giovedì, Novembre 13, 2025

F1, Red Bull: obiettivo indipendenza per “usare” meglio Verstappen

Sino a che ha vinto, Red Bull è rimasta in piedi, bene o male. Poi, nel momento in cui i risultati sono venuti meno, ecco che il team principal e CEO della squadra austriaca è stato prontamente sostituito. È un po’ questa la storia della scuderia pluricampione che attualmente ha tirato i remi in barca in attesa della campagna agonistica 2026, quella del nuovo ciclo regolamentare.

La storia fantastica è terminata

Il team sognato e voluto da Dietrich Mateschitz è andato oltre ogni rosea aspettativa. Una squadra fondata sulle ceneri della Jaguar che in poche annate è divenuta un punto di riferimento per la massima categoria del motorsport. Tanti successi e due domini cruciali, che hanno portato in soli 4 lustri ben otto titoli piloti e sei costruttori. Un traguardo davvero strepitoso pensando ad altre realtà.

L’attore principale di questo successo è Mr. Christian Horner, abilissimo manager capace di mettere in piedi da zero una realtà davvero straordinaria. Scuderia che dalla prossima annata diverrà un team a tutto tondo, in quanto grazie al reparto Red Bull Powertrains si costruirà in casa pure i motori. Una situazione fortemente voluta dallo “spice boy”, rompendo un accordo con Porsche che sembrava ormai cosa fatta.

Red Bul F1 RB21 Verstappen
Max Verstappen (Red Bull) a bordo della RB21

E proprio questa situazione è uno dei punti che ha contribuito al suo allontanamento, in quanto il resto del gruppo di lavoro non sopportava più l’atteggiamento da padre padrone di Horner. Quell’atteggiamento “one man show” che non era ben visto da tante pedine fondamentali che poco a poco hanno abbandonato la squadra, sino a quando pure Adrian Newey ha deciso di mollare la collaborazione.

La nuova era Red Bull

La prima era Red Bull è finita. Aprire un nuovo ciclo è l’obiettivo con al comando un uomo diverso. Un dirigente esperto che sappia ascoltare le esigenze di tutti, che non decida da solo, capace di raccordare i vari reparti senza eccedere nella catena di comando. Parliamo dell’ex direttore sportivo della Ferrari: il francese Laurent Mekies. Occhio però, perché il suo mandato potrebbe pure essere una sorta di programma votato al disimpegno.

Ipotesi realistica soprattutto se con il nuovo regolamento 2026 le cose non andranno verso la giusta direzione. La fase di transizione è grande, periodo che appunto coincide proprio con le nuove norme. Anche per tale ragione Horner è stato fatto fuori in anticipo, per dar tempo al nuovo corso di insediarsi e garantire una preparazione quanto più efficace per la nuova era che la massima categoria del motorsport sta per intraprendere.

Max Verstappen (Red Bull) F1
Max Verstappen (Red Bull) nel paddock del Belgio

All’interno di questo scenario l’unico caposaldo della Red Bull resta Max Verstappen. La conferma dell’olandese era necessaria per guardare al futuro con un minimo di ottimismo. Il talento di Hasselt ha un contratto sino al mondiale 2028 compreso. Tuttavia restano alcune clausole che gli consentono di svincolarsi se i risultati sportivi non saranno all’altezza delle aspettative scritte nero su bianco. Questo è.

La dipendenza a metà

In alcune circostanze si parla di una sorta di schiavitù della Red Bull nei confronti di Max Verstappen. Una situazione pregressa dalla quale il team, in teoria, non sarebbe in grado di uscire. È un po’ come se la squadra avesse paura di perdere il suo faro, convinta che senza di lui tutto colerebbe a picco. Senza dubbio il 4 volte campione del mondo di F1 è uno dei più grandi piloti della storia.

L’apporto in percentuale nei successi del team è sicuramente molto alto, nettamente superiore alla media. Tuttavia, sostenere che la scuderia austriaca non abbia alcuna chance di vittoria futura senza Max sembra alquanto azzardato. Dire che il team non abbia fatto di tutto per assecondare Verstappen sarebbe mentire. E ci mancherebbe altro, possiamo aggiungere, considerando le sue grandi abilità.

Red Bull F1 Verstappen
max Verstappen e Daniel Ricciardo (Oracle Red Bull Racing) – Stagione 2023

Non parliamo però di una decisione presa a tavolino, bensì di una chiara conseguenza degli eventi. Già dai tempi di Ricciardo la scelta di appoggiare in toto Max era chiara, considerando l’olandese come stella incontrastata del team. Un atteggiamento che di riflesso ha messo in forte ombra i presunti compagni di squadra, spesso incapaci di guidare una monoposto troppo complicata da tenere in pista.

L’unico che in minima parte ci è riuscito è Sergio Perez. Il messicano ha ricevuto una caterva di critiche e probabilmente fare a meno di lui in quel momento non era una scelta del tutto errata. Fatto sta che, dopo la sua “dipartita sportiva”, nessuno è più stato in grado nemmeno di avvicinarsi al rendimento di Max. Tuttavia, ripetiamo, da qui a sostenere che Red Bull è totalmente dipendente dal pilota numero 1 forse è un po’ troppo.

L’indipendenza necessaria per un futuro virtuoso

La verità è un’altra. Spesso si parla di un team che costruisce una vettura per un pilota: cucire un’auto addosso a chi guida non è cosa reale. Nessuna squadra lo fa, tantomeno Ferrari con Hamilton, discorso sul quale si sono spese migliaia di parole lo scorso anno che prontamente si sono scontrate con la dura realtà. Una scuderia costruisce una vettura per far sì che sia la più veloce possibile.

È poi chi guida che dev’essere bravo ad adattarsi. È pur vero, però, che le strade di sviluppo possono favorire o meno un pilota. E in questo senso, dal terzo anno di continuità regolamentare con le wing car, la Red Bull ha scelto un percorso piuttosto estremo che non ha dato i frutti sperati. Una strada che il solo Max è stato in grado di interpretare non senza tanti problemi. Basti pensare alle innumerevoli lamentele che ascoltiamo nelle prove libere.

F1 Red Bull Verstappen
Max Verstappen (Red Bull) a bordo della sua RB21

Nel 2025 c’era la necessità di fare un piccolo passo indietro per correggere delle questioni e aprirsi verso altri cammini più proficui. Il team ci ha provato, ma sotto la direzione di Pierre Waché le aspettative sono annegate ancor prima di emergere. Al momento una cosa è certa: le manovre a Milton Keynes sono parecchie, e il gruppo di lavoro ha speso le ultime cartucce per l’attuale campagna agonistica.

Il cambio di rotta virando gli sforzi verso il campionato futuro è cosa nota. L’obiettivo è quello di utilizzare le restanti dieci gare per costruire almeno in parte qualcosa che possa far comodo pure l’anno venturo. Parliamo di mera meccanica, l’unico feedback che può essere trasportato al nuovo ciclo normativo. Una Red Bull versione 2026 che vuole essere indipendente dal talento di Verstappen: questo il target.

Autore: Zander Arcari – @berrageiz 

Immagini: Red Bull Racing – F1Tv

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