Basta una Ferrari 296 GT3 e Max Verstappen per far vedere a Liberty Media che la fame di motorsport va ben oltre tutte le strategie di plastica che la proprietà americana impolverante da anni. La vittoria di Max al Nürburgring va ben oltre, in quanto lontano da un fine settimana nella classe regina, l’olandese diverse e fa divertire il pubblico. Una passione che tira dentro milioni di persone interessante allo sport, e non a quella miriade di regole e format discutibili che la massima categoria annovera.
Un successo fortemente desiderato
Dopo il terzo tempo nelle qualifiche del mattino, Max ha spiccato il volo già in curva 1, prendendo il comando delle operazioni. Dopo due ore di gara aveva un vantaggio di oltre un minuto sul primo degli inseguitori. Un’impresa non banale anche per il pilota più forte (per distacco) in Formula 1. Il lavoro è stato poi completato da Chris Lulham, talento emergente proveniente dal mondo dell’esports e del sim racing.
Un successo solo apparentemente meno importante rispetto a quanto vinto da Max finora in carriera. Non si è trattata di una passerella della star di turno: Verstappen ha mostrato quanto tenesse a vincere questa gara, sfoggiando la disciplina e la fame del “cannibale” che abbiamo imparato a conoscere in Formula 1. Questo ragazzo non fa prigionieri, al di là della posta in palio.
Una versatilità che nel recente passato abbiamo apprezzato in un altro gigante della massima categoria del motorsport come Fernando Alonso. Tuttavia, per il pilota iberico gli impegni extra Formula 1 spesso sono stati il rifugio in cui mostrare il proprio valore nelle fasi più frustranti della sua lunghissima militanza nella classe regina. Max, invece, è all’apice della sua traiettoria.
Per assurdo, questa stagione che, a meno di miracoli difficilmente si concluderà con un altro titolo iridato, lo sta consacrando tra i piloti più forti di tutti i tempi. Pure i detrattori non possono far altro che applaudire il talento di Hasselt e le sue super prestazioni. Il Nurburgring era fortemente desiderati, nonostante le due vittorie consecutive tra Monza e Baku, abbiano aperto un piccolissimo spiraglio nella lotta iridata.
Max non è l’uomo immagine di Liberty Media
L’olandese ha mostrato ancora una volta la sua indole. Al fenomeno dei Paesi Bassi interessa solo correre: non ha bisogno dell’effimera spettacolarità che circonda la Formula 1 al di fuori dell’abitacolo, dove si cercano soluzioni fantasiose per aumentare la spettacolarità. C’è chi ha trovato una soluzione, a tal proposito. Max, dicevamo. Per qualcuno ha un personalità troppo rigida.
Un’indole che non lo rende un uomo da copertina in relazione al tipo di spettacolo che Liberty Media intende offrire al suo bacino di utenza. Il ventisettenne della Red Bull non è un burattino e non si è mai fatto intimidire dalle istituzioni come la FIA. Un carattere forte e deciso, che sa sempre quello che fa. Non è la cartolina da spedire ai fan per attirarli alle gare, è scorbutico e dice sempre quello che pensa pure se è sconveniente.
Non è interessato allo show di plastica cromata della Formula 1, anche e sopratutto quando il carrozzone non è in pista. Non lo turba affatto essere in un contesto diverso che non attrae il grande pubblico. Anzi, il campione del mondo in carica è animato da una passione autentica verso il motorsport (reale e virtuale), distante anni luce dal modo di intendere le corse dai padroni del vapore.
Max vince con la Ferrari, ma almeno per ora le suggestioni sono inopportune
Max e la Rossa. L’olandese e il suo giovane compagno di squadra hanno portato al successo la Ferrari 296 GT3 brandizzata Red Bull. La vittoria su una vettura di Maranello ha alimentato tante suggestioni tra i fans in merito a un futuro sodalizio tra il figlio di Jos e la scuderia del Cavallino Rampante in Formula 1. Era inevitabile che accadesse, considerando al grande passione del pubblico.
Ma come ha già spiegato il pilota della Red Bull, un futuro ipotetico vestito di rosso, con una vettura italiana sotto il sedere, non deve essere una mossa per fare curriculum, ma bensì una responsabilità che dovrebbe assolutamente soddisfare la reciproca sete di vittoria. Insomma, la divisa rossa deve essere onorata con le vittorie, e questo vale a tutti i livelli. Chissà se a Maranello ci stanno facendo un pensiero…
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – FIA – F1Tv
