Dopo un venerdì di F1 incoraggiante, in cui la Ferrari aveva mostrato segnali di miglioramento specie nella gestione meccanica e nella prevedibilità del comportamento, le qualifiche hanno confermato la bontà del lavoro svolto. Leclerc ha continuato a costruire fiducia, mostrando una vettura agile e precisa nei tratti più tecnici, sebbene non perfetta nel terzo settore. Zona dove di fatto perde l’occasione di fare la pole.
I limiti della Rossa che Leclerc gestisce alla perfezione
La scelta sull’assetto della SF-25, ha infatti privilegiato la competitività nel settore centrale, sacrificando qualcosa nella fase conclusiva del giro, dove le curve 12 e 13 hanno evidenziato ancora un leggero sovrasterzo in inserimento che naturalmente comprometteva la rotazione. I due ferraristi sono riusciti a massimizzare il pacchetto a disposizione, conquistando la seconda e terza posizione con un distacco di soli +0,262s da Norris.

Un risultato frutto di una guida pulita e di una messa a punto finalmente coerente tra le varie fasi della curva, anche se non priva di limiti. La McLaren si è confermata la vettura più forte e versatile del weekend, capace di generare stabilità in frenata e trazione lineare, mentre la SF-25 ha continuato a mostrare una leggera sensibilità nei trasferimenti di carico presenti soprattutto nel secondo settore del tracciato.
Nel T1, Leclerc riesce a tenere testa a Norris con una frenata molto profonda in curva 1 e una gestione efficace del punto di corda, dove il monegasco riesce a ritardare il rilascio del freno. Tuttavia, la McLaren riesce a restituire il vantaggio in trazione: la progressione sul gas è più fluida e la vettura di Woking mette a terra la potenza con più facilità, senza slittare, consentendo a Norris di guadagnare 0,087s in uscita.
Nel tratto che porta a curva 2 e 3, Charles conserva un anteriore più diretto e aggressivo, mentre Norris opta per una linea leggermente più rotonda, segno di una vettura più stabile ma anche più morbida nella risposta ai cambi di direzione. Anche nel T2 la SF-25 è competitiva, ma si evince comunque la differenza più marcata con la MCL39. Il tratto medio-veloce del circuito messicano valorizza la McLaren.

Una vettura più stabile nei trasferimenti laterali e capace di mantenere carico costante nelle curve in appoggio. Per questo Norris riesce a percorrere traiettorie molto più strette delle varie curve, con una certa facilità e senza alcuna correzioni. Il monegasco, mostrando una buona reattività, riesce a contenere il distacco grazie a una fiducia crescente nell’anteriore. Tuttavia è costretto a gestire un posteriore più leggero.
Il terzo settore rende umana la SF-25
La telemetria evidenzia come, nonostante Leclerc riesca in media a mantenere un’apertura dell’acceleratore superiore di circa il 10% nel tratto tra curva 7 e 9, la curva della velocità sia comunque a favore della McLaren di circa +5 km/h in questa sezione. Un segno di una stabilità aerodinamica superiore e di un bilanciamento molto neutro, in questa porzione della pista, fornito da un livello di spinta verticale superiore.
Infatti, secondo le nostre stime e i nostri calcoli, come si può osservare anche dalla prima grafica della telemetria, la downforce generata dalla MCL39 è superiore di 1,9% rispetto alla SF-25. In queste poche curve il britannico guadagna quasi due decimi pieni. Nel tratto finale, la Rossa conferma i progressi visti nella seconda sessione di prove liniere, ma resta comunque leggermente più nervosa.

Il ferrarista è molto preciso nelle prime fasi di curva 12, dove il front end lavora in modo eccellente, sebbene sia costretto a soffrire piccole sbavature con un sovrasterzo in curva 13 che lo costringono a un ritardo nel punto di accelerazione. La MCL39 resta piantata e la gestione del grip in uscita è più progressiva, specie nell’ultima curva, la 17, consentendo a Norris di chiudere il giro con un’accelerazione pulita e costante sino al traguardo.
GP Messico: serve una conferma in gara
In conclusione, avendo preso in esame tutto i dettagli, i dati raccontano una monoposto italiana molto più coerente e competitiva rispetto alle gare precedenti, con un comportamento generalmente prevedibile e un anteriore estremamente comunicativo. Leclerc riesce a ottimizzare quasi tutto il potenziale del pacchetto, restando a due decimi e mezzo da McLaren in stato di grazia. Il margine di miglioramento è chiaro.

Serve lavorare sulla trazione in uscita curva e sulla stabilità nei tratti ad alta energia laterale, aree in cui la MCL39 eccelle grazie a un equilibrio aerodinamico più raffinato. La Rossa guardare la gara con fiducia: la SF-25 persa di avere un buon passo, sebbene il favore del pronostico sia per la vettura numero 4. Occhio però alla partenza, dove scattare dalla seconda e terza posizione potrebbe fornire un vantaggio ai ferraristi visto la scia.
Autori e grafici: Zander Arcari – @berrageiz – Marco Iurlandino
Immagini: McLaren – Scuderia Ferrari – F1Tv
