Fino alla Q2, Ferrari in F1 sembrava incanala verso un risultato di prestigio: almeno una delle due SF-25 era sempre virtualmente in prima fila. Nel Q3, tuttavia, i due della Rossa sono scalati in terza fila, con Hamilton in 5° piazza e Leclerc in 6°. Un disastro, visti i presupposti costruiti dalle prove libere. A prendersi la scena nel Q3 è stato Max Verstappen, magistrale ancora un volta.
Il sottosterzo limita la SF-25
Lo avevamo anticipato ieri come la Rossa potesse favorire delle caratteristiche di questo tracciato specialmente con il fondo nuovo. Infatti, se consideriamo gli ideal lap dei piloti, Hamilton sarebbe secondo e Leclerc terzo, a conferma del potenziale inespresso nell’ultimo tentativo. In particolare, entrambi hanno commesso una sbavatura proprio nelle ultime due curve del circuito, andando in sovrasterzo in trazione.
Solo li, Lewis ha perso 0.195s dal suo miglior terzo settore. Sbavatura gli è sicuramente valsa la prima fila. D’altronde, avevamo concluso l’analisi delle fp2 di ieri proprio con questa frase: “la chiave per puntare alla prima fila sarà risolvere quei piccoli ma critici problemi nei tratti lenti del circuito.” Situazione che non si è verificata, senza garantire agli alfieri della Rossa quella piena fiducia necessaria.
Inoltre, esattamente come nelle FP2, Hamilton è ancora una volta il pilota con la velocità minima peggiore della griglia nel tratto più lento della pista, Ci riferiamo a curva 4, dove La monoposto numero 44 non riesce in nessun modo a fare bene. La carenza di rotazione ha limitato questa parte del tracciato di fatto ha reso tutto tremendamente più difficile. Va detto che parte dei problemi derivano pure dalle gomme.ù
L’attivazione delle mescole non era ottimale e di riflesso l’aderenza delle coperture non era sufficiente per garantire il grip necessario. Rischiare di andare più volte e controllare la vettura non era possibile, in quanto la SF-25 tendeva a partire facilmente. Tutto sommato il risultato non è certo da buttare, sebbene partire dalla 3 fila non è il massimo in una pista dove la scia turbolenta rovina il passo delle auto.
Ferrari aveva il passo per stare in prima fila
Analizzando i dati della telemetria tra Verstappen e Hamilton emergono spunti di grande interesse specie sul fronte dell’efficienza aerodinamica. Red Bull ha confermato tutta la sua supremazia nei curvoni veloci, dove la rigidità dell’avantreno è un fattore chiave per generare fiducia e precisione. Un comportamento che ricorda da vicino quello osservato nel primo settore di Suzuka, dove Verstappen aveva costruito gran parte del suo vantaggio.
A Silverstone, questo punto di forza è stato ulteriormente esaltato da una scelta aerodinamica netta: la RB21 è scesa in pista con la configurazione posteriore più scarica dell’intero gruppo, sostenuta però da un fondo capace di generare carico in abbondanza. È un equilibrio che Red Bull padroneggia meglio di chiunque altro, e che le ha permesso di trovare la quadra nel momento decisivo.
Se si osserva il grafico delle velocità, il distacco si nota già dal rettilineo iniziale: la linea blu di Verstappen è sensibilmente più alta rispetto alla rossa di Lewis. Solo nel primo allungo Max guadagna 2 decimi, che però restituisce nelle curve successive. È un pattern che si ripete anche alla Copse e fino all’ingresso delle Becketts, dove Verstappen raccoglie altri due decimi soltanto in velocità massima.
I differenziali di +7 km/h prima della Copse e di +5 km/h prima delle Becketts rispetto all’inglese fanno riflettere. Un guadagno guadagno che va attribuito all’eccellente efficienza aerodinamica della RB21. Dal canto suo, Ferrari ha confermato per tutto il fine settimana una buona competitività nello snake tra curva 10 e curva 14. Ma il guadagno complessivo resta modesto: appena 50 millesimi, un margine insufficiente per compensare il mostruoso secondo settore messo insieme da Max.
L’errore di Lewis è fatale
Nel tratto finale del tracciato, quello del Club, Il sette volte campione del mondo di Formula 1 si è presentato con un posteriore troppo stressato per essere gestito in trazione. Ed è proprio lì che ha lasciato per strada un’opportunità importante. Non è riuscito infatti a replicare il super terzo settore da 22.289s ottenuto in Q2, che gli avrebbe permesso di guadagnare almeno una fila in griglia.

In definitiva, quella della Rossa è una qualifica gettata un po’ al vento. I problemi che hanno limitato la di trazione nei tratti lenti, già evidenziati nelle libere, sono rimasti irrisolti e hanno generato errori che, pur contenuti nel crono, si sono trasformati in un pesante arretramento in classifica. Sì perché la pole era “solo” a due decimi. A questo livello, bastano pochi centesimi per perdere l’intero lavoro di un weekend.
Autori e grafici: Marco Iurlandino