venerdì, Novembre 14, 2025

F1, sistema autoreferenziale FIA: l’ombra sulla democrazia dilaga

Il sistema di votazioni della FIA sta facendo discutere in F1 su Ben Sulayem. Quando un’elezione rischia di diventare una sorta di formalità, il problema non è solo di forma, ma ovviamente pure di sostanza. E nella Federazione Internazionale dell’Automobile, il clima che precede le elezioni presidenziali del prossimo 12 dicembre, a Tashkent, sta assumendo contorni tutt’altro che limpidi. Vediamo perché.

Il rischio di un’elezione senza alternativa

A meno di due mesi dal voto, tutto lascia intendere che Mohammed Ben Sulayem potrebbe essere l’unico candidato ammesso. Una corsa a senso unico, quindi, frutto di un regolamento elettorale complesso, modificato dopo la riunione del Consiglio Mondiale dello Sport a Macao, lo scorso giugno. Un cambiamento che, più che ampliare la partecipazione, sembra averla drasticamente ridotta.

Ben Sulayem F1 FIA
Laura Villars, donna candidata alla presidenza FIA

Sì, perché gli altri tre candidati – Laura Villars, Tim Mayer e Virginie Philippot – esaminando attentamente i criteri della Federazione Internazionale, non sarebbero in grado di soddisfare tutti i requisiti necessari per presentare la propria candidatura. Il nodo principale riguarda la figura del vicepresidente per il continente sudamericano, una posizione obbligatoria per completare la squadra destinata a governare la categoria.

Un incarico che, per il momento, resta impossibile da coprire, visto che l’unica candidata ad aver ricevuto approvazione è Fabiana Ecclestone, che però fa già parte del team dell’attuale presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem. Per di più, le altre 28 candidature provenienti dallo stesso continente sono state respinte in blocco. Resta da capire il motivo, anche se pensare male, in questo caso, è piuttosto facile.

Ben Sulayem F1 FIA
Il presidente della FIA Ben Sulayem

Un dettaglio che, al netto dei fatti, chiude la partita ancora prima che inizi: 2 a 0 a tavolino e tutti a casa. Va detto che il termine ultimo per la presentazione delle liste è fissato per il 24 ottobre. Se entro quella data non dovessero emergere novità, portando la deadline fino allo scadere, il nome del presidente uscente sarà automaticamente l’unico a comparire nelle urne di Tashkent. Tutto molto chiaro.

Laura Villars e la difesa della trasparenza

È in questo contesto che si inserisce la voce di Laura Villars. Pilota svizzera, donna determinata e profondamente legata ai valori etici dello sport, Villars ha deciso di non rimanere in silenzio. Il suo intervento pubblico è una sorta di “atto d’accusa” lucido e diretto, verso un sistema che rischia di snaturare il principio di rappresentanza all’interno della Federazione Internazionale.

Villars e il suo team legale, stanno portando avanti un confronto serrato con l’amministrazione della FIA, sollevando dubbi concreti sulla legittimità delle modifiche regolamentari introdotte a giugno. Secondo gli esperti di diritto interpellati dal suo entourage, diversi passaggi procedurali sarebbero “incompatibili con gli statuti” e richiederebbero “correzioni immediate”.

FIA F1
Laura Villars, candidata alla presidenza FIA

Il riferimento costante della pilota è l’articolo 1.3 dello statuto Federazione Internazionale, che sancisce l’obbligo di mantenere “i più alti standard di governance, trasparenza e democrazia”. Parole al quanto chiare, che oggi risuonano come un monito pesante su un’istituzione che, come organo legislativo da sempre, dovrebbe rappresentare la massima espressione dell’imparzialità nel motorsport mondiale.

Il pericolo di un sistema autoreferenziale

Ciò che preoccupa non è soltanto la prospettiva di un’elezione priva di competizione, ma il messaggio che un simile scenario trasmetterebbe. Un sistema sportivo che si autogoverna senza contrappesi, dove il pluralismo si riduce a mera retorica, perde inevitabilmente credibilità. La FIA, non può permettersi di mostrarsi opaca proprio sul piano della governance, specie alla vigilia del nuovo ciclo regolamentare.

Ben Sulayem, presidente FIA - budget cap F1
L’emiratino Ben Sulayem (presidente FIA) nel fine settimana di Miami

Laura Villars non parla soltanto per sé, ma per un principio universale: la necessità che la Federazione Internazionale resti un’istituzione democratica e trasparente, capace di accogliere il dissenso come strumento di crescita. Per il risultato della battaglia c’è da attendere Ma il segnale è già arrivato forte e chiaro: l’autocompiacimento e l’uniformità di pensiero non possono essere la base su cui costruire il futuro del motorsport.

Autore: Andrea Bovone

Immagini: FIA – F1 TV

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