Horner è stato silurato da Red Bull. Ferrari ci pensa? Una notizia che scuote la F1 e, di riflesso, apre a diversi scenari, tra cui l’approdo dell’inglese a Maranello. Una suggestione che però sembra destinata a restare tale per varie ragioni. Conosciamo bene il modus operandi della Rossa, che di fatto non si sposa con la mentalità imprenditoriale di Christian. Ed è proprio questo il grande limite che, per lo meno al momento, pare insormontabile.
Horner, il ruolo troppo grande per la Rossa
Dopo la trattativa fallita con Newey, è come se i tifosi del Cavallino Rampante attendessero una sorta di rivincita. L’abbandono del boss inglese alla Red Bull dopo 4 lustri di collaborazione vincente, per molti, arriva nel momento perfetto. E in effetti le tempistiche non potrebbero essere migliori, benché ci sono dei paletti che complicano un pelo le cose. Il primo, in ordine cronologico, è imposto dalla Federazione Internazionale.
Parliamo del solito gardening leave che, sebbene in forma minore rispetto ad altri casi, pure lo “spice boy” dovrà rispettare. Questo significa che Horner sarà libero non prima del prossimo gennaio. Vasseur è in scadenza di contratto e, sino ad ora non è arrivato il rinnovo. Benedetto Vigna ha tagliato corto a Silverstone, sostenendo che il tempo a disposizione per confermare Fred è ancora molto.
Al netto della considerazione che il team italiano possa nutrire per il manager di Draveil, e i vari contatti già presi con Antonello Coletta, è chiaro che la statura di Christian è ben superiore. E proprio per questa ragione, non valutare una possibile candidatura del britannico sarebbe una follia. Parliamo di un uomo tutto d’un pezzo, capace di costruire da zero un team di F1 che ha conquistato la vetta. Ma forse è proprio questo il limite.
Cosa vuole Christian dal suo futuro
L’ex team principal e CEO della Red Bull è un personaggio di potere. Non è un semplice dipendente che, ricoperto di soldi, fa le valigie e si trasferisce. L’incarico di Christian era piuttosto ampio a Milton Keynes e comprendeva diverse catene di comando. Persino quella del marketing era a sua discrezione. Il team italiano ha tutt’altro modo di pensare le cose, visto che non approva ruoli invasivi in seno al team. Ognuno al suo posto, insomma.
Tempo addietro c’era già stato un contatto verificato tra le parti in questione. Nel paio di incontri, la dinamica in questione era già emersa, mettendo fine alla trattativa sul nascere. Christian, alla stregua di Newey, vuole pieni poteri decisionali. Inoltre, gradirebbe realizzare un ulteriore salto di qualità nella sua carriera, raggiungendo lo status di Wolff che si trova nel consiglio di amministrazione del team tedesco.
Un manager e co-proprietario che possiede quote della scuderia. Come possiamo facilmente immaginare, questo panorama non è sembra fattibile alla Rossa, che preferisce un “semplice dipendente” e non vuole essere comandata da nessuno, tanto meno da un britannico. Uno scoglio che pare insormontabile. Chiaramente tutto può succedere, ma sembra difficile che Horner possa accettare un ruolo alla Vasseur.
Ferrari non offre le garanzie di Alpine
Il cinquantunenne originario di Royal Leamington Spa ha un piano preciso in mente, anche tenendo presente che si trova all’apice della sua carriera, e la sua età gli consente pure di sposare un progetto a lunga gittata. Christian ha tutti i requisiti perfetti per comandare e forgiare una scuderia: è esattamente questo che vuole fare. Accettare un demansionamento non è affatto nelle sue corde.
Ecco perché ci sono altre piste decisamente più stimolanti, dove potrebbe trovare le condizioni che lui stesso ricerca. Una di queste risponde al nome di Alpine, una scuderia che Flavio Briatore sta ricostruendo da zero. Un terreno fertile dove Horner potrebbe far valere le sue capacità grazie ai pieni poteri che la realtà francese potrebbe concedergli. Una destinazione senza tutti quei paletti che Ferrari vuole che si rispettino.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz –
Immagini: Scuderia Ferrari – Red Bull
