McLaren è la favorita secondo il parere comune. I test di F1, hanno fornito informazioni per quali la MCL39 viene considerata la vettura più pronta del lotto. E probabilmente lo era, almeno in Bahrain. Resta da capire se sarà lo stesso in Australia, perché a quanto ci hanno detto diversi tecnici, il livello di competitività è piuttosto simile tra i top team e ancora una volta saranno i dettagli a fare la differenza. Il circuito di Albert Park è un semi-cittadino che si snoda attorno al pittoresco lago omonimo, caratterizzato da una lunghezza di 5,278 km.
Il primo settore inizia con un rettilineo principale seguito da una serie di curve a 90 gradi, che richiedono una buona trazione in uscita. Mentre il secondo è più scorrevole, con curve veloci che mettono alla prova la stabilità aerodinamica delle vetture. L’ultimo tratto della pista presenta curve più lente e tecniche, dove è fondamentale l’equilibrio meccanico del veicolo. La pista è parecchio particolare e l’asfalto tende ad essere “green” nelle prime sessioni, offrendo poca aderenza che favoriscono fenomeni quali il graining.
L’anti dive eccessivo sotto esame
Essendo la prima gara stagionale non sappiamo ancora tutto della MCL39, benché tramite i test sono già emersi alcuni aspetti. La vettura britannica si distingue per l’adozione di un angolo di anti-dive particolarmente accentuato all’anteriore, estremizzando il concetto introdotto dalla Red Bull nelle stagioni precedenti. Questa scelta tecnica mira a ridurre l’affondamento dell’avantreno in frenata, con il chiaro obiettivo di migliorare la stabilità della piattaforma aerodinamica in fase di beccheggio.
Tuttavia, su tracciati di F1 come Albert Park dove il front-end non è eccessivamente sollecitato, potrebbe verificarsi un’asincronia termica degli pneumatici, di cui avevamo parlato nelle precedenti settimane, anche in relazione alle parole di Pierre Waché. Questo fenomeno si manifesta quando le gomme anteriori non raggiungono la temperatura target ottimale, compromettendo l’aderenza, specie nelle prime fasi del giro di qualifica. Situazioni analoghe furono osservate dalla Red Bull nell’edizione del 2023, evidenziando la delicatezza di questo equilibrio.
McLaren, Altezze da terra e drag
Un’altra sfida per la McLaren riguarda la sensibilità alle ride height. Il circuito di Albert Park, presenta diverse irregolarità con alcuni bump sull’asfalto. La MCL39, con una finestra di rigidità sospensiva piuttosto elevata, potrebbe incontrare difficoltà nell’assorbire queste asperità, specialmente in frenata, influenzando la stabilità e la bontà della spinta verticale. L’efficienza aerodinamica sarà uno dei tema principali del fine settimana, aspetto cruciale per la perfetta esecuzione del weekend.
La resistenza all’avanzamento della MCL39 momento appare migliorata, ma solo nel primo evento ufficiale sapremo se il team hanno effettivamente azzeccato l’equazione. Dal punto di vista dell’handling, l’auto inglese a mostrato una certa tendenza sovrasterzante. L’avantreno offre un’ottima precisione e reattività, ma il retrotreno può raggiungere rapidamente la saturazione in uscita di curva, quando il pilota applica potenza e si richiede una gestione attenta e oculata dell’acceleratore.
Il modo di “costruire” la messa a punto non cambia
Nonostante queste caratteristiche, il team McLaren non prevede cambiamenti radicali nell’approccio al setup rispetto alla stagione precedente. Il team principal Andrea Stella, ha confermato che la MCL39 è un’evoluzione della vettura precedente, mantenendo similitudini sulla guidabilità. Pertanto, l’obiettivo sarà stabilizzare il carico aerodinamico per affrontare efficacemente i tratti a media-alta velocità, cercando un compromesso ottimale nelle rigidezze sospensive per gestire i bump del tracciato.
I feedback di Norris e Piastri a margine della tre giorni di F1 in Medio Oriente sono positivi, indicando una vettura solida e competitiva sul passo gara. Tuttavia, con distacchi minimi suddetti tra le varie squadre, la costruzione del setup giocherà un ruolo cruciale nel determinare le prestazioni in pista. Come dimostrato ampiamente nella stagione 2024, un assetto ottimale può sovvertire il livello di competitività di una monoposto, rendendo decisivo l’adattamento alle specifiche condizioni del circuito australiano.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: McLaren – F1Tv