem come sopra in casa Ferrari. L’arrivo di Lewis Hamilton ha creato un enorme entusiasmo all’interno della Scuderia di Maranello. Se è vero che Charles conosce come le sue tasche la squadra modenese, è altrettanto verosimile che sarà profuso un enorme sforzo affinché il sette volte campione del mondo di F1 possa conquistare quella che sarebbe l’ottavo corona iridata, proprio a bordo della SF-25.
Per quel che concerne Mercedes, molto dipenderà dalla bontà del mezzo e dalla curva di crescita di Kimi Antonelli. Il giovane pilota italiano, nelle intenzioni di Toto Wolff, dovrà essere per Mercedes quello che Verstappen è stato per Red Bull. Russell partirà certamente con i gradi di capitano del team e dovrà sfruttare tale opportunità proprio nella prima fase della stagione, in cui dovrà essere bravo a mettersi la responsabilità del team sulle spalle.
Red Bull, l’invidiabile esecuzione del lavoro in pista
Spesso avere a disposizione la migliore auto del lotto non è garanzia di successo. La McLaren lo scorso anno si è incartata in quelle che sono state definite le “Papaya Rules”. Nel 2022 la Rossa pagò a caro prezzo scelte strategiche folli che la privarono di successi dati per scontati (Monaco 22 docet, nda). Da questo punto di vista, il team di Maranello ha fatto passi da gigante sotto la gestione Vasseur. Ciò malgrado, per il mondiale 2025, gli strateghi del Cavallino Rampante saranno sottoposti a uno stress enorme.
Questo perché dovranno soddisfare le ambizioni di due “prime donne”, senza che nessuno si senta penalizzato. Red Bull è da anni il punto di riferimento della categoria per quel che concerne le strategie e le operazioni in pista. Quante volte in questi anni abbiamo assistito a veri e propri miracoli compiuti dagli ingegneri nei race weekend, rivoltando come un calzino le monoposto blu racing? L’ultimo esempio utile è sempre quello di Losail nella passata campagna agonistica.
Nella sprint race del sabato Max chiuse la gara sulla distanza dei 100 km in una anonima posizione, alle spalle anche della Haas di Hülkenberg. Il giorno successivo, però, non ce ne fu per nessuno. Verstappen dominò la gara in lungo e in largo, nonostante la McLaren fosse data per sicura favorita nel round del Qatar. L’esecuzione del lavoro in pista pista potrebbe ancora rivelarsi un’arma decisiva per la Red Bull, specie se la lotta per il titolo dovesse essere equilibrata come si preannuncia.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Red Bull – Scuderia Ferrari – F1Tv