F1, GP Austin: Ferrari cerca di proteggere il retrotreno della SF-25. Una mossa che ne round 18 del calendario targato 2025 potrebbe anche funzionare. Si tratta di ottimizzare il rendimento attraverso il lavoro in pista, scenario che la Rossa non riesce a gestire da diverse gare, come sottolineano i diretti protagonisti. Red Bull adotta una versione similare, mentre McLaren ha meno incidenza al posteriore. Idem Mercedes.
Il team di Maranello bilancia il carico
Per il fine settimana di Austin, la Ferrari adotta una specifica da medio-alto carico, in linea quindi con le aspettative che abbiamo anticipato nella nostra consueta preview sulla Rossa. Parliamo di una versione che abbiamo già potuto osservare in diversi appuntamenti iridati, quest’anno: parliamo ad esempio del Gran Premio d’ Ungheria, o a quello di Barcellona, per finire allo scorso fine settimana di Singapore.
Parliamo quindi di una specifica testata in più occasioni, capace di fornire un buon livello di spinta verticale e, al medesimo tempo, garantire una velocità di punta adeguata nei tratti ad alta velocità di percorrenza. Su una pista completamente differente rispetto a quella asiatica di Marina Bay, sebbene la vettura italiana adotti la medesima specifica, il carico installato in questo caso è differente.

Le ali di una qualsiasi monoposto permettono diverse regolazioni per aggiustare la downforce. Certo è, montando questa versione, che la SF-25 punta a ottimizzare la stabilità sull’asse posteriore, con cui ebbero alcune difficoltà nel mondiale passato. Parliamo sopratutto del primo settore, dove si susseguono curve rapide dove serve tanto grip laterale. Ferrari è convinta di eguagliare le velocità di punta degli avversari sul lungo rettilineo del settore centrale.
Red Bull si allinea con la Rossa, McLaren più scarica
In casa Red Bull hanno fatto una scelta simile, visto che anche la scuderia di Milton Keynes monta la specifica scelta per Barcellona e successivamente utilizzata pure al Gran Premio d’Olanda. Due piste in cui ha dominato in lungo e in largo la McLaren e, anche per questo ci aspettiamo due MCL39 molto solide. Vetture color papaya che adottano la specifica che ha fatto molto bene a Zandvoort.
Qualitativamente, questa versione tende a produrre meno carico al posteriore. Ecco perché l’obiettivo del team inglese diretto in pista da Andrea Stella è quello di massimizzare l’efficienza aerodinamica ed al medesimo tempo permettere velocità di punta maggiori nel secondo settore del tracciato. Il profilo principale ha una conformazione che cerca di scaricare gli estremi dell’ala per incrementare l’efficienza.


Austin possiede un insieme di caratteristiche molto disparate tra loro, che dovrebbero favorire la monoposto inglese, data la sua grande versatilità e la finestra di funzionamento molto ampia. Sarà pertanto interessante capire che tipo di battaglia si svilupperà al vertice tra i suoi alfieri, tenendo presente che Piastri, sebbene abbia incassato le scuse di Norris, sembra proprio intenzionato a cambiare atteggiamento al volante, d’ora in poi.
Mercedes segue la strada conosciuta
La W16 ha realizzato un concreto passo avanti dopo la pausa estiva, anche se è emersa in modo preponderante solamente nell’ultimo weekend a Singapore. Grazie a tanto lavoro, sono riusciti ad ampliare la finestra di funzionamento della vettura e ritengono di poter far bene anche su circuiti con temperature più alte, riuscendo pertanto ad abbassare la sensibilità della W16 alle condizioni ambientali.

Austin sarà un buon banco di prova in tal senso. Le gomme subiscono alti sforzi trasversali e durante il giro si scaldano molto: la gestione termica sarà fondamentale. La specifica al posteriore scelta da Mercedes è la medesima vista a Marina Bay. Parliamo di una versione che a Singapore costituiva un’opzione meno carica rispetto agli avversari, mentre qui è in linea con i valori di carico richiesti dal circuito.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Albert Fabrega – @AlbertFabrega
