Ferrari aveva le potenzialità ma non le ha sapute usare. In F1 succede pure questo, specie quando devi rincorrere e la tua vettura ha comunque sempre dei problemi. Una terza fila che fa male, soprattutto a Leclerc, super incavolato in radio per un suo errore tra curva 16 e 17. Hamilton non è felice ma resta più calmo. Una doccia fredda, perché pareva proprio che la SF-25 potesse realizzare un exploit.
F1, Tutto è andato storto per la Rossa
Per certo, su questo circuito la Rossa ha trovato un ottimo bilanciamento nelle prove libere di ieri. La costruzione della messa a punto aveva convinto da subito. Idem i successivi esperimenti, seguiti da vari ritocchi. Rispetto a venerdì oggi il team ha cercato di tenere il setup più simile possibile, senza stravolgere nessuna delle macro aree. D’altra parte, nelle FP3 si era pure riuscito a sistemare le curve lente del T1.
La carenza di rotazione è un tratto endemico della monoposto italiana. Non c’è nuovo fondo che tenga, perché il sottosterzo cronico va sempre e comunque curato in qualche modo. Aspetto che appunto emerge nei tratti guidati. A livello meccanico qualcosa non ha funzionato come doveva, perché alle basse velocità tutto è peggiorato e non poco. Basta osservare il volante dei ferraristi per vedere le continue correzioni.
Tuttavia, quello che è mancato è pure la percorrenza. Quel T2 che sembrava il pezzo forte della SF-25, dove riusciva a fare tanta differenza in positivo. Problema riconducibile a due fattori strettamente legati tra di loro: temperature più basse e gomme. L’aderenza delle vetture di F1 italiane non era più la stessa e questo elemento ha pesato parecchio. Infatti, in tutta la qualifica abbiamo visto che l’attivazione non era perfetta.
Ci sono dei problemi specifici che non riescono a essere risolti e che portano a una serie di problematiche. Ne ha parlato lo stesso Leclerc che, dopo la sessione classificatoria, davanti ai microfoni non era molto ispirato. Ha parlato di vecchi problemi che restano ovviamente innominabili. Grattacapi pure strani, a suo dire, sui quali hanno comunque già un soluzione. C’è poi un’alta questione che non aveva mani nominato.
Anche in questo caso non si proferisce parola perché “è meglio cosi“. Pure qui si attende una soluzione che il monegasco spera che arrivi a breve. Per concludere il discorso sulla Rossa va detto che il passo gara sembra esserci. E proprio per questo brucia ancora di più il risultato, perché partire dietro in aria sporca renderà tutto tremendamente più difficile, di fatto cambiando radicalmente il volto della corsa.
McLaren dà il massimo ma non è abbastanza
Anche la McLaren ha deciso di non cambiare troppo la messa a punto della vettura quest’oggi, come conferma direttamente Zak Brown. La MCL39 mostra ancora una volta un anteriore veramente molto solido, che gli permette di costruire il giro proprio in ingresso. Durante il weekend è arrivato un aggiornamento sul fondo, più precisamente sul bordo tagliente. Ma per sfruttare a pieno un upgrade ci può volere un tempo.
Alle Becketts, nelle libere non erano a livello di Ferrari, per poi mettersi in riga dopo le FP3, visto che la SF-25 aveva un guadagno costante in quella zona. Un qualcosa di strano se consideriamo che la vettura di Woking ha più carico rispetto alla SF-25. Oggi hanno messo tutto assieme, ma in una pista dove il compromesso aero-meccanico è superiore, non sono riusciti a fare la differenza vista a Spielberg.
Inoltre il talento di Hasselt gli ha soffiato la pole. Un aspetto che non sembra turbare troppo i protagonisti, in quanto il team di Woking è sicuro di avere un ottimo vantaggio nella gestione delle gomme. La facilità con cui riescono a controllare la temperatura, mantenendola costante, è davvero super. Tecnicamente parliamo delle monoposto più preparate, che domani proveranno a prendersi il primo e secondo posto finale.
F1: super Verstappen e una Red Bull capace di sistemare la RB21
Max si è lamentato ancora della carenza di rotazione nelle Fp3. Un aspetto che specie in curva 13, non gli faceva sfruttare appieno il potenziale dell’auto. Parliamo delle Becketts, ma pure alla 6 e alla 9, dove il sottosterzo dava fastidio. Il tutto deriva da un bilanciamento che, con il crescere della velocità, tende ad arretrarsi troppo. Il problema alla base potrebbe riguardare il carico massimo troppo elevato, che appunto sbilancia l’auto.
Il rendimento inespresso nelle terze libere faceva pensare che Max potesse in qualche modo sopperire a questo elemento. Nei tratti ad alta velocità di percorrenza la RB21 era molto rapida, ma nei curvoni in appoggio l’instabilità a centro curva non permetteva all’olandese di dare il massimo. Anche la trazione era da sistemare. Il team però ha saputo affinare il setup, e il campione del mondo in carica ha fatto il resto.
Nel primo settore Max ha dato il bianco e pure nel secondo, dove è riuscito ad affrontare la percorrenza delle curve rapide alla perfezione. Gomme attivate benissimo grazie alla sua estrema sensibilità nel capire come farle funzionare. Nel T3 non è stato eccezionale, in quanto ha capito che facendo la differenza prima, senza commettere errori poi, avrebbe potuto accumulare il margine per fare la pole. Così è stato. Chapeau.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari -F1TV