Cardile entusiasta di Aston Martin e Newey. L’ex Ferrari vede la F1 targata 2026 come una certezza. Sicuro di se promette scintille. Assicura che la nuova vettura saprà lottare tra i primi nell’arco della stagione. Si espone parecchio e spaventa gli avversari e una grande responsabilità per lui. Di certo non vedremo gli errori fatti a Maranello, e con ogni probabilità gran parte del merito non sarà suo.
Passato e presente di Cardile
Gli ultimi anni con la Rossa ci ha capito poco o nulla. Parliamo appunto di Enrico che, va assolutamente ricordato, è il padre di quel nefasto fondo della stagione 2024. Un aggiornamento che ha fatto perdere il mondiale alla Ferrari, specie se consideriamo la successiva versione riveduta e corretta, nata sotto la direzione di Diego Tondi. Senza questo errore, il titolo costruttori era più che un’opzione.

A dirla tutta, se in Catalogna fosse arrivata una specifica azzeccata come quella di Monza, ci sarebbe stata anche qualche speranza per il mondiale piloti. Questa è storia, alla quale possiamo aggiungere l’addio burrascoso di metà stagione. L’ingegnere di Arezzo ha abbandonato il team dopo aver “mollato il pacco”, avendo già sottobanco l’accordo per firmare un contratto con l’Aston Martin.
Al contrario di Mekies, lui sì che aveva incassato la fiducia della dirigenza, ricoprendo l’incarico di direttore tecnico. Ruolo che, evidentemente, ha svolto male. Nel team di Lawrence Stroll è stato addirittura insignito di alte onorificenze, considerando che, a partire dalla stagione 2026 di Formula 1 — quella del nuovo ciclo regolamentare — assumerà il sullo sviluppo dalla A alla Z. Una responsabilità non da poco.

Avrà la piena responsabilità su prestazioni, aerodinamica e progettazione delle nuove componenti, e lo stesso varrà per i test svolti sulla monoposto. In pratica, Enrico seguirà l’intero processo: dall’idea su carta, allo sviluppo, fino alla messa in pista. Circa un mese fa, il cinquantenne aveva raccontato le sue sensazioni estremamente positive dopo aver conosciuto l’ambiente e tutti i dipendenti, tra cui un certo signor Adrian Newey
A Enrico piace vincere facile
All’epoca l’italiano non si era mai sbilanciato, limitandosi a condividere con cautela le proprie emozioni. Oggi, invece, con un atteggiamento decisamente più intraprendente, fissa obiettivi e avanza promesse. Lo fa esprimendo con grande risolutezza la visione della squadra per la stagione 2026, evidenziando come il target principale sia quello di centrare il progetto già nel corso della prossima campagna agonistica.
Qualche dubbio ancora lo accompagna, ma non riguarda la competitività della vettura. No, il quesito principale riguarda piuttosto le tempistiche: non è certo se la AMR26 sarà pronta a emergere nelle prime gare o soltanto più avanti. Tuttavia, ha voluto rassicurare tifosi e osservatori, sottolineando che tutti gli strumenti necessari per portare a termine un lavoro eccellente sono già a disposizione: il fallimento non è contemplato.

L’entusiasmo si percepisce palpabile, privo di alcuna prudenza e riserva. L’ex Ferrari non parla solo della vettura che verrà realizzata, ma della prospettiva di confrontarsi con le altre dieci monoposto in pista. L’aretino ha inoltre sottolineato l’importanza di comprendere le performance altrui: sapere se la squadra si trova già in una posizione favorevole da consolidare oppure se occorre spingere ulteriormente per battere i team più rapidi.
In aggiunta, ha rimarcato che all’inizio di un nuovo ciclo normativo nulla può essere considerato sufficiente. Buoni risultati in galleria del vento o esercizi di riduzione del peso, pur significativi, non forniscono un punto di riferimento concreto. Nelle stagioni precedenti era più semplice individuare le lacune e capire quali obiettivi perseguire; per il 2026, invece, tutto appare incerto e richiede la massima attenzione da parte di tutti.
Cardile sicuro grazie ad Adrian
Avercela con Cardile non avrebbe alcun senso per un ferrarista. D’altra parte sulla sua buona fede non c’è dubbio. Come tanti altri tecnici, anche più prestigiosi di lui, è stato inghiottito dalla “tristezza prestazionale” che abita in Via Abetone Inferiore 4 da molto tempo. Per la sua nuova avventura gli auguriamo il meglio, anche perché avere un supervisore del calibro di Adrian ti permette di non sbagliare.

E forse proprio per questo si è sbilanciato in questo modo. Il genio inglese gli avrà raccontato prospettive molto rosee. C’è da credergli, quindi. Se Aston Martin sarà in grado di battersi tra i grandi resta comunque un grande mistero, esattamente come per il resto delle scuderie. Almeno possiamo dire che, a Silverstone, non ci sarà il pericolo di vedere un fondo inguardabile come quello della SF-24. Adrian non glielo permetterebbe.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Aston Martin – F1Tv
