La Ferrari di Elkann deve risalire dall’abisso delle difficoltà in F1. Per farlo serve un leader autentico: carismatico, pronto a rischiare e dotato di un’autorità indiscutibile. L’attuale dirigenza e il mandato Vasseur sono tutto tranne quello che servirebbe, almeno per il momento. Il cambio di direzione della scuderia non è un miraggio. Basta volerlo fortemente e mettere in moto una mutazione netta. Ora.
Promesse reiterate per la Ferrari
Il team di Maranello è “intrappolato” in se stesso. Bloccato in un limbo di risultati deludenti che supera i 16 anni di storia. Serve una scossa: scendere dal piedistallo, comprendere che l’attuale impostazione del reparto sportivo non produce risultati e adottare una mentalità nuova, con un piano di lavoro completamente rivisto. Invece, ciò che circola sono solo parole ripetitive, chiacchiere già sentite da John, senza alcun elemento innovativo.
Le ultime dichiarazioni del nipote di Gianni Agnelli confermano proprio questo trend. John affronta temi a lui molto familiari con grande nonchalance, argomenti molto lontani dall’universo tecnico della Formula 1. E mai nessuno potrebbe fargli un problema sotto questo punto di vista. Essere un super manager e proprietario della Ferrari non implica, di riflesso, essere un esperto della massima categoria del motorsport.

l presidente dice che ci crede, assicurando che le vicende che riguardano la Rossa sono molto presenti nella sua persona, e ribadendo di volere riportare il team di Maranello in alto, dove merita di stare. Il suo obiettivo rimane chiaro: il successo. Ora, avere fiducia dopo l’ennesima promessa non è semplice, perché le dichiarazioni in pompa magna si susseguono, ma i fatti restano sempre gli stessi.
La rigidità manageriale di Elkann
La monoposto del 2026, pensata per il nuovo ciclo regolamentare, è nelle mani di chi ha già dimostrato di non essere all’altezza. Ne abbiamo parlato settimane fa, ricordando che il gruppo speso nell’era wing car non ha centrato alcun risultato significativo, producendo una vettura nel 2025 pessima che, tra le altre cose, non si riesce a migliorare in alcun modo. Su quali basi si costruisce la fiducia futura sull’attuale entourage?

La Ferrari non ne azzecca una. Quando sembra che l’auto possa essere competitiva e adattarsi al tracciato, il lavoro in pista non è all’altezza e si sprecano le possibilità. Al contrario, quando avviene la perfetta ottimizzazione (raramente), la pista è sfavorevole e, a prescindere, il risultato non è all’altezza della situazione. È un po’ questa la storia della Rossa nella campagna agonistica in corso.
Elkann deve farsi da parte? Deve sparire e lasciare la proprietà nelle mani di altre realtà? Non serve affatto. Quello che potrebbe fare, John, è prendere in considerazione un passo di lato e farsi affiancare da chi, la Formula 1, la mastica e la sa gestire con estrema facilità. Da chi ha sempre fatto la differenza e non gli manca nulla per rifarla. Adrian Newey era indubbiamente la persona più adatta per ribaltare questo scenario stantio, tecnicamente.

Un genio dei concetti che abitano la massima categoria del motorsport. Voleva troppo potere? Può darsi. Ma a un individuo del genere non si possono tarpare le ali. La sua “follia di pensiero” dev’essere libera di veleggiare. Il britannico sarà un nemico. Colui che la Ferrari dovrà battere. Solo per questo valeva la pena prenderlo, avendo contezza di non dover sfidare un fenomeno di questo calibro.
Volere è potere, John
C’è un altro ex Red Bull sul mercato che farebbe assai comodo. Parliamo di Christian Horner, un manager a tutto tondo che potrebbe incaricarsi della Rossa dalla A alla Z. Anche a lui bisognerebbe mettere in mano le chiavi di Via Abetone Inferiore 4. Non vorrebbe dire farlo padrone, ma comandante e responsabile della squadra corse. Parliamo di un individuo capace e autoritario, proprio come sostiene nelle sue parole Luca Cordero di Montezemolo.
In questo momento è libero e, con la trattativa giusta, potrebbe rientrare nel paddock, vestire di rosso, studiare a fondo il Cavallino Rampante e, in maniera graduale, dare il via a questa trasformazione che tanto servirebbe alla squadra di Maranello. L’Italia è una fucina di talenti, ma pure in Inghilterra non scherzano. Sotto certi aspetti hanno dimostrato di essere più bravi, e su questo gli va dato atto.

John deve capire questo scenario, ribaltare i giudizi e fidarsi ciecamente di un responsabile. L’ultima volta che è andato in onda uno scenario del genere è successo qualcosa di straordinario. Montezemolo era molto esperto, ma si è comunque affidato a due o tre persone che hanno fatto la differenza. Elkann può riscrivere questo scenario, non gli manca nulla per farlo. Speriamo che ci stia pensando…
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv
