La pausa estiva della F1 è terminata. Ferrari, Red Bull e Mercedes hanno alcune necessità che in qualche modo cercheranno di soddisfare. Zandvoort è alle porte: casa di Verstappen che difficilmente potrà impensierire le due McLaren. I giochi per i titoli mondiali sono fatti: il team di Woking vincerà tutto. Resta da capire quale lato del box potrà festeggiare il titolo piloti. E per gli altri, che sfide offre la restante parte della stagione?
Ferrari in cerca di performance ancor prima che di vittorie
Per il team di Maranello, il numero zero nelle casella delle vittorie è uno scenario inaspettato alla vigilia della stagione. Inutile sparare sulla croce rossa. Tuttavia, l’enorme sforzo profuso dagli ingegneri del Cavallino Rampante nel modificare la sospensione posteriore della SF-25, non solamente un disperato tentativo di dare un senso a questa stagione prima del nuovo regolamento.
Secondo quanto appreso e verificato dalla nostra redazione, questo tipo di aggiornamento deve essere visto pure come investimento da poter traslare sulla monoposto del prossimo anno. Lo stesso Vasseur ha individuato in sospensioni e sistema frenante le aree di unico interesse su cui valeva la pena spendere risorse anche in funzione del progetto 678. Un lavoro necessario per preparare il terreno verso il 2026.

Ferrari sta operando da tempo sulla SF-26 (???), individuando i punti di contatto tra due generazioni di vetture dai paradigmi dissimili. Più che la vittoria della bandiera in se, nei prossimi dieci GP si cercherà la performance nell’arco dell’intero weekend. Al netto di Monaco, troppo atipico per essere preso a riferimento, nessuno dei due ferraristi ha prodotto un weekend completamente pulito.
Leclerc ci ha provato in Ungheria per poi piegarsi alle “misteriose problematiche” della SF-25. C’è poi la questione Hamilton che deve ancora capire come la Rossa non può agire come un team d’oltremanica. Al medesimo tempo il team deve accontentare il suo grande investimento anche attraverso scelte impopolari: quasi un dovere per evitare che l’operazione del millennio venga bollata come il più grande flop di tutti i tempi.
Red Bull in cerca di versatilità
Analizzando il momento storico della Red Bull è piuttosto difficile credere che, il team ora diretto dall’ex direttore sportivo della Rossa Laurent Mekies, possa aprire un nuovo ciclo vincente a breve termine. Troppi i cambiamenti in un lasso di tempo assai breve: una “piazza pulita” di tutto il management che ha costruito quello che può essere considerato un autentico miracolo sportivo sotto la direzione Horner.
Verstappen è cosciente della condizione in cui si trova. Lo ha accettato senza troppi problemi, tenendo in considerazione che ah vinto 4 mondiali piloti di fila. Inoltre, in assenza di vere certezze tecniche ha preferito restare nella sua zona di comfort almeno per un altro anno. In tal senso la sua politica è semplice: attendere prima di aprire un nuovo capitolo della carriera laddove potrà continuare a divertirsi e vincere in Red Bull.

Forse, anche l’ultimo terzo della stagione in corso potrebbe essere l’ago della bilancia nella lotta per il titolo tra Piastri e Norris. Se il talento olandese fiuterà una chance non farà di certo calcoli. Del resto, per indole, il 4 volte campione del mondo di Formula 1 è un racer che non fa prigionieri. Il tutto ammesso che la RB21 si dimostri almeno accettabile in una delle prossime 10 tappe.
Per Kimi il diktat è non commettere errori gratuiti
Per quanto riguarda il giovanissimo pilota italiano, le prossime dieci gare sono fondamentali per il proseguo ad alti livelli della sua carriera. Kimi ha diverse attenuanti a suo favore. È giovanissimo, è in un top team e il compagno di squadra è tra i più talentuosi della griglia. Ciò che dovrà accuratamente evitare sono gli errori gratuiti. Non dovrà strafare perché, almeno nelle convinzioni di Wolff, non ha nulla da dimostrare.

Antonelli dovrà cercare di portare costantemente la sua W16 in Q3 e piazzarsi sistematicamente a punti. Una delle regole non scritte della classe regina del motorsport è quella di portare la monoposto al traguardo, senza cadere nella foga di dimostrare ciò che si è già intravisto: un enorme potenziale da coltivare con serenità. È questa la missione di Kimi dal GP d’Olanda in poi.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Red Bull – Ferrari – Mercedes – F1TV
