Frecce d’argento spuntate. L’inerzia della stagione di F1 Mercedes dopo il trionfo in Canada è preoccupante dopo un ottimo inizio di stagione. Le solide performance di Russell e il buon apprendistato di Antonelli si sono bruscamente interrotte nella tappa in Nord America. Gli ultimi tre round sono stati un calvario per la scuderia diretta da Toto Wolff. Al netto dei gravi errori del driver italiano, le performance della W16 sono state davvero deludenti.
Il confronto con la scorsa stagione è impietoso. Proprio a Spa-Francorchamps nella scorsa campagna, gli alfieri della stella a tre punte misero a segno una doppietta, in parte poi vanificata dalla squalifica della monoposto numero 63, leggermente sottopeso. Le temperature più fresche degli ultimi Gran Premi non hanno conferito performance alle monoposto come era nel DNA della vettura dello scorso anno.

Non si può che constatare che il team Mercedes non abbia mai realizzato un progetto vincente con l’attuale corpo normativo. Sono cambiati gli uomini, ma il risultato è stato sempre il medesimo: rari sprazzi di competitività, senza la necessaria continuità per nutrire grandi ambizioni.
Mercedes incapace di dare continuità alle performance
Lo scenario è reso assai più complicato a causa del dominio McLaren, spinta proprio dai propulsori prodotti a Brixworth. La vittoria di entrambi i titoli iridati da parte del team di Woking è un’onta che Toto Wolff intende cancellare aprendo un nuovo ciclo vincente a partire dal prossimo anno. Nonostante Mercedes detenga solo un terzo delle azioni del team di Formula 1, nuove sconfitte potrebbero non essere tollerate.

La stella a tre punte, a differenza di altri team, non offre il proprio nome alle vetture concepite a Brackley solo per partecipare. Per questo motivo, a valle della scialba prestazione in Belgio, è stata indetta una riunione di emergenza nella sede di Brackley. L’involuzione prestazionale non è affatto casuale.
Divergenza di opinioni tra piloti e tecnici
Il team diretto da Wolff si è distinto per la modalità di rilascio degli aggiornamenti. Gli update vengono portati in pista in ogni Gran Premio senza soluzione di continuità. Altre scuderie, come ad esempio il Cavallino Rampante, hanno spesso programmato grandi aggiornamenti in milestone ben definite nel corso della stagione. Tuttavia, qualcosa dopo il Canada non ha evidentemente funzionato.
Tipicamente gli ingegneri, quando rilevano uno scostamento sensibile tra quanto rilevato in pista e le simulazioni, fermano il processo di sviluppo. La necessità è quella di trovare un punto di consistenza all’interno del ciclo di vita della monoposto in cui il mezzo si è comportato esattamente come apprezzato nel contesto virtuale. Su questo aspetto le dichiarazioni di Andrew Shovlin, capo dell’ingegneria in pista, e George Russell divergono profondamente.

Secondo il pilota inglese, l’introduzione della direttiva tecnica TD018 è la probabile origine dell’attuale male oscuro della W16. I grandi problemi di inserimento in curva con conseguente squilibrio tra asse anteriore e posteriore potrebbero derivare dall’inasprimento della norma in merito alla flessibilità dell’ala anteriore. Tesi rigettata da Shovlin, in quanto l’effettività della direttiva è partita dalla Spagna e successivamente Mercedes ha dominato a Montreal.
È pur vero che i problemi lamentati dai driver delle Frecce d’argento in un tracciato stop & go come Montreal sono sensibilmente minori. Una problematica più evidente nei veloci cambi di direzioni e nell’inserimento della monoposto in curve ad alta velocità di percorrenza. Ovviamente il team non può tornare alla configurazione pre-Barcellona per ovvi motivi di compliance rispetto al regolamento tecnico.

In un certo senso, Mercedes e Ferrari hanno il medesimo obiettivo nella seconda parte della stagione. L’operato delle divisioni tecniche sarà valutato attentamente perché un gruppo di lavoro incapace di uscire dalle sabbie mobili della mediocrità offre poche garanzie a chi, come Mercedes, sta facendo all-in sulla prossima rivoluzione tecnica. Sperando di replicare quanto realizzato all’alba dell’era turbo-ibrida oltre dieci anni fa.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Red Bull Racing – F1TV
